«Ferreira è un talento, in pochi come lui in Sardegna»
Calangianus a caccia di conferme, Ciarolu: «Il momento difficile è alle spalle, contro l'Ilva servirà cuore e carattere»
Grazie alla bella doppietta messa a segno da bomber Patrick Ferreira nel match in esterna contro il Bonorva, il Calangianus si prende la seconda vittoria di fila in questo campionato e archivia definitivamente una partenza sfortunata, con i due ko rimediati contro l'Usinese e il Thiesi che ormai sono acqua passata.
Non è stata sicuramente un'estate facile per i giallo-rossi, che dopo la retrocessione dall'Eccellenza hanno rischiato seriamente di sparire dal panorama calcistico sardo: a dir poco provvidenziale, in questo senso, l'intervento della neo-presidentessa Maria Giovanna Pola, che si è rimboccata le maniche, in primis, per iscrivere la squadra al campionato e poi per allestire una società solida, che sia in grado, dunque, di garantire un futuro roseo alla compagine gallurese. Tra i pilastri del nuovo direttivo c'è senza ombra di dubbio Celestino Ciarolu, nei panni di Direttore Generale, pronto però a dare il suo fondamentale contributo anche sul campo, dove collabora a stretto contatto con mister Giovanni Andrea Cossu, per un connubio che sta già dando i primi frutti.
«La sfida di domenica è stata bella tosta, ci ha lasciato in dote qualche problemino di troppo — dichiara Ciarolu dopo l'allenamento del martedì —, abbiamo ben otto ragazzi alle prese con acciacchi vari, stanno lavorando tutti a parte ma speriamo di recuperarli per la prossima sfida».
La cosa più importante però, è stata l'ennesima, buona prestazione mandata in scena dal Calangianus. «Abbiamo preparato la gara nel dettaglio; la nostra idea era quella di mantenere un atteggiamento prudente, cercando di contenere al meglio le iniziative del Bonorva, per poi ripartire in contropiede, sfruttando i nostri esterni, che sono piuttosto validi». Le cose però si sono subito messe in salita. «Dopo pochi minuti abbiamo subito il gol dello svantaggio, in maniera piuttosto rocambolesca: un rilancio lungo dalle retrovie sul quale la nostra difesa non è stata attenta, e in questi casi gli errori si pagano a carissimo prezzo, ma la partita l'abbiamo comunque fatta noi».
Nel secondo tempo la musica è cambiata. «Siamo tornati in campo con maggiore determinazione, mettendo all'angolo i nostri avversari e riuscendo così a ribaltare il risultato. Abbiamo dimostrato di volere i tre punti a tutti i costi, potevamo segnare altri due gol, sempre con rapidissimi capovolgimenti di fronte, ma va benissimo così. Siamo contentissimi per la prestazione, le cose stanno incominciando a girare bene».
Sugli scudi Patrick Ferreira, autore della doppietta che di fatto ha deciso l'incontro. «Ha saltato la preparazione, quindi è un po' in ritardo per quanto riguarda la condizione fisica, ma è un centravanti eccezionale, ce ne sono pochi in Sardegna come lui. Magari a volte ti da la sensazione di sparire un po' dalla gara, ma all'improvviso viene fuori, come è successo domenica, e ti risolve tutti i problemi con una giocata. E' un talento formidabile, ma prima di tutto, un vero uomo: potrà fare la differenza, ne sono sicuro».
L'attaccante però non è l'unico gioiello nella rosa dei giallo-rossi.
«È la prima volta in vita mia, conta che ho iniziato a giocare nell'86-87, che ho a che fare con un gruppo come questo: tutti e ventiquattro i ragazzi, nessuno escluso, danno l'anima per il nostro progetto, a partire dalle sedute settimanali. Non posso che ringraziarli pubblicamente per l'impegno che ci stanno mettendo, è uno dei motivi di maggior orgoglio, al momento».
Dopo un avvio difficile le cose stanno incominciando a girare nel verso giusto.
«Rispetto all'anno scorso abbiamo cambiato tantissimo, serve del tempo per creare il giusto feeling.
Considera poi che dal 20 agosto ci stiamo allenando su di un campo in terra battuta che qui a Calangianus esiste da sempre, ma non viene curato nel migliore dei modi, per usare un eufemismo, e lo paghiamo in termini di guai muscolari».
I contrattempi a cui lo staff tecnico deve andare incontro sono molteplici. «Il “Signora Chiara” non è ancora apposto, così siamo costretti a dividere, letteralmente, il campo con un'altra squadra, che si allena in contemporanea con noi. Puoi immaginarti bene cosa vuol dire seguire 24 ragazzi in una porzione di spazio ridotta: non puoi provare tutti i movimenti come vorresti, è normale fare maggiore fatica, in queste condizioni».
L'avvio non è stato dei più semplici, con il 3 a 2 rimediato contro l'Usinese.
«Eppure avremmo potuto addirittura pareggiare, anche se non abbiamo giocato proprio benissimo. Discorso diverso invece per la seconda gara, in casa contro il Thiesi, dove abbiamo sbagliato totalmente l'approccio. Ci siamo guardati negli occhi e abbiamo capito che potevamo fare molto di più. Contro l'Ozierese, per l'appunto, la squadra è stata quasi perfetta».
Ora tutti si aspettano altri segnali importanti, a partire dalla prossima sfida interna contro l'Ilvamaddalena.
«Non c'è due senza tre (scherza). Punteremo sul carattere, che è una delle nostre doti principali, sulla cattiveria, ma quella agonistica, ci tengo a precisarlo, e sulla voglia di non mollare mai: potrebbe davvero essere la chiave del match. Lavoriamo molto, al momento, per crescere sotto questi aspetti».
Strappare i tre punti non sarà facile. «Molti pensano che questa rosa sia stata allestita per stravincere il campionato, ed invece il nostro è un progetto che si svilupperà nei prossimi quattro anni; c'è tantissima pressione attorno a questi ragazzi, e spesso quando sei sotto pressione fai errori che di solito riesci ad evitare. Al momento stiamo buttando le basi, a partire dal settore giovanile, per poi toglierci qualche soddisfazione e tentare qualcosa di importante nell'immediato futuro. Siamo una bella squadra, possiamo dire la nostra, vincere ma allo stesso tempo perdere con chiunque. Dipende dall'atteggiamento con cui affrontiamo ogni singola gara: con la concentrazione al top diventiamo un cliente particolarmente ostico, questo è poco ma sicuro».
Ciarolu, dal canto suo, è pronto a prendersi le sue responsabilità. «L'allenatore è Giovanni Andrea Cossu, al quale cerco di dare una mano, per quanto è possibile, ma io ricopro più che altro il ruolo di Direttore Generale, di collante tra la dirigenza e i ragazzi. Con il Direttore Sportivo abbiamo cercato di allestire una buona squadra, ma non dimentichiamoci che il calcio a Calangianus era praticamente quasi sparito, non c'era più nessuno interessato al club, ma per fortuna la società nuova, con a capo la presidentessa Maria Giovanna Pola che sta dando letteralmente l'anima, è riuscita a portare avanti il discorso. È stata lei a iscrivere personalmente il club al campionato, due giorni prima della scadenza: non possiamo che ringraziarla. Ora ci sarebbe bisogno dell'aiuto di altri imprenditori, è troppo facile aspettarsi le vittorie, ma servono dei soldini.
Noi al momento siamo la decima squadra per quanto riguarda il budget, questo è il primo anno, ci siamo presentati in punta di piedi, come si dice. Non raggiungi certi traguardi in automatico, anche perchè alcune nostre rivali hanno speso tre volte più di noi».
L'ottimismo però non manca. «Ci stiamo riprendendo alla grande dopo un momento delicatissimo, proveremo a continuare così, sono fiducioso perchè questo è un gruppo composto da persone serie». Si chiude con un appello al pubblico. «Mi auguro che possano starci ancora più vicini rispetto a quanto è successo sino ad ora. Noi giochiamo sempre in trasferta, il Calangianus disputa le partite interne a Telti, ed incontrare degli avversari che hanno più pubblico di noi sugli spalti complica notevolmente le cose: nei momenti di maggiore difficoltà la spinta della tua gente può risultare decisiva».