Insieme nel Cagliari, poi all'Atletico Calcio in D e ora avversari
Samassi-Monastir è anche lo scontro tra portieri-amici. Manis: «Batto Matteo dandogli prima nutella». Zanda: «Vinco io e gli porto una tavola da surf»
Si lanciano i guanti della sfida. E possono farlo perché sono portieri, soprattutto amici e lontanamente ex compagni ma domenica saranno l'uno contro l'altro: Marco Manis e Matteo Zanda. Il primo difende la porta del Samassi che insegue un posto nei playoff distante appena un punto e ha tre anni in più del secondo, estremo difensore del Monastir che punta alla salvezza diretta.
Entrambi hanno fatto il settore giovanile del Cagliari, il loro intreccio parte già dalle date di nascita: Marco è del 4 febbraio (04-02) del 1983, Matteo compie gli anni il 2 aprile (02-04) ed è del 1986. Manis lasciò la Primavera rossoblù nel 2002 per andare in serie D in prestito alla Villacidrese di Elvio Salvori (che lo ebbe in Primavera), Zanda invece aveva dato l'addio al Cagliari l'anno prima per giocare negli Allievi della Sigma (guidati da Antonio Prastaro, ora al Tonara) e passare la stagione seguente alla Juniores dell'Atletico Calcio (guidata da Zottoli, ora all'Orrolese). Nel gennaio 2003, squalifica e influenza tolsero di mezzo il portiere titolare Pili e il suo sostituto Sbressa, il tecnico Virgilio Perra lo fece esordire a 16enne contro il Pro Lissone. Zanda fece panchina nel derby con la Villacidrese (nel frattempo guidata da Giancarlo Sibilia) mentre Manis era titolare e a fine stagione tornò al Cagliari. «Feci le visite mediche per andare in ritiro con la prima squadra - ricorda Manis - ma poi fui svincolato e andai per qualche settimana al San Gimignano in Toscana. Non firmai e andai via, mister Perra mi volle all'Atletico Calcio». Alla vigilia di ferragosto il club di Tonino Orrù annuncia l'acquisto del portiere di Serramanna. Perciò, per metà stagione, fu compagno di squadra di Zanda che, nel dicembre 2003, fu mandato a fare esperienza in Eccellenza col Tavolara di Tamponi, Marongiu e Bagatti. Sei mesi in Gallura e poi il ritornò al club cagliaritano di Tonino Orrù mentre Manis spicca il volo in C2 all'Olbia. Strade diverse, qualche incrocio in Eccellenza (stagione 2011-12 l'uno a Olbia e l'altro al Muravera e Sanluri) e ora di nuovo contro.
«Al Cagliari - ricorda Zanda - il preparatore Mondo Mameli faceva allenare tutti i portieri delle varie squadre giovanili, io e Mariano Atzeni eravamo i più piccoli e stavamo con Manis e Davide Capelli che erano negli Allievi Nazionali, Antonio Castelli della Primavera e Daniele Corsi il terzo nella prima squadra». «Ci allenavamo spesso tutti insieme, anche un decina circa - conferma Manis - e noi un po' più grandi ci occupavamo dei ragazzi più piccoli verso i quali avevamo un occhio di riguardo, Matteo mi era simpatico e lo presi sotto la mia tutela». Il portiere di Serramanna rischiò anche di esordire in serie A a Udine il 4 marzo del 2000 quando Alessio Scarpi e il suo vice Maurizio Franzone erano alle prese con un'influenza, Daniele Corsi si era infortunato al ginocchio e l'altro portiere della Primavera, Cristian Chessari, era squalificato. All'epoca sarebbe stato il più giovane esordiente in serie A dopo Andrea Pisanu: «L'Udinese era fortissima con Muzzu, Sosa, Fiore, Giannichedda, avevo 17 anni ed ero Allievo ma giocavo in Primavera. Fui chiamato in ritiro all'ultimo momento, Franzone però recuperò dall'influenza e fortunatamente giocò perché perdemmo 5-2». «Io seguivo sempre Marco - dice Zanda - e ricordo benissimo quando rischiò di esordire a Udine. Pensavo potesse fare il professionista almeno in serie B, con Corsi erano i portieri del Cagliari che ho sempre stimato».
