Con Carrucciu esclusi dal club a metà febbraio
Tagliati dal Tergu e senza calcio da due mesi, Secchi e Bazzoni: «Società scorretta e poco seria, una vigliaccata che fa passare la voglia di giocare»
Una era il capitano e perno della difesa, l'altro era il portiere che guidava la retroguardia e l'altro ancora era il fuoriquota d'attacco con maggior esperienza. Un bel giorno, all'indomani di una vittoria importante sul campo della Ferrini Cagliari, il Tergu Plubium ha deciso che Riccardo Carrucciu, Antonio Secchi e Gabriele Bazzoni non facevano più parte del gruppo guidato da Davide Boncore. Lo scorso 12 febbraio, infatti, il club del presidente Lello Mela annunciò i tre clamorosi "tagli" (leggi l'articolo) motivandoli col fatto che, nonostante gli sforzi economici compiuti ad inizio stagione e a dicembre, non si erano raggiunti gli obiettivi prefissati (vincere la Coppa Italia o agguantare i playoff) e perciò si chiudeva il campionato puntando principalmente sui giovani. Si era appena giocata la 21esima giornata, col Tergu che aveva agganciato proprio la Ferrini al quinto posto a quota 33, ad 1 punto dal Calangianus quarto in classifica e a 13 lunghezze dalla coppia di vice-capolista San Teodoro-Atletico Uri. Sono passate altre 7 giornate e gli anglonesi hanno guadagnato una posizione e, soprattutto, recuperato 3 punti all'Atletico Uri, che nel frattempo si è staccato dal San Teodoro di 3 lunghezze. Questo vuol dire che se nei prossimi 180' di gare verrà rosicchiato un altro punto ai giallorossi di Muroni, il Tergu potrà disputare la semifinale playoff.
I tre giocatori che non hanno preso parte agli ultimi due mesi di campionato ancora schiumano di rabbia per una decisione che li danneggia economicamente e professionalmente ma, soprattutto, che li sta tenendo fuori rosa nella parte più bella ed emozionante della stagione. «Quello che ci è stato fatto - dice Antonio Secchi - è una cosa ignobile, di fatto staremo sei-sette mesi senza giocare, come per un giocatori che si rompe i legamenti di un ginocchio. Abbiamo subito una scorrettezza che non ha eguali nel mondo del calcio, al Tergu sono convinti di essere professionisti ma non hanno mai visto calcio, si definiscono un'isola felice ma hanno fatto peggio di chi ti dà il benservito a dicembre». Il 31enne portiere di Sennori ricorda l'episodio come un fulmine a ciel sereno: «Eravamo reduci dall'1-0 a Cagliari contro la Ferrini, con soli 5 senior in campo per via delle tante assenze, una bella vittoria che ci aveva rilanciato in classifica in chiave playoff. Dopo l'allenamento del martedì in vista del derby a Valledoria io sono andato subito via per problemi di lavoro, mi hanno poi telefonato i miei compagni dicendomi che la società aveva comunicato che stava mandando via Bazzoni e Carrucciu e che anche io ero nella lista». La motivazione che è stata data nel comunicato ufficiale non convince l'ex Torres, Ilva, Calangianus e Lauras: «Che la società ci aveva chiesto i playoff è vero ma che non li abbiamo raggiunti è falso perché essere quinti e poter recuperare 4 punti per fare gli spareggi, quando mancano 9 giornate, vuol dire poter rispettare ancora i programmi. La verità è che un pseudo-personaggio dello staff della prima squadra, e che aveva costante accesso allo spogliatoio, ha sempre remato contro il gruppo, una persona così fa solo del male al calcio. Questo taglio è stata la cosa più brutta che si possa fare ad un giocatore chi vive di calcio, se avessero anticipato la decisione di un mese e mezzo allora uno si sarebbe potuto accasare altrove». Proprio a dicembre Secchi aveva chiesto di andar via: «Perché si erano comportati malissimo, avevo iniziato un percorso lavorativo che a loro non andava più bene, oltre al fatto che ero stato cacciato via prima della semifinale di ritorno di Coppa Italia, decisione poi rientrata solo perché il mio sostituto non aveva il cartellino in mano. Dopo aver fallito l'accesso alla finale di Coppa Italia mi è stato detto che dovevo rimanere per