Il commento alla giornata di C1
Asso senza rivali: in B con cinque turni d'anticipo!
L'Asso vince un campionato che non c'è mai stato, e questo è un suo ulteriore merito. Dopo ventuno gare, delle quali venti vinte ed una pareggiata, i ragazzi di Mura vengono colpiti da un'enorme spugna virtuale, quella gettata da tutte le possibili inseguitrici, che tali non sono mai state.
Troppo superiore la squadra di Sestu, troppo netto il divario con il gruppo, che si arrabatta per disputare un campionato normale, fatto - almeno per le migliori - di molte vittorie e qualche sconfitta. Passo decisamente non all'altezza di quello dell'Asso, che in solitario taglia il traguardo con cinque turni di anticipo, ed accede al campionato di serie B.
Andrà evitato, nel giudicare questa cavalcata, il facile errore di definire scontato questo risultato, in virtù della rosa allestita dal patron (e giocatore a sua volta) Stefano Carta. Gli uomini a disposizione del mister sono di valore assoluto, certamente tra i migliori della categoria. Addirittura, laddove qualche inconveniente si è frapposto tra la società e l'obiettivo finale, vedi l'infortunio del portiere Putzulu, la stessa ha rimediato in poche ore, ingaggiando Thiago, per di più under 23. Ma tutto questo non basta a spiegare un risultato così eclatante. Chiunque abbia vissuto il mondo dello sport sa bene che una cosa sono i nomi, un'altra i risultati. Ed i primi non garantiscono i secondi.
Va allora dato merito innanzitutto a Mario Mura di aver gestito al meglio l'ottimo materiale umano a disposizione. L'Asso è partita a cento all'ora e non ha mai rallentato, è vero, ma Mura ha lavorato con costanza per migliorare la qualità del gioco; per limitare la dipendenza dai fuoriclasse e spostarla sull'organizzazione in campo. E così, quando anche i Tallaferro ed i Rugama (inutile negarlo: i fuoriclasse della squadra) non sono stati disponibili, la classifica non ne ha in alcun modo risentito. Non solo. Mura ha saputo anche gestire uno spogliatoio per definizione non facile, perchè fatto di potenziali primedonne, ed ha fatto sì che tutti remassero nella stessa direzione.
Ha saputo consacrare definitivamente un talento purissimo come quello di Marco Tidu, sfruttare al meglio i gol di Marco Spanu, affidarsi quanto basta all'esperienza (ed al fisico bestiale) del "nonnetto" Asquer. Senza scordare i Camba, i Cocco, i Falconi e gli altri:tutti pronti a fare la loro parte in una recitazione da Oscar.
Adesso viene il bello.
Perchè dopo due anni di sole vittorie, che hanno introdotto la giovane matricola nel novero del calcio a 5 che conta, inizia il difficile. Ed è fatto di due aspetti.
Innanzitutto l'esperienza di quest'anno di Ossi e soprattutto Atiesse mostra che il fossato fra "C" e "B" è molto ampio, e se non si allestisce una rosa all'altezza i coccodrilli dei campionati nazionali te la fanno pagare. Poco importa che abbia dominato in quello regionale. Serviranno dunque rinforzi, ovvero altri costi oltre a quelli per sostenere un campionato nazionale.
Ma sappiamo che la famiglia Carta ha le spalle larghe. Ma servirà anche, se non soprattutto, tanta organizzazione. Si deve infatti passare da un torneo gestibile con una società smilza, ad uno che richiede una struttura maggiore. All'interno della quale l'allenatore possa concentrarsi sul suo core business, lasciando ad altri incombenze organizzative che sottraggono preziose energie. E nella quale i giocatori possano trovare un'assistenza che è fisiologicamente più ampia di quella che serve a chi gioca in serie C.
Ancora, ma non ultimo, la squadra dovrà dotarsi di un settore giovanile all'altezza. Una cosa è infatti creare ed iscrivere in modo frettoloso una under 21. Altra è programmare pensando al futuro, cercando e sviluppando i giovani che potranno garantire un valido ricambio nel tempo. Anche in questo caso servono risorse, soprattutto umane.
L'entusiasmo del giovane sodalizio, la passione di Stefano Carta e del suo entourage sembrano la migliore garanzia che queste sfide possano essere affrontate e vinte. E noi ce lo auguriamo: ne guadagnerebbe tutto il movimento.
Dedichiamo il poco spazio rimasto ad una carrellata sul campionato delle altre: forse il più appassionanete; di certo il più combattuto.
Partendo dal basso, la notizia è che la San Paolo gela le speranze dei propri tifosi e, come un iceberg, si stacca dal gruppo. Non è alla deriva una squadra il cui leader, Barbieri, è abituato a lottare con le unghie fino all'ultimo. Ma, con sole cinque gare da giocare, i sei punti che separano i biancoverdi dal gruppo-playout paion tanti.
Poco più in alto, sono in cinque a lottare per l'unico posto che garantisce la salvezza diretta. L'ottimo PmLab è ora favorito, ma sono tutte in cinque punti, chi si sente di azzardare un pronostico?
Situazione simile in zona playoff.
Con la differenza che al momento sono coinvolte in quattro per altrettanti posti (Domus e Marina necessitano di una miracolosa rimonta). L'interesse si sposta allora sulle distanze, ricordando che con otto punti tra una squadra e l'altra la sfida di playoff non si disputerebbe. Tra Delfino e Mediterranea, al momento, ce ne sono solo tre. Sabato lo scontro diretto dirà molto.