«Stiamo gettando le basi per un futuro importante, vietato però abbassare la guardia»
Splende il sereno in casa Selargius, Maricca: «Il lavoro sta dando i suoi frutti ma la salvezza è tutta da conquistare»
Il Selargius mette le mani sulla seconda vittoria di fila, un evento piuttosto raro in questa stagione, è capitato appunto solo una volta, a cavallo tra la sesta e la settima giornata del girone di andata, grazie al 2 a 1 casalingo rifilato ad una compagine di tutto rispetto come l'Arborea, che arriva dopo il successo, altrettanto prestigioso, conquistato nella tana dell'Andromeda, un vero e proprio fortino che si è rivelato inespugnabile anche per compagini ben più quotate, almeno sulla carta, dei granata. Mister Giovanni Maricca può continuare, dunque, a lavorare con il pieno di serenità nella lunga pausa che ora manderà in stand-by il campionato: il quarto risultato utile consecutivo, un record assoluto in questo senso, consente di mantenere un vantaggio importante, sette lunghezze, rispetto alla zona play-off, ma l'esperto tecnico sa bene che non è assolutamente il momento per abbassare la guardia, anzi: l'obbiettivo di un'intera annata, la salvezza, deve ancora essere conquistato matematicamente, sul campo, e ovviamente ci sarà molto da lottare.
«Domenica c'è stata sicuramente una grande prestazione da parte nostra — dichiara Maricca — l'Arborea non è un cliente difficile, ma difficilissimo. Arrivavano al confronto con grandi motivazioni, alla luce degli ottimi risultati ottenuti nell'ultimo periodo: possono contare su un attacco molto importante e una organizzazione di gioco ad altissimi livelli. Lo sapevamo e in settimana abbiamo lavorato proprio in quest'ottica. Ho chiesto ai miei di limitare il tempo e lo spazio per le loro giocate, per il resto avremmo dovuto aspettare il momento giusto per colpire: conoscendo le nostre qualità, a mio avviso, non potevamo fare diversamente. Dopo 20' piuttosto buoni dei nostri avversari, dove ci stavano mettendo in grossa difficoltà, soprattutto perché non riuscivamo ad occupare bene tutte le zone del campo, è arrivato il loro gol, frutto comunque di un mezzo infortunio nostro. Paradossalmente ci ha dato la sveglia, siamo riusciti a sollevare il baricentro e per noi è iniziata un'altra partita. Il pareggio è nato da una combinazione su calcio piazzato che, tra l'altro, venerdì avevamo provato più volte in allenamento, cercando di sfruttare ogni eventuale deviazione; nel calcio, si sa, non c'è niente di ponderato ma devi farti trovare pronto per qualsiasi evenienza». Ad inizio ripresa, il sorpasso. «Una bellissima ripartenza, una progressione di 40-50 metri palla al piede, con uno dei nostri ragazzi più promettenti, Porceddu, un classe 2000 che ora sta imparando a gestire certe situazioni particolari e domenica ha dimostrato di aver imparato bene la lezione. Era da tempo che aspettavo di vedere quel tipo di azione. Dopodiché, è normale, abbiamo pensato a difenderci, soffrendo un po': loro non ci stavano a perdere, proprio per questo ci tengo a sottolineare la caparbietà con cui abbiamo portato a casa il risultato».
Per la seconda vittoria di fila, dopo il successo in casa dell'Andromeda, un campo tutt'altro che facile. «Stiamo provando a dare continuità al nostro cammino, una cosa non scontata quando hai a che fare con un gruppo così giovane. Non perdiamo ormai da quattro gare, dopo aver superato indenni due derby, contro squadre che forse avevano più fame di noi vista la posizione che occupano attualmente in classifica».
