«Corriamo per il primo posto. Le pressioni non mi spaventano»
Barisardo al fianco del capitano, Ciarolu: «Perfetti col Tonara, vittoria dedicata a Matheus»
La terza vittoria di fila in campionato del Barisardo ha un sapore dolce amaro: se da una parte i ragazzi di mister Celestino Ciarolu hanno offerto, contro il Tonara, una prestazione praticamente perfetta, dall'altra dovranno fare i conti con un'assenza pesantissima, quella del capitano brasiliano Matheus Leite, che ha rimediato un bruttissimo infortunio, dopo pochi minuti di gioco, nella sfida di Coppa Italia di mercoledì scorso in casa del Fonni. Si tratta sicuramente di una brutta tegola per la matricola ogliastrina, ma la reazione non si è fatta attendere, soprattutto sul piano del carattere.
Il tecnico ex Calangianus e Santa Teresa ha più di un motivo per essere ottimista e suona la carica in vista dei prossimi impegni, a partire dal delicatissimo confronto esterno contro una squadra esperta come il Posada: un bel banco di prova per l'ottimo gruppo assemblato dal presidente Roberto Ibba, con la vetta, attualmente occupata dall'Arborea, sempre distante 4 lunghezze.
«Tutto il nostro discorso non può che partire da mercoledì scorso — dichiara mister Celestino Ciarolu — quando abbiamo perso il nostro capitano, Matheus Leite, che ha rimediato una frattura alla tibia e al perone durante la sfida di Coppa Italia. È stata una cosa devastante: possiamo dire che la nostra partita, quel pomeriggio, si è chiusa dopo 8'».
Il Barisardo domenica è sceso in campo con uno stimolo in più. «Prima della sfida al Tonara abbiamo sentito il capitano con una video-chiamata: ci tenevamo a fargli sapere che avremmo giocato anche da parte sua. Non stiamo parlando solo di un ottimo calciatore, ma anche di un grande uomo, un punto di riferimento all'interno dello spogliatoio. La partita che siamo riusciti a mettere in piedi domenica rispecchia proprio le sue caratteristiche: tanto possesso palla, come piace a lui, che è un brasiliano e che ha qualità tecniche incredibili».
L'epilogo è stato dolcissimo, non solo per il risultato finale estremamente positivo. «A fine gara ho ricevuto una sua chiamata. Ci teneva a complimentarsi con tutti noi, è rimasto particolarmente colpito dalla qualità del gioco. Credo sia stata una delle migliori prestazioni che abbiamo offerto in campionato».
Il tecnico poi aggiunge: «Contro il Tonara siamo stati praticamente perfetti: l'approccio è stato decisamente buono, siamo riusciti a imporre la nostra manovra agli avversari, proprio come volevamo. Il nostro capitano continuerà a darci il suo contributo sul piano mentale, ci farà sempre sentire la sua presenza, anche se non potrà lottare sul terreno di gioco, almeno per i prossimi sei mesi. Senza di lui non sarà più la stessa cosa. Ci teniamo tanto a dedicargli questo successo, la squadra ha risposto alla grande in un momento tutt'altro che facile. Nel finale ho fatto cinque cambi, quando comunque i tre punti erano ormai in cassaforte; poco prima del triplice fischio c'è stata una piccola sbavatura difensiva, che ci è costata il gol, ma si tratta di un dettaglio: non posso che essere contentissimo per come ci sono andate le cose».
Quella arrivata domenica è la terza vittoria di fila per il Barisardo: i biancocelesti stanno incominciando ad innestare le marce alte.
«Stiamo incominciando a trovare la giusta quadra, soprattutto sul piano del sistema di gioco: cresciamo a vista d'occhio, una cosa che non si può dare per scontata, considerando soprattutto che rispetto alla passata stagione sono arrivati ben 18 giocatori nuovi e l'età media si attesta intorno ai 21 anni. Tutti pensano che il nostro sia una squadrone, costruito per stravincere il campionato: la rosa è di alto livello, è vero, composta da elementi molto giovani che hanno una grande fisicità, ma in alcuni momenti paghiamo qualcosa per quanto riguarda l'esperienza».
Ciarolu scende nel dettaglio. «Ad esempio, contro la Bittese in casa, vincevamo 2 a 1 e abbiamo avuto diverse occasioni per chiudere la sfida, però non siamo riusciti a concretizzarle al meglio. Al 90', da un errore difensivo, è arrivato il gol del loro pareggio; abbiamo perso punti pesantissimi ma non puoi pretendere di conquistare sempre il bottino pieno, devi mettere in conto che qualche volta le cose potrebbero andare storte».
Guai a farne un dramma. «Noi ci siamo: ora vogliamo continuare a vincere. Puntiamo al salto di categoria, io non mi nascondo di certo».
L'Arborea primo in classifica, nel frattempo, sta marciando ad una velocità folle.
«Parliamo di un'ottima squadra, di un ottimo tecnico, costruita per disputare un campionato di vertice. Stanno mostrando già tutto il loro potenziale, c'è poco da stupirsi. Per quanto ci riguarda, noi prepariamo le gare curando ogni più piccolo dettaglio: faremo vedere a tutti quanto valiamo, sperando che i risultati ci diano ragione, perché poi, come sempre, l'ultimo verdetto spetta al campo. L'unica cosa che posso aggiungere è che noi puntiamo sempre alla vittoria, a prescindere dall'avversario che ci troviamo davanti; la mentalità con cui affronti gli impegni può fare la differenza e vogliamo che questa diventi una caratteristica del Barisardo. Certo, sappiamo bene che ora avremo un grande vuoto in mezzo al campo, ma la squadra ha tutte le carte in regola per togliersi grandi soddisfazioni».
La trasferta di Posada sarà un banco di prova durissimo.
«Li conosco bene: con Gianluca Siazzu siamo stati avversari, in campo; merita un applauso, da parte di tutta la Sardegna calcistica, per i livelli altissimi che sta mantenendo, nonostante abbia 46 anni, anzi, quasi 47. Ha già realizzato 5 reti e risulta ancora decisivo: non riesco a capire come sia possibile tutto questo (ride). Conosco molto bene anche il loro tecnico, Homar Farina: in passato abbiamo giocato assieme in Rappresentativa; è una persona preparatissima, che sa svolgere al meglio il proprio lavoro. Ci troveremo davanti una squadra molto esperta, credo che proprio questo sia uno dei loro punti forti».
L'allenatore suona la carica: «Andremo a Posada per vincere, anche se avere la meglio su una compagine così forte e ben sistemata in campo non sarà facile. Loro possono contare su Zela e Siazzu, che sono i giocatori che sino a questo momento hanno segnato di più; proprio per questo servirà tantissima attenzione da parte nostra. Una cosa è sicura: vogliamo i tre punti».
Ciarolu ritorna sui motivi che l'hanno spinto ad accettare una sfida così bella ma allo stesso tempo decisamente impegnativa.
«Tra me e il presidente Roberto Ibba c'è un rapporto di amicizia e di stima reciproca che va avanti, ormai, da tantissimo tempo. Venti anni fa era riuscito a convincermi ad andare a giocare nel suo Tortolì, dopo che io avevo vinto il campionato di Eccellenza con il Calangianus, segnando 28 reti. Non abbiamo mai smesso di sentirci e di confrontarci; dopo che si è chiuso il discorso con Cavasin mi ha proposto di diventare il tecnico del Barisardo e non ho potuto proprio dire di no. La pressione? Fa parte del gioco, a prescindere dal blasone della squadra che guidi. Certo, noi abbiamo il dovere di vincere, e io arrivo subito dopo un allenatore che ha fatto la Serie A, ma per il resto rientra tutto nella normalità».
Il tecnico si è tuffato nella nuova avventura con il pieno di entusiasmo.
«Sono un tipo molto emotivo, che spesso agisce di cuore, di pancia; in ogni esperienza ci ho messo tutta la mia passione. Ora, che ho 50 anni, posso dire che tratto ciascun giocatore della rosa come se fosse un figlio. Ci tengo molto a fare bene, ci tengo per i ragazzi, per il nostro pubblico e per il presidente che mi ha concesso questa grande opportunità; stiamo facendo di tutto per non deluderlo, bruciando le tappe, considerando che dalla passata stagione sono rimasti soltanto tre elementi, tutti gli altri sono nuovi».
Le difficoltà del resto non mancano: «Rispetto al campionato di Prima Categoria c'è una differenza abissale, non è facile; noi stiamo facendo grossi sacrifici: ci alleniamo ogni giorno, tranne il lunedì,e posso dire che ho a disposizione un gruppo d'oro: le nostre sedute durano 90-100 minuti, e cerco di tenere sempre i ritmi altissimi. I giocatori hanno sempre risposto presente, non mi posso assolutamente lamentare; con il passare delle giornate, sono sicuro, faremo un salto in avanti anche per quanto riguarda l'esperienza. Nel calcio, lo sappiamo, non hai molto tempo per lavorare: devi subito ottenere i risultati, a discapito del bel gioco, spesso e volentieri».
La rosa del Barisardo è piuttosto eterogenea, con tantissimi elementi stranieri.
«Devo essere sincero: è la prima volta che mi trovo in una situazione del genere, non mi è mai capitata nemmeno da giocatore. Però posso dire questo: quando arrivo al campo, mezzora prima dell'inizio degli allenamenti, io non mi ricordo se il ragazzo con cui magari sto parlando è italiano, brasiliano o sardo: per me non fa nessuna differenza, non lo vivo come un problema. So solo che i miei giocatori danno l'anima, mi ascoltano, mi guardano negli occhi: questa è la felicità più grande che un allenatore possa provare, sono assolutamente soddisfatto del gruppo che ho a disposizione».