Le strade dei due portieri si rincontrano nell'agosto del 2003, all'Atletico Calcio. «Avevamo iniziato la stagione io e Marco Pili - dice Zanda - ma la società stava cercando un portiere e prese Marco. Era fortissimo, veniva da un campionato titolare con la Villacidrese, la serie D la faceva ad occhi chiusi. Ha avuto sempre un atteggiamento protettivo nei miei confronti, mi regalava le scarpette Puma perché era il suo sponsor dal Cagliari». «All'Atletico - ricorda Manis, grande appassionato di surf - ritrovai Matteo che era un portiere già pronto per fare un campionato, infatti fu dato in prestito al Tavolara che doveva vincere in Eccellenza». Poi le carriere viaggiano parallele, il portiere di Serramanna fece la C2 con Olbia, Nuorese, Melfi e la serie D col Tavolara, l'estremo difensore di Monastir fece due campionato da titolari all'Atletico in serie D con Paolo Busanca allenatore (domenica avversario col Samassi), vinse il campionato col Tempio di Ninni Corda (riserva di Pippo Zani) e altri due in Promozione con Muravera e Nuorese (sempre Prastaro tecnico). «Ci ritrovammo avversari quand'ero a Olbia in Eccellenza tra il 2011 e il 2013 - dice Manis - il primo anno lui era a Muravera e li battemmo due volte ma arrivammo secondi dietro la Torres. Il secondo anno vincemmo il campionato e Matteo ero a Sanluri, in casa loro pareggiammo 0-0 e parò di tutto, al Nespoli vincemmo solo 1-0». «A Sanluri fui impegnato molto e Marco a fine gara mi fece i complimenti - ricorda Zanda - al ritorno loro stavano andando dritti in serie D, feci alcune belle parate sul mio amico Siazzu ma forse, nel gol decisivo di Melino, potevo fare di più. Eravamo una squadra giovane che con qualche accorgimento poteva fare i playoff».
In estate altro incontro sulla spiaggia del Poetto e scatta la proposta di Zanda: «C'era una esibizione sulla sabbia, la "battaglia dei portieri" organizzata da Antonello Brambilla del Cagliari, abbiamo passato una bella giornata con lui e tanti altri portieri. Ho detto a Marco: "Se non hai trovato ancora squadra puoi allenarti da noi a Monastir, c'è la massima disponibilità, come se fossi a casa tua". Ad inizio campionato mi sono infortunato e la società, trovandomi favorevole, gli chiese di firmare per darci una mano. Non l'ha voluto fare probabilmente per non farmi un torto e magari perché stava aspettando una proposta fuori in serie D. Poi ha deciso di restare in Sardegna e andare al Samassi». Manis torna indietro di qualche mese: «Con Matteo ci siamo sempre sentiti in questi anni, col mancato ripescaggio in serie D del Muravera gli chiesi il favore di allenarmi in attesa di trovare squadra, sapendo anche di trovare un'ottima organizzazione, ci divertivamo e prendevamo in giro, poi si è infortunato e mi è stato chiesto di firmare ma non ho accettato per rispetto nei suoi confronti, non me la sentivo di giocarmi il posto con lui. Devo dire che sia il preparatore Andrea Vadilonga, che mister Cordeddu e il presidente Carboni sono stati sempre correttissimi nei miei confronti e li ringrazio».
