«Più dei sentimenti conta la realtà, ripartirò dove c'è un progetto»
Villacidrese, Costa sperava in un diverso addio: «Si è chiuso un ciclo, avrei preferito regalare la salvezza. Ha pesato il ritardo nella programmazione, in futuro farò scelte ponderate»
Una stagione passata controcorrente a risalire la china e recuperare il tempo perduto nella programmazione e nella costruzione della squadra. La Villacidrese ha lottato, ha cercato di mantenere la categoria ma non ce l'ha fatta, una retrocessione amara e un risultato negativo che non scalfisce il morale e l'integrità del tecnico Daniele Costa che ha sempre presentato sul campo una squadra votata al gioco e alla battaglia sino all'ultimo secondo. «In questa stagione ci sono state difficoltà dall'inizio - spiega l'allenatore classe 1986 - quello che ha pesato maggiormente è stato il ritardo nella programmazione, scelsi per quello di farmi da parte proprio perché la società non aveva le idee chiare. Abbiamo perso pedine fondamentale nel tragitto e un gruppo ridimensionato completamente dalla stagione scorsa ed è difficile lavorare con tre quarti di squadra nuova. Sul piano del gioco non siamo mancati, abbiamo battuto il Guspini, siamo andati a vincere ad Arbus e fatto soffrire il Samassi, la squadra è stata viva e capace di creare cinque o sei palle-gol nette in ogni campo. I ragazzi hanno dato il massimo, è chiaro che l'autostima poi scende quando i risultati non arrivano, alla lunga in un gruppo giovanissimo tutto questo logora e crea scompensi». Mister Costa sottolinea come il gruppo «si è sempre allenato bene, la dignità e l'onore credo che ci sia stato sempre riconosciuto. Nonostante il verdetto negativo del campo la mia più grande soddisfazione è stata quella di far crescere giovani interessanti e di valore, come i 2000 Diego Pinna (nella foto con mister Costa) e Luca Muscas che hanno giocato con grande regolarità».
L'avventura in biancoceleste termina qui, Daniele Costa traccia in un bilancio: «Si è chiuso un ciclo, avrei preferito regalare la salvezza fermo restando che in tre anni si è vinto un campionato, una promozione coi playoff e una salvezza con dei ragazzi giovanissimi e meno giovani che fanno questo sport solamente per passione e come valvola di sfogo. Auguro il meglio alla società alla quale sarò sempre riconoscente, sarò sempre il primo tifoso della Villacidrese, ci sono però dei problemi da risolvere sugli impianti sportivi, abbiamo combattuto tutta la stagione ed è stato un disastro poterci allenare tra illuminazione che mancava o concomitanza con squadre di altre categorie. Poi è chiaro che c'è un bel materiale per ripartire». Il futuro personale è una incognita. «Non mi interessa la categoria, mi piace lavorare coi giovani, in una società seria, se non trovassi queste condizioni non ci sono problemi per stare fermo per aggiornarmi e andare avanti. Di certo non farò certi errori, questa stagione mi ha insegnato che più dei sentimenti bisogna essere realistici, obiettivi e fare scelte ponderate. Ringrazio i ragazzi perché ogni stagione ti porta un qualcosa di importante nel bagaglio per la propria crescita, ho voglia di riniziare e di rimettermi in gioco perché di mentalità sono un vincente e mi piace ottenere i risultati, non sono il primo né l'ultimo che retrocede».