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C'è sempre una seconda volta...
Roma-Cagliari, con gli occhi del tifoso.

C'è sempre una seconda volta...

C’è sempre una prima volta… A 40 anni suonati, finalmente ho visto – e provato la goduriosa sensazione di vedere – il Cagliari battere la Roma all’Olimpico in campionato (con i sinceri complimenti all’arbitro Gava che ha protratto la partita fino a consentire alla Roma di segnare un gol, per fortuna innocuo)… Sì, perché l’ultima volta risaliva a ben 43 anni fa, sotto le implacabili bombarde di Gigi Riva, e sicuramente all’epoca io non rientravo ancora nei progetti di mamma e papà… Un “assaggino” nel 2000 quando il falco Oliveira sbancò l’Olimpico, ma era Coppa Italia e in campionato invece il povero Cagliari annaspava intorno all’ultima posizione (per sempre grazie mister Ulivieri!). La mia prima trasferta da tifoso – indimenticabile – fu proprio all’Olimpico per Roma-Cagliari, il giorno della Befana del 1991, in zingarata tra amici tutti quasi ventenni (Anto, Ivan, Seba, Robi, Marcello, Vincenzo e Gianluca: ciao cari!): il Cagliari di Raineri riuscì a strappare lo 0-0 e fu un enorme risultato. Per il resto, anche nei tempi più recenti, quante batoste subite dai giallorossi, non poche volte “grazie” a provvidenziali aiutini (aiutini? Aiutoni!) arbitrali. Con Arrigoni, al primo anno di ritorno in A, nell’autunno 2004, sullo 0-2 Suazo riaprì le speranze, poi… Finì 5-1 per loro. Ricordo bene quella domenica: in gita ad Aritzo per la sagra delle castagne, feci il madornale errore – ma “al cuor non si comanda”! – di seguire la radiocronaca su Radiolina e l’umore virò al nero… Proprio come il cielo piovoso di Aritzo quel giorno… Quel 5-1, però. “glielo abbiamo tornato” qui a Cagliari l’anno scorso, a distanza di sei anni! Infinitamente più doloroso fu lo scandaloso 4-3 subito poco tempo dopo nella notturna e spettrale atmosfera a porte chiuse di Rieti (causa chiusura Stadio Olimpico) quando, pur ridotti in dieci dall’arbitro, vinciamo 3-2 (grazie a Langella e al magico Conti) e cosa succede a pochi minuti dalla fine? Due-dico-due rigori in confezione regalo per Totti, risultato finale 4-3 per loro… E con Allegri? Un gol fan-ta-sti-co del “capitano” Conti, un siluro terra-aria sotto la Nord dell’Olimpico, e poi un gol dell’amato – e mai troppo rimpianto – Jeda e ci ritroviamo in vantaggio 2-1 a metà secondo tempo… Sarà la volta buona? Macché! Patatrac, con consuete e tradizionali fagiolate difensive rossoblù: zampata (in posizione irregolare) di Perrotta e, allo scadere, involontario assist di Agostini a centro-area per Vucinic e 3-2 finale… Per non parlare della farsa del 2-1 (la primavera inoltrata successiva, ma Max Allegri aveva già ceduto la panca al buon Giorgio Melis), dopo che Lazzari aveva sparigliato la noia portando in vantaggio il Cagliari su punizione a soli 15 minuti dalla fine: era “scritto” che la Roma, impegnata nel (vano) inseguimento dell’Inter, dovesse vincere… Ma ricordo anche quel Roma-Cagliari del gennaio 1983 deciso 1-0 da Falcao (era l’anno dello storico scudetto…) e, fuori dall’Olimpico, “tupamaros borgatari” scatenarono un’indecente “caccia al sardo”, come Unione Sarda e Videolina dell’epoca documentarono…

Cosa dite? Che la vittoria di ieri è un po’ fortunosa e larga per il Cagliari? Che i rossoblu erano in balia della loro consueta “paura di vincere”? Che Ibarbo è acerbo e ricorda il Suazo-dogana prima maniera? Che Agazzi è un emulo di Andrea Lucchetta in bagher? EBBENE, per una volta, CHISSENEFREGA!

E ora? L’obiettivo è sfatare Firenze, dove ininterrottamente dal 1981 (ah! Gigi Piras e il suo fiuto del gol!) sempre e solo, costantemente e implacabilmente (ineluttabilmente?) batoste… Ajò, Casteddu, sciacquiamo gli afflitti panni degli ultimi 30 anni in Arno! Antonello Greco