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Damiano Tommasi
«Ora stiamocene a casa, avremo tempo per recuperare»

Aic, la linea di Tommasi: «Impossibile giocare il 5 aprile, in campo a fine maggio o giugno. Niente Europei e l'Uefa sostenga tutte le leghe»

Dopo la denuncia fatta in una lunga nota dell'Aic sulla paradossale situazione che si stava verificando in diversi club professionistici che convocavano gli atleti per allenamenti in piccoli gruppi. nonostante un decreto contenenti misure urgenti di contenimento del contagio di coronavirus, Damiano Tommasi, presidente dell'AssoCalciatori, ha parlato in tv collegandosi con il programma di Fabio Fazio a "Che Tempo Che Fa": «Fermare i campionati e le Coppe è stato complicato come condividere il nostro compito di cittadini di stare a casa. Ancora ci sono tante persone e diverse zone di Italia in cui non è percepito e compreso tutto questo. Al nostro interno, nel mondo dello sport e del calcio, avevamo l'obiettivo di lanciare un messaggio forte e chiaro come quello dato delle nostre istituzioni e che si sta comprendendo piano piano anche in Europa».

 

Ripresa dei campionati. «La Formula 1 per esempio ha già in forse i Gran Premi di fine maggio mentre nel nostro ambiente si sta parlando di tornare a giocare il 5 aprile: il che è chiaramente impossibile. L’auspicio è quello di tornare a giocare forse a fine maggio o nel mese giugno, ma se tutto va bene e se tutti facciamo il nostro dovere in questo momento».

La battaglia sullo stop agli allenamenti. «Il concetto che abbiamo espresso ieri col comunicato come associazione è quello di denunciare questi comportamenti che sono, per tanti motivi, fuori luogo anche perché l'orizzonte temporale col quale si tornerà a giocare è molto in là e, perciò, avremo tempo per recuperare. Il motivo per cui ci siamo attivati, soprattutto la settimana scorsa, è quello del messaggio che tutto lo sport deve dare, cioè di concentrarsi su altre squadre che, in questo momento, stanno lavorando sul campo per noi 24 ore al giorno dandoci quella sicurezza che ci servirà quando torneremo a lavorare con serenità al fine di ridare il coinvolgimento e la passione».

Non solo i calciatori. «Quando parliamo noi dell'Aic sembra che vogliamo salvare solo la salute degli atleti, ma voglio ricordare che la prima squadra dei professionisti contagiata è la Pianese, in Lega Pro, il cui magazziniere è ancora in terapia intensiva. Si sta parlando di un mondo di persone che ruota intorno alla squadra, nella Juve ci sono più di 100 persone in quarantena. I calciatori sono persone che girano l’Italia e l’Europa e che ora devono fare il loro compito di cittadini standosene a casa».

Il compito dell'Uefa. «Obbligare i giocatori a scendere in campo è stata una forzatura, anche l'Europa ha compreso che il problema non è solo italiano e questo spero che porti a rinviare il campionato europeo per dare tempo. L'Uefa deve comportarsi come l'Unione Europea cercando di aiutare tutte le Leghe a finire i campionati e, così, a sostenersi; deve dare una mano a tenere unito il calcio europeo perché siamo una catena e i problemi di un campionato sono quelli di tutte le altre Leghe».

Verso il rinvio di Euro 2020. «La formula di quest’anno è diffusa su 12 Paesi e 24 squadre, sperare a giugno che in tutti Paesi si possa giocare con stadi pieni credo sia un qualcosa di abbastanza improbabile».

Ringraziamenti ed iniziative. «Ringrazio chi è in prima linea nei nostri ospedali e presidi medici. Sono tante le iniziative di solidarietà che il calcio, con la sua visibilità, e gli stessi calciatori, attraverso i social in questo periodo di quarantena, stanno lanciando come la raccolta fondi fatta dai Campioni del Mondo del 2006».

 

In questo articolo
Campionato:
Stagione:
2019/2020