Domenica saranno uno di fronte all'altro ed è inevitabile lo scambio di complimenti. «Matteo è un portiere di qualità e grossa personalità - afferma Manis - è un ragazzo molto equilibrato e ha delle ottime qualità coi piedi sia col destro che col sinistro, oggi molto importante per un portiere. Poi è un perfetto conoscitore del calcio regionale, ha aiutato molto il Monastir a crescere come società infondendo una mentalità da professionista, da quando è arrivato lui la piazza è cresciuta e sta diventando un punto di riferimento nel Cagliaritano. Lo dico perché ho avuto la fortuna di starci delle settimane, hanno tecnici preparati, una struttura non comune e non ti fanno mancare niente, è ancora una piccola realtà che non deve ambire a fare un campionato di vertice ma come quella di Monastir ce ne sono poche in Sardegna». Zanda incassa e ricambia: «Marco è molto dotato tecnicamente, ha dei "piedi" da far invidia ai migliori trequartisti. Come portiere è completo, ha una esplosività fuori dal comune in queste categorie, la posizione tra i pali è perfetta e nelle uscite è molto bravo. Non posso neanche sperare che lui non giochi perché il secondo è Mariano Atzeni, altro amico altrettanto forte. Non so però se dopo la partita potrò andare a vedere il suo incontro di pugilato».
Il Samassi vuole vincere ma il Monastir è pronto a fare lo scherzetto. «Domenica per noi è una gara tra le più difficili - dice Manis - prima il Monastir era molto forte ma un po' troppo giovane. Adesso, con gli innesti di Melis, Chessa, Cacciuto, Cocco, Todde e avendo sempre i fuoriquota bravi, hanno fatto un bel mix e per me valgono quanto le squadre in lotta per i playoff. Faranno un girone di ritorno importante, lo stanno già facendo perché arrivano dai pareggi con Stintino e Muravera e hanno battuto Torres e Taloro. Noi veniamo dalla bella vittoria sul campo dello Stintino finora imbattuto, un ottimo risultato pur con qualche problema come l'infortunio di Vignati nel riscaldamento e quello di Placentino nel primo tempo. Abbiamo fatto un girone d'andata molto "particolare", la società è stata paziente e va dato merito al presidente Setzu che ha lasciato continuare a lavorare in serenità lo staff tecnico e la squadra. Io mi trovo benissimo con il preparatore Gustavo Aragolaza (ex Cagliari, ndr) e con grande piacere ho ritrovato Mariano. Stiamo venendo fuori dal brutto periodo, dobbiamo cercare di fare più punti possibile con lo stesso spirito visto da dicembre in poi, ragionare gara dopo gara perché è il campionato è ancora lungo e molto livellato, a parte il Castiadas che continuerà a fare corsa a sé». Zanda ci ha messo del suo nel mercato di riparazione del Monastir: «La squadra era di qualità e non stava facendo malissimo ma con gli ultimi acquisti ci siamo sistemati bene, i nuovi arrivati stanno dando una grande mano e quell'esperienza che ci mancava. Siamo un bel gruppo. Andiamo a Samassi con tanta serenità, dopo aver fatto bei risultati, giocheremo la nostra partita rispettando quella che è una grande squadra, con grossi nomi in rosa e che adesso sta facendo vedere il suo valere. I troppi infortuni non hanno mai permesso di essere al completo creando tanta difficoltà al mister Busanca, che ritrovo con molto piacere dopo che in serie D mi diede sempre fiducia nei due anni all'Atletico. Noi ora siamo in una zona di mezzo, siamo attrezzati per giocarcela in tutti i campi ma l'obiettivo è raggiungere la salvezza prima possibile perché ancora può succedere di tutto».
Parte la scommessa in caso di vittoria. «Se vinciamo noi - dice subito Manis - Matteo dovrà pagare la cena a me, a Mariano e ai rispettivi preparatori. Se vince lui gli dovrò regalare un bel barattolo di nutella, tanto lui sa perché. O probabilmente glielo faccio già trovare nello spogliatoio così mangia prima della gara e poi non para». Zanda ascolta e ribatte: «Vinco io e gli compro una tavola da surf che vale più della cena. Ma deve stare attento a farmi trovare la nutella perché io paro di più, e voglio il barattolo grande». E poi svela il segreto: «Doverse settimane fa ci siamo visti per prendere un aperitivo ma siccome io sono astemio gli ho detto che avrei preso una birra analcolica. Mi ha detto: "Ordinala tu che mi vergogno". Poi ho preso un affogato alla nutella ed era scandalizzato: "Ma tu mangi e pari, io mi alleno anche di mattina e prendo gol da trenta metri". Ma era un periodo un po' sfortunato anche se in squadra abbiamo ottimi tiratori...».