Il presidente Deligios: «Ha entusiasmo e noi vogliamo la D»
Calangianus, Sassu torna in panchina: «C'è grande organizzazione e ambizione, fare il diesse è servito»
Dopo il cambio al vertice societario e dopo le numerose conferme del gruppo che ha chiuso al decimo posto, il Calangianus toglie i veli alla panchina e annuncia il tecnico che guiderà i giallorossi nella stagione 2023-24. Si tratta di Alessandro Sassu, già in passato alla guida dei galluresi col raggiungimento della finale playoff, reduce da una stagione nel ruolo di direttore sportivo della squadra costruita in estate e consegnata a Tