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Tanti gol, poco spettacolo. Di chi è la colpa?
Una brutta giornata per i campionati nazionali

Tanti gol, poco spettacolo. Di chi è la colpa?

La giornata dei campionati nazionali di A2 e B, quelli nei quali sono coinvolte squadre sarde, per una volta non regala grosse emozioni. Vince con facilità il Cagliari, in A2, mantenendo la vettà della classifica e staccando ulteriormente la terza forza del campionato, la New Team Gorizia, bloccata sul pari. Sicchè pare che il discorso promozione diretta riguardi ormai solo due squadre, quella del presidente Vacca ed il Vicenza.
Semmai la straripante affermazione dei rossoblù, 19-0, dà il la a due riflessioni, la prima di ordine - per così dire - filosofico-sportivo, la seconda riguardo all'organizzazioni dei campionati.
Andando con ordine, ecco la domanda che ritorna sempre in questi casi: la squadra così palesemente superiore, si deve "fermare"? Deve, cioè, evitare di infierire sull'avversario, una volta che non solo il risultato è acquisito ma i contorni del punteggio assumono caratteristiche così rotondamente pesanti? Togliere il piede dall'acceleratore, in questi casi, è una forma di rispetto? O è più rispettoso onorare l'impegno fino in fondo, "allenandosi tutta la settimana con grande impegno come se si dovesse affrontare la prima in classifica perché gli avversari si rispettano dedicandosi a loro e dando il meglio di se stessi, non snobbandoli perché inferiori"? (Ed in questo caso abbiamo ripreso proprio le parole di Diego Podda, che ha così commentato la questione).
Sappiamo bene che il dibattito non può trovare una soluzione. Non c'è probabilmente una risposta giusta. Forse, a volte, in passato, alcune squadre son riuscite nell'impresa di non andare più in gol senza mostrare disimpegno, di controllare il gioco fermando il tabellone ad uno scarto "accettabile".
Troppo difficile, secondo noi. Troppo umiliante, per chi gioca, rendersi conto che l'avversario potrebbe segnare e non lo fa. Troppo odorante, un simile atteggiamento di apparente "benevolenza", di vera presa in giro. Non pretendiamo di dare una risposta giusta. Ma la nostra risposta al quesito sposa quella di Podda: nello sport il rispetto è dare il massimo, in modo leale, sempre e comunque.

La seconda riflessione la accenniamo, perchè dovrebbe esser fatta in realtà altrove, a Roma, ad esser precisi, dove si organizzano i campionati. Ed è questa: è possibile che il campionato di A2, il secondo per importanza a livello nazionale (in una nazione che è appena arrivata terza ai mondiali, dunque non esattamente minore rispetto a questo sport), è possibile, dicevamo, che questo campionato presenti situazioni simili, nelle quali una squadra si presenta in campo con sei giocatori in tutto? Dov'è lo spettacolo? Dove è l'ingrediente fondamentale per una qualsiasi competizione, ovvero che la stessa sia reale?
Perchè non rendersi conto che avere più squadre è una "vittoria" di breve periodo e pericolosa, se si produce un calo dell'interesse - e quindi delle adesioni - nel medio-lungo termine?
Noi crediamo che l'interesse di chi organizza una manifestazione, che sia il torneo parrocchiale o l'NBA, sia quello di renderla il più spettacolare possibile. Dove per spettacolare si intende avvincente, combattuta, appassionante e chi più ne ha più ne metta (unico vincolo: la regolarità sportiva dell'evento). Forse, a Roma, l'obiettivo non è (o non è solo) questo.

Scendiamo di un gradino, passiamo alla serie B, e le considerazioni sono dello stesso tenore. Detto che l'Elmas ha riposato e che il Paolo Agus ha liquidato con semplicità il Capoterra 2000 (6-0), anche in questo caso la giornata è spunto per ragionamenti non troppo allegri. Quelli su di un campionato da tempo mozzo, perchè privato dell'interesse per i risultati che riguardano la zona bassa della classifica. Con il ritiro del Fiumicino, infatti, non c'è più una lotta per salvarsi: tutte le squadre sono già salve. Non sappiamo se il ritiro di una squadra sia peggio del fatto che, a monte, il torneo prevedeva un'unica retrocessione. Sappiamo che sarebbe stato molto più lungimirante accorpare i gironi di serie B e renderli più lunghi e combattuti. Inseguire un'iscrizione (con relativa quota) in più porta lo svilimento della manifestazione e - c'è da attenderselo - meno iscrizioni in futuro. Questa almeno è la nostra opinione.

Purtroppo poi, la scelta sciagurata della Federazione, viene amplificata da comportamenti come quello del Capoterra 2000. Che, stranamente, ha visto la rosa dimezzata più o meno in concomitanza con la news della "salvezza politica" per tutti. Non sarà mica che la società ha voluto risparmiare sui rimborsi ai giocatori? Se è così, ci piacerebbe sapere che quei soldi serviranno a far crescere il movimento, magari perchè verranno investiti nei settori giovanili.
Ma ne dubitiamo.

In questo articolo
Allenatori:
Stagione:
2012/2013
Tags:
Serie A2
Campionati Falsati
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Goleade