puntare ai playoff. Non penso, tra l'altro, di aver fatto male a Tergu ma se anche fosse non ci si comporta così. Per questo gesto vigliacco ne ho sofferto, ti passa la voglia di fare chilometri e sacrifici per il calcio ma poi c'è chi mi è stato vicino, tra compagni di squadra, ex società come il Lauras e il Calangianus o amici come mister Sassu e Angheleddu. Ho ricevuto tantissime chiamate e messaggi d'affetto nei miei confronti, ciò vuol dire che qualcosa l'ho fatta nel calcio e che si riconosce non solo il valore del giocatore ma anche quello della persona». Il portiere non le manda a dire nemmeno al tecnico Davide Boncore e difende la squadra: «Con me il mister non è stato onesto e non centra niente con la squadra perché fa parte della società che l'ha sempre difeso e che dava a noi giocatori la colpa dei risultati negativi. Sono stati tagliati i giocatori che il tecnico, in previsione futura, non voleva confermare. Ma il messaggio che sta passando è che la decisione è stata presa per il bene della squadra, invece eravamo un gruppo unito che stava facendo tanto per le condizioni in cui era stato messo, sempre sotto pressione e condannato per ogni minimo gesto». Eppure la stagione era partita il 3 agosto con la preparazione pre-campionato: «Come nemmeno i professionisti fanno - dice il portiere - la prima giornata era fissata per il 20 settembre. La società ha puntato su alcuni giocatori non sardi spacciandoli per fenomeni e, all'inizio, non riuscivamo a trovare la quadratura; da fine ottobre in poi non abbiamo mai fatto così male tranne il ko a Selargius le prime due gare dell'anno nuovo dopo la sosta di Natale. Ma a dicembre ci eravamo rinforzati con gli arrivi di Gutierrez, Pulina e Bruno e potevamo agguantare i playoff. Il Latte Dolce era la più forte e ha meritato di vincere il campionato ma il Tergu del girone di ritorno non era inferiore a San Teodoro e Atletico Uri».
Gabriele Bazzoni puntava molto sull'avventura con l'ambizioso Tergu Plubium. Dopo aver vinto il camponato di Eccellenza con la Nuorese e il brutto infortunio (frattura del perone) durante la preparazione con i barbaricini in serie D, l'esterno offensivo classe 1995 a metà della scorsa stagione era passato al Lanusei dando subito una grande mano agli ogliastrini (5 gol in 3 giornate) per ottenere la promozione in serie D tramite la Coppa Italia. «Questo è il mio ultimo anno da fuoriquota - dice con rammarico il 20enne sassarese - ed era fondamentale fare una buona stagione, come stava accadendo. Forse stava mancando qualche gol in più ma le prestazioni erano soddisfacenti. Soprattutto era importante essere protagonisti nel finale di campionato, che è poi quello che tutti si ricordano di più. Invece abbiamo subito un danno enorme perché nessuno di noi ha potuto trovare un'altra sistemazione, io sono costretto ad allenarmi da solo e non condividere più le gioie e i dolori con i miei compagni di squadra che possono centrare ugualmente i playoff. Glielo auguro, il gruppo era sano e unito nonostante allenatore e società mettevano ansia e non ci facevano stare sereni». Bazzoni torna sulle motivazioni del "taglio": «La società non è stata seria e per me può anche sparire perché così non ci si comporta. Dire che non avevamo raggiunto gli obiettivi è una scusante, dire che si puntava sui giovani mandando via me che sono un fuoriquota è un controsenso, c'è sicuramente dell'altro sotto». Anche l'attaccante cresciuto nel Latte Dolce si sente deluso da mister Boncore: «Mi vantava e prometteva che mi avrebbe fatto andare fuori dalla Sardegna in qualche club di serie D, però dopo la decisione della società non mi ha fatto una chiamata, né mandato mai un messaggio. Vuol dire che è stata anche una sua la scelta e dimostra che persona è. Il mio futuro? Ci sono state delle chiamate da parte di qualche società così per sondare il terreno ma sono ancora molto deluso. È un peccato che sia andata a finire così, ora si tira avanti e poi vedremo che accadrà nei prossimi mesi».