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Cade l'Atiesse, c'è ancora un campionato. Retrocessioni dirette ormai decise?
L'Ossi si riporta a meno quattro

Cade l'Atiesse, c'è ancora un campionato. Retrocessioni dirette ormai decise?

Chi credeva che il campionato fosse chiuso, e noi siam fra questi: lo ammettiamo, è servito. L'Atiesse perde per la prima volta in stagione e l'Ossi si riporta sotto. A quattro giornate dalla fine resta difficile, intendiamoci, che l'Atiesse si lasci sfuggire il titolo, ma i giochi sono aperti e non si può che rallegrarsene per la bellezza della competizione. E ringraziare il Sulcis, che solo una settimana fa aveva castigato proprio l'Ossi e sabato ha bissato contro la capolista. La squadra di Luca Catta ha condotto un gran campionato, è restata in scia delle prime fin quasi a raggiungerle, ha pagato l'usura del quintetto titolare (Catta non abbonda in rotazioni) ma ha ripreso slancio in questo finale, togliendosi per l'appunto lo sfizio di punire in fila le uniche due squadre che guarda dal basso in alto.
Sabato al PalaBeethoven ha saputo soffrire nel primo tempo, rintuzzando gli attacchi di Versace e C., per poi venir fuori alla distanza e metter ko gli avversari nella seconda metà di gara. Da notare che, nel tre a cinque finale, proprio Versace ha firmato una doppietta mentre Alessio Etzi, per una volta, non è andato in rete. Altro segno di maturità della squadra del presidente Acca, forse troppo dipendente in passato dal suo bomber.

Dicevamo dell'Ossi, dunque, che, quasi inaspettatamente, si ritrova a sperare ancora. Gli uomini di Llorens, invero, non appaiono brillantissimi. La stagione intensa, condotta nel girone di andata ad un ritmo impressionante, li ha di certo in parte logorati. Dopo il deludente pari interno con l'Ichnos e la sconfitta di Santadi è arrivata sì una vittoria, ma più sofferta del previsto su un Ales generoso quanto disperato. Ci si è messa anche la condensa, per giunta, che ha trasformato la contesa in un match di calcio saponato, non esattamente lo spettacolo per il quale il pubblico era presente. Alla fine son rimasti in piedi i padroni di casa (7-5), ma una nuova sorpresa ha rischiato a lungo di materiallizzarsi (Lanziotti e compagni avevano chiuso il primo tempo sopra di due).

Un cratere separa le prime tre dalla quarta, una Delfino che continua ad alternare prestazioni incomprensibili (vedi gara interna con il Domus) con sonanti vittorie. Come quella di sabato, quando al PalaConi il Villaspeciosa è stato sommerso per 7-1. Un grande Filippo Piaz, un ritrovato Severino, ma soprattutto il ritmo e la personalità di tutto il gruppo sono stati gli ingredienti della vittoria. Resta da chiedersi se per il duo Piccoi-Fronteddu saranno maggiori le celebrazioni o gli interrogativi; è chiaro che non potrà mancare un qual certo rimpianto per trovarsi così lontani dalla vetta, nonostante il formidabile potenziale (la Delfino rimarrà l'unica squadra a non aver perso in stagione contro l'Atiesse).
Una parola anche sul Villaspeciosa: un punto nelle ultime tre gare e tre sconfitte nelle ultime cinque mettono paura a Luca Zedda. Il margine di dodici punti sulla penultima è rassicurante (se ne dovrebbero perder ben cinque per esser costretti a giocare i playout), ma la squadra appare una lontana parente del collettivo brillante di un mese fa.

E a proposito di goleade, fa impressione quella del Domus Chia nella tana del Bingia: un 11-2 che lascia sbalorditi. A fine gara Claudio Zuddas è apparso incredulo: possibile che la differenza di motivazioni basti a spiegare una Caporetto di simili proporzioni? Certo, una gara non può macchiare un campionato che ha regalato grandi soddisfazioni al presidente Naitza, capace di ringiovanire la rosa, scommettendo su un allenatore all'esordio nella categoria (scommessa più che vinta). Ma certe botte non sono mai indolore.
(Ne sa qualcosa anche Matteo De Agostini, finito durante la gara dapprima contro un muro, quindi all'ospedale. Per fortuna per lui nulla di grave, salvo l'essersi perso il trionfo dei suoi sul campo).

Grandinata di reti anche nell'anticipo di venerdì, giocato e pareggiato (7-7) da Mediterranea e Ichnos. La divisione della posta serve pochino ad entrambe le squadre, che si ritrovano gemelle nel mangiarsi le mani: la Med per aver dilapidato il vantaggio di tre reti con cui aveva chiuso il primo tempo. E l'Ichnos per aver sfiorato il colpaccio sul finale. La vittoria del Sant'Antioco, poi, ha reso il tutto ancora più indigesto per entrambe le squadre. Ad oggi proprio la squadra di Fenu disputerebbe i playout contro Arrais & company, mentre i sassaresi sarebbero condannati.

Squadra di Fenu che ha avuto ragione della San Paolo in un altro match ricco di gol ed emozioni (6-5). Ancora una volta le motivazioni paiono aver fatto la differenza tra una squadra in piena zona-pericolo ed un'altra relativamente tranquilla. Soprattutto nel primo tempo ha imperversato il solito Daniele Faletra, mentre l'altro habitué del gol, Simeoni, non è riuscito con la sua tripletta a regalare punti ai bianco-verdi.

Poco da dire sull'ultima gara, che ha probabilmente sancito la retrocessione - quantunque non aritmetica - del Futsal Settimo. I generosi ragazzi di Lecis hanno ceduto l'intera posta (1-5 il finale) al Cagliari 2000.

Se la matematica non ci inganna è stata la giornata più prolifica della stagione, almeno fino a qui, con 73 reti siglate. Ben 22 hanno gonfiato le reti del PalaConi, in due gare decise dalla regola del sette. Non crediamo che improvvisamente difese e portieri si sian presi una vacanza, ma che la grandinata di reti sia scaturita da un mix di partite combattute e gare nelle quali, al contrario, una squadra ha dilagato. A fine stagione, lo si è detto, le motivazioni son diverse, e non è un caso che - ultime due a parte, le quattro squadre coinvolte nella lotta per evitare i playout abbiano tutte fatto punti.

In questo articolo
Stagione:
2012/2013
Tags:
Serie C1
Il Punto Sul Campionato