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Salvatore Sechi, presidente, Torres
«La serie B? Si prendano loro la responsabilità del progetto, mi faccio da parte»

Torres, la replica di Sechi: «Quali sono gli imprenditori del Latte Dolce? Chi vuole il club prima lo acquisti e poi parli, hanno 48 ore di tempo»

Sono giorni di grande fermento a Sassari con il tema calcio che la fa da padrona. Il Latte Dolce, attraverso un lungo comunicato, rilancia la proposta di unione delle forze con la Torres per un progetto ambizioso e sinergico che possa portare negli anni a raggiungere un traguardo storico come la serie B. A stretto giro di posta arriva la risposta del presidente del club rossoblù Salvatore Sechi che, attraverso una conferenza stampa, rimarca quanto sia stato difficile chiudere la stagione dovendo affrontare le voci di fusione e quanto non sia d'accordo sulle modalità e i contenuti del comunicato dopo aver chiesto lui un incontro pubblico con chi fosse interessato all'acquisizione della Torres. Il numero uno dell'ultracentenaria società è comunque disposto a farsi da parte affinché entri in campo chi ha prospettato il perseguimento di grandi risultati sportivi negli anni a venire, dando due giorni di tempo per l'acquisizione del club. «Innanzitutto - esordisce Sechi - voglio ringraziare tutti quelli che hanno contribuito, in qualità di sponsor, dirigenti, tifosi, giornalisti e media, ad ottenere tutti insieme il risultato sportivo incredibile di quest'anno. Sono partito da sottozero, con una operazione condivisa e abbiamo disputato un campionato esaltante, grazie ai ragazzi e ai tecnici ci siamo divertiti fino alla fine. Ci fa onore aver portato il nome di Sassari ai suoi livelli in ambito regionale e nazionale, il calcio sassarese ha fatto una bella figura». Ma poi precisa: «Dobbiamo però essere trasparenti con tutti, perché da quando hi ripreso la Torres le operazioni sono state sempre condivise e chiare per tutti, dopo anni bui e strategie fallimentari». 

 

Le interferenze e la trasparenza. «Sono stato costretto ad interrompere i lavori per organizzare il nuovo campionato di serie D perché ieri il Latte Dolce ha fatto una conferenza stampa citando molte volte il nome della Torres. La mannaia dell'impicca-babbo si è vista immediatamente. Durante la fase finale del campionato, alcuni dirigenti del Latte Dolce, nello specifico Adriano Fantoni (il direttore generale, ndr), insistentemente hanno interferito nella fase più delicata della nostra stagione. Abbiamo passato momenti difficili; i ragazzi, ai quali chiedevamo il massimo dal punto di vista sportivo, venivano disturbati da queste notizie. Io ho cercato di tutelare il gruppo, minimizzando e usando la tattica delle motivazioni e delle prospettive. Non è bastato ciò perché, finito il campionato, sono stato chiamato ripetutamente ad un incontro privato con delle persone che non conosco, sempre sollecitato dal presidente del Latte Dolce Roberto Fresu. Le operazioni della Torres devono essere trasparenti, la Torres è fatta di condivisione, esperienze e fatti concreti ma non parole perché creano caos e confusione. Nonostante avessi chiesto un incontro pubblico in cui le idee che ho letto nelle proposte dovevano incrociarsi con le mie, frutto dell'esperienza pluriennale nell'ambito Torres, mi sono stati richiesti incontri riservati che puntualmente ho rifiutato. Poi, senza nessun avvertimento, vedo un comunicato con delle cose ben precise scritte sulle quali è bene soffermarsi».

 

La contrarietà ai contenuti del progetto.  «Non sono d'accordo su nulla di quanto riportato nel comunicato. Non esiste una polisportiva ai giorni d'oggi, si sono dimenticati di scrivere che lo sport d'origine della nascente Torres era l'atletica leggera. Lo sport è fatto di specializzazione, ognuno per le proprie categorie portando avanti i rispettivi progetti in modo indipendentemente e con le proprie peculiarità. Si parla di imprenditori interessati e viene emanato un comunicato da una società sportiva. Essendo carta intestata del Latte Dolce sarà il presidente Roberto Fresu a prendersi le responsabilità di ciò che è stato scritto e paventato. Non conosco altri imprenditori, né si sono presentati a me in nessuna situazione pur essendo stato disponibile alla discussione sin dal primo momento in cui ho preso la Torres, avendo il cuore in mano e la rappresentanza di persone serie».

 

In difesa della programmazione. «Programmazione improvvisata? Parla il campionato scorso, io non ho mai parlato del Latte Dolce ma invito a vedere i risultati da noi ottenuti e quelli degli altri che vanta la super-organizzazione. Siamo un gruppo di persone amanti della Torres, la mia faccia è servita a dare garanzia anche a chi voleva investire sulla società in modo importante e stando al mio fianco. Mi sarei aspettato nome e cognome di imprenditori e programmi seri per il futuro per garantire una imprenditorialità giovane di gestione. Trovo vergognoso che non sia mai stato citato il mio nome in qualità di presidente».

 

Le strutture del Latte Dolce. «I contenuti sono gravissimi. Ad esempio, quando si parla delle strutture sportive del Latte Dolce, bisogna ricordare che sono comunali e sono nate per il quartiere che è tra i più poveri della Sardegna. La storia del settore giovanile del Latte Dolce parla chiaro, lì sono nati giocatori che senza quelle strutture non si sarebbero mai riscattati socialmente. Non è giusto che la Torres usi quelle strutture perché sono dei ragazzi che nascono in quel quartiere. Sono altre le strutture della Torres, mi sarei aspettato la volontà di rimettere a posto le strutture date in gestione alla Torres, come quella dell'Arena del Sole nella quale hanno fatto allenamento tutte le squadre giovanili come la Juniores che ha vinto il campionato regionale. Noi abbiamo ospitato la squadra Allievi del Latte Dolce impegnata nella fase finale regionale contro la Monserrato, le loro strutture invece non sono state mai rese disponibili l'anno scorso quando la squadra era in condizioni pietose, rifiutandosi di far fare allenamento ai ragazzi che erano in condizioni disperate».

 

Niente improvvisazione ma realismo. «L'improvvisazione non fa parte della mia storia alla Torres, ho avuto dei successi. Sono abituato a vedere tutti i dettagli di quello che viene costruito. Ho bisogno di imprenditori seri al mio fianco, dai piccoli a quelli più consistenti. Non dobbiamo fantasticare, siamo in un territorio in difficoltà con persone che faticano a comprare il biglietto per andare allo stadio». 

 

La volontà di farsi da parte. «Io devo avere fiducia nel futuro, qui si parla di un cronoprogramma molto impegnativo economicamente e non mi prendo la responsabilità di non considerare ciò che c'è scritto. Per questo motivo mi faccio da parte e darò la possibilità a chi ha scritto quei contenuti di attivarli immediatamente. Bisogna però fare un piccolo passaggio: per parlare della Torres bisogna averne titolo ed esserne proprietari. Roberto Fresu o chicchessia tratti con lo studio incaricato alla vendita della società. Tutto ciò avviene a ciel sereno, ho preso degli impegni coi tecnici, Tortora per i risultati che ha ottenuto si è conquistato una programmazione di due anni, e abbiamo i nostri giocatori compreso tutto il settore giovanile. Non condivido i contenuti del comunicato ma ho fiducia che questo fantastico progetto venga realizzato, perciò non sarò io ad impedirlo, lo dico serenamente anche se sono molto dispiaciuto per tutte le persone che ci hanno messo l'anima per ottenere questi risultati sportivi».

 

L'ultimatum per l'acquisto. «Perciò darò 48 ore di tempo a chi vuole acquistare la società per attivare questo bellissimo progetto. Adesso la palla passa non so a chi, il quale dovrà mettere sul tavolo certe risorse ma il primo passaggio, ripeto, è avere il titolo per poter parlare della Torres e applicare quanto scritto nel comunicato».

In questo articolo
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2017/2018