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Marcello Angheleddu, centrocampista, Tortolì
«In Coppa con l'Unipomezia bravi a gestire la gara»

Tortolì, il traguardo si avvicina, Angheleddu: «Affronteremo la Ferrini con la mentalità di chiudere il campionato»

Non è ancora un match ball per la serie D ma già domenica il Tortolì potrebbe festeggiare il salto di categoria. Due sono le condizioni indispensabile perché questo traguardo storico possa essere tagliato con 5 giornate di anticipo: battere la Ferrini in casa e sperare che il Budoni, staccato di 14 punti, non vinca a Monastir. In caso di identico risultato o comunque di non successo da parte degli ogliastrini tutto verrebbe rimandato allo scontro diretto in casa dei galluresi fra due domeniche. 

«Sappiamo di questa possibilità - dice Marcello Angheleddu - e non ci nascondiamo né dobbiamo fare gli scaramantici. Si aspetta domenica e si deve affrontare la partita con la mentalità di chiudere il campionato. A me è già capitato a Sanluri e Lanusei di portare una piazza nuova in serie D ed è sempre una grande soddisfazione perché si vede come cresce l'entusiasmo». E a Tortolì c'è tanto entusiasmo come ha dimostrato la gara di Coppa Italia contro l'Unipomezia che ha registrato il tutto esaurito al Sa Suergera. È bastato l'1-1 per approdare ai quarti dopo la vittoria per 3-1 in trasferta. «La partita è stata più difficile del previsto - continua il centrocampista classe 1984 - perché dopo un 3-1 si rischia di prenderla alla leggera. Il Pomezia è una squadra organizzata che recuperava anche qualche giocatore importante tra gli squalificati e gli infortunati, e non doveva illudere il fatto che in campionato fossero nelle ultime posizioni. A noi mancavano Vignati e Alessandrì, abbiamo perso a gara in corso anche Placentino che coi suoi strappi poteva essere determinante come si è visto all'andata ma siamo stati bravi a gestire la gara». Mancando i due centrali di difesa, Angheleddu ha arretrato il raggio di azione e fatto coppia con Gutierrez. «Rispetto a giocare in mezzo al campo si fa meno lavoro fisico e di ritmo ma si è più concentrati, non si possono perdere le distanze e i duelli aerei. Mi sento abbastanza giovane per giocare ancora a centrocampo ma quando si gioca in una squadra forte come il Tortolì si sta a guardare poco alla posizione in campo e ci si mette a disposizione anche in ruoli nei quali vengono rispecchiate in pieno le proprie caratteristiche. Si pensa più alla squadra sennò non si ottengono certi risultati». La duttilità dei giocatori è uno dei segreti del Tortolì: «Esattamente, come l'organizzazione, la qualità, lo strapotere fisico, i giovani e averne uno che fa tanti gol fa la differenza. Un'altra nostra forza è non aver mai fatto calcoli e aver affrontato tutti gli avversari in modo uguale domenica dopo domenica e quella con la Ferrini sarà un'altra occasione in cui ci comporteremo alla stessa maniera».

 

In questo articolo
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2016/2017