«E' emersa tutta la nostra voglia di vincere»
Tharros di nuovo in Prima Categoria, Contini si esalta: «Spareggio vinto con grande merito»
Vincere un campionato è sempre una soddisfazione, ma conquistare una promozione diretta sulla panchina della Tharros, ardua impresa in cui in tanti si sono cimentati senza successo nel recente passato, lo è ancora di più: che mister Contini fosse un allenatore bravo e capace già lo si sapeva, e il trionfo della passata stagione con l'Atletico Cabras era solo l'ultima conferma, in ordine cronologico, in questo senso; ma che potesse letteralmente trasformare una squadra, apparsa in avvio balbettante e troppo timida, almeno sul piano dei risultati, fino a renderla robusta e inarrestabile come una corazzata, era una cosa difficile da pronosticare, soprattutto alla luce delle cocenti delusioni maturate negli ultimi anni.
«E' andato tutto per il verso giusto – ammette sereno e soddisfatto il tecnico -, il miglior premio dopo un anno in cui i sacrifici sono stati tantissimi, da parte dei ragazzi, del preparatore atletico sino ad arrivare al magazziniere.
Un ruolo fondamentale – precisa – è stato svolto dalla società, con il presidente sempre in prima fila: ha investito tanto, in termini di risorse e di tempo, ci ha messo il cuore in questo progetto e finalmente può raccogliere quanto si merita; c'è sempre stata grande armonia – continua -, un aspetto fondamentale per fare bene».
Un successo che per il mister assume un significato ancora più prezioso e particolare:
«Io vengo dalla scuola calcio della Tharros, ho giocato quattro anni nelle giovanili e ben nove in prima squadra; sono felicissimo, vincere qui ha un sapore speciale».
Il testa a testa con l'Oristanese ha aggiunto quel pizzico di adrenalina in più ad una stagione già elettrizzante di suo.
«Meritano tutto il nostro rispetto, ma non penso di fare un'analisi errata se dico che nello spareggio abbiamo dimostrato di essere più quadrati, di avere molta più voglia di loro; tra le due, la Tharros è stata la squadra più concentrata, che è riuscita a tenere meglio il campo, meritando senza ombra di dubbio la vittoria finale, strappata in un terreno che oltretutto non ci avvantaggiava».
Una partita esaltante, incorniciata dal pubblico delle grandi occasioni.
«Non capita spesso di vedere mille persone sugli spalti, tra cui tantissime facce nuove; per me è stato un vero e proprio onore che ad assistere alla gara ci fossero anche personaggi molto legati a questi colori come Sergio Dessì, Mario Perra, Matteo Musu, Sandro Isu; una cosa sicuramente molto emozionante, soprattutto se si tiene conto che si tratta pur sempre di una Seconda Categoria».
Le premesse, al momento del suo arrivo, non erano delle migliori.
«La squadra occupava il quinto posto, ma non ho trovato una situazione disastrosa, anzi: chi mi ha preceduto, Renato Piras, ha formato un gruppo bellissimo, davvero molto affiatato; c'erano alcune cose da registrare, il potenziale era altissimo ma i ragazzi non credevano nei loro mezzi.
Ho cercato di far capire ai miei giocatori che non dovevano sentirsi inferiori a nessuno, si trattava soltanto di impegnarsi con più convinzione; ero sicuro che i risultati sarebbero arrivati, si trattava di una questione di tempo, ma era necessario credere, noi per primi, in questa grande scommessa che poi si è rivelata vincente».
Questa ennesima impresa non fa che confermare tutta la bontà del lavoro svolto dal tecnico sino ad ora: difficile non essere estremamente orgogliosi dopo le promozioni ottenute con il Palmas, dalla Terza alla Seconda; con l'Abbasanta, approdo in Prima; e con il Cabras, vittoria del campionato di Prima Categoria.
«Ho allenato quattro squadre diverse, riuscendo sempre a centrare gli obbiettivi; è normale sentirsi felici, credo, ma non bisogna mai accontentarsi: sarebbe un errore cullarsi sugli allori perchè l'esperienza insegna che proprio quando abbassi la guardia arrivano le delusioni».
Contini è già pronto a ripartire con una nuova avventura, «magari ancora qui alla Tharros, dove ci sono tutti gli ingredienti per continuare a stupire, sperando che si riesca a risolvere la questione legata agli impianti; mi auguro che il comune ci venga incontro, perchè non è sostenibile affrontare certi disagi, come capitato quest'anno.
Il nostro presidente è seriamente intenzionato a sistemare il campo Tharros, dotandolo di un manto in sintetico; il primo passo – continua il tecnico – per dar finalmente vita ad un settore giovanile efficiente, un progetto che ci permetterebbe di crescere esponenzialmente e che mi piacerebbe seguire direttamente».
L'epilogo, come si diceva in precedenza, è stato decisamente a lieto fine, ma la Tharros si è complicata notevolmente l'esistenza, con quei due passi falsi consecutivi, ad Ottana e contro la Fulgor, che rischiavano di compromettere irrimediabilmente un'intera annata.
«C'è da dire che abbiamo affrontato due buone squadre, oltretutto in quel momento attraversavano un ottimo momento di forma: nel primo caso la prestazione da parte nostra è stata insufficiente, non siamo stati capaci di replicare sul piano dell'agonismo, della determinazione e della fisicità, soprattutto a causa della giovane età dei nostri interpreti; la sconfitta era meritatissima, a differenza di quanto accaduto nel derby, dove abbiamo dominato, costruendo, non esagero, una ventina di palle gol e subendo la rete decisiva nell'unico tiro concesso ai nostri avversari».
Nel momento più delicato della stagione, la squadra ha mandato i segnali più importanti:
«Non ci siamo persi d'animo, pronti a giocarci il tutto per tutto contro l'Oristanese senza nessun freno a livello psicologico».
Lo spettacolo però non è stato dei migliori:
«Una partita bruttissima – ammette -, con le due squadre contratte dalla tensione e dalla paura di perdere tutto, a vantaggio della Sanverese».
Negli scorsi giorni si è parlato molto, per l'appunto, di un possibile accordo tra oristanesi:
«E' una cosa che non sta ne in cielo e ne in terra - sbotta il tecnico rimandando le accuse al mittente -: cerchiamo, parlo anche a nome del mio collega coinvolto in questa polemica, di insegnare determinati valori attraverso lo sport, non saremmo mai stati capaci di scendere così in basso, non fa parte della nostra mentalità, è assurdo che si possano fare certe insinuazioni, soprattutto alla luce del grande rispetto e dell'amicizia che nutro nei confronti della Sanverese: ho sempre sostenuto che fosse una delle maggiori candidate, assieme al Cuglieri e alla stessa Oristanese».
Il prossimo campionato di Prima Categoria si annuncia intanto estremamente interessante:
«Mi auguro prima di tutto che anche i nostri cugini riescano a centrare la promozione; sarebbe bellissimo per Oristano avere due squadre in Prima, sono sicuro che il pubblico apprezzerebbe lo spettacolo.
Ci sono le premesse per un mini-girone di alto livello con Cabras, Santa Giusta, Arborea; una cosa eccezionale, anche in ottica spostamenti».