In questi casi gli episodi fanno la differenza: «Con il Quartu 2000 si è chiusa sullo 0 a 0 ma abbiamo fallito un calcio di rigore, con il Sant'Elena abbiamo subito il pareggio al 92', sugli sviluppi di una palla inattiva dopo aver sciupato il raddoppio, appena trenta secondi prima, in superiorità numerica di tre contro uno. Con i se e con i ma non si fa la storia, noi continuiamo con il nostro lavoro, in linea con quanto ho sempre dichiarato: volevamo togliere fuori le reali potenzialità di questa rosa e ora, dopo 23 partite, possiamo dire che ci sono delle buone basi di partenza per costruire, nell'immediato futuro, qualcosa di più importante. È dal 21 agosto che cerco di dare un'identità ben precisa a questa squadra».
Il tecnico non può che essere soddisfatto. «Considerando la situazione di partenza, che non sto qui a rimarcare, si tratta di un ottimo risultato, ma i meriti vanno estesi a tutto il resto del gruppo, che ci ha sempre creduto, in tutti i sensi. Ho a disposizione dei giocatori seri, che vogliono lavorare sodo, per emergere e, perché no, anche per farsi notare. C'è tanta disponibilità da parte loro, tanta abnegazione: non è facile trovare delle condizioni di questo tipo. Sono il primo a prendere le decisioni, sento molto la responsabilità, come è ovvio che sia, ma non posso dimenticarmi assolutamente di Tore Pippia, che considero il mio più grande collaboratore e non solo l'allenatore dei portieri, è tanto, tanto di più. Anche i ragazzi che sono andati via hanno contribuito a creare questa situazione, ma non basta, certo, perché ci sono squadre che corrono molto più forte».
L'obiettivo dichiarato del Selargius è sempre lo stesso: la salvezza. «Speriamo di raggiungerla il prima possibile, così avremo la possibilità di dare ancora più spazio a tutti gli altri talenti in erba, ci sono moltissimi classe 2000 quest'anno, un vanto per una società che ha sempre puntato forte sul settore giovanile. E a me piacerebbe continuare con questo lavoro».
Con 31 punti in tasca, tutto è decisamente molto più semplice. «In realtà ne abbiamo totalizzato 33 (ride). Un bottino che ci permette di stare tranquilli, ma la situazione non è così semplice come si può pensare: dietro le cose incominciano a complicarsi, sarà importante incassare i punti che ci mancano nel più breve tempo possibile. Anche perché affronteremo tante squadre in corsa per il titolo, tutte compagini molto attrezzate: Arbus, Carloforte, Seulo, San Marco. Oltre al Siliqua, che non potrà permettersi passi falsi».
Il Selargius sarà in un certo senso uno degli arbitri per la corsa all'Eccellenza: gli equilibri in campo cambiano rapidamente, di giornata in giornata. «In un primo tempo tra le favorite ci mettevo Carloforte, Arbus e San Marco; alla luce degli ultimi sviluppi non posso non considerare il La Palma, che a dire il vero è la compagine che mi ha impressionato di più, per intensità e qualità della manovra, oltre che sull'aspetto tattico. Nel mercato di riparazione si sono rafforzati molto, in avanti è arrivato Ligas, uno che conosco molto bene: con i suoi gol sta contribuendo a trascinare la squadra in alto. Contro di noi all'andata hanno preso soltanto un punto, forse avremmo meritato di perdere per come ci siamo espressi, però c'è da elogiare la voglia di non arrendersi mai da parte dei miei, con il pari arrivato al 94', ma in quell'occasione fecero una grande partita. Per la sfida del ritorno invece, ho un pizzico di rammarico per non averli potuti sfidare al completo, visto che mancavano otto titolari. Loro comunque sono stati ineccepibili, soprattutto sul piano dell'agonismo. Rientrano sicuramente nella lista delle pretendenti al titolo, ma non lo scopro di certo io, lo dice la classifica».
Il campionato però ora si ferma per quindici giorni. «Una sosta forzata, anche piuttosto lunga: abbiamo già stilato un programma di amichevoli per farci trovare pronti al rientro. Ci tengo a sottolineare una cosa: siamo soddisfatti e contenti per il lavoro, che sta dando sicuramente i suoi frutti, ma ancora non abbiamo fatto nulla. Tutto bello, tutto positivo, ma non possiamo e non dobbiamo abbassare la guardia: sarebbe un errore imperdonabile».