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Bisoli sta finendo il rodaggio, il Cagliari pronto al decollo
A Cesena gli davano del pazzo e ha vinto tutto

Bisoli sta finendo il rodaggio, il Cagliari pronto al decollo

Che il Cagliari abbia quella che possiamo definire “sardità” non c'è nessun dubbio. Perché se siamo i più cordiali negli inviti a pranzo di certo siamo i più scettici quando si tratta di novità, sennò a quest'ora avremmo Eurodisney vicino a Ottana (negli anni '80' l'“assurda proposta”).

 

Allegri, Giampaolo e Ballardini - Così Bisoli in questa squadra e così Allegri due anni fa, quando a tutti sembrava un pazzo disincantato, giocatori in primis che non amavano il suo perfetto stile Armani e la fine personalità. L'ennesimo corpo estraneo, comprensibile dopo la sfilata di allenatori subita soprattutto dallo “zoccolo duro” rossoblù. Stessa moneta a Giampaolo (di lui, si sa, si dice addirittura gli sia arrivata una pallonata in faccia...), meno a Ballardini, l'allenatore invisibile (parlava a bassa voce e neanche tanto...).

 

Il comunismo di Bisoli - Oggi come allora il presidente Cellino rinnova la fiducia al suo tecnico e lui, quello della scalata dalla C alla A con il Cesena, rimodera i toni e chiede a tutti un po' di pazienza. Del gioco di Bisoli, così diverso da quello che conoscevamo e del suo “comunismo” sportivo dove tutti sono uguali, se n'è già parlato tanto. Ma certo è che non abbiamo visto ancora niente. Chissà che quando non sia oliata questa ferraginosa macchina che è il Cagliari di oggi non si possano vedere cose interessanti. Perché dando fiducia a questi “strani” concetti potremmo innanzitutto vedere crescere le prestazioni individuali. Oltretutto, quando tutto in campo verrà più spontaneo e automatico, ci sarebbe spazio, di nuovo, per la creatività.

 

I miglioramenti ci sono - Se la gara contro il Piacenza non può essere presa in considerazione più di tanto, ci sarebbe il secondo tempo contro la Lazio a testimoniare che ci sono le condizioni per insistere. Manca ancora qualcuno all'appello e poi i rossoblù remeranno insieme, perché quando c'è da difendere la serie A il gruppo sa come chiudere il cerchio. Un modo per far smettere anche “i casi”.

 

A Cesena gli gridavano “pazzo” - Perché per Bisoli questo avvio di campionato è stato difficile anche per la gestione della vicenda Marchetti e addirittura per l'addio di Lopez (qualcuno gli ha dato metà delle colpe). E ancora per il “lodo” Conti e Agostini, che non hanno apprezzato il concetto di uguaglianza che Bisoli ha voluto esaperare. Insieme a questa istintitività, a volte troppa, a volte “ignorante” come i tiri del cestista fuoriclasse Basile. Ma bisogna dirlo, Bisoli è genuino come pochi. E nessuno gli ha mai regalato niente. Stavolta se la sta sudando come al primo anno a Cesena, dove gli gridavano “pazzo”. Ha iniziato a vincere a novembre, in quella stagione. E ieri, alla fine della gara contro il Piacenza, da Cesena l'hanno chiamato per fargli sentire un coro: “Bi-so-li”. Contro il Bologna siamo ancora ad ottobre, ma è il 31 e possiamo già considerarlo novembre, in ogni caso è la prima vera vera diretta concorrente incontrata finora. Allora, stiamo a vedere che combina.

Virginia Saba

In questo articolo
Allenatori:
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Stagione:
2010/2011
Tags:
8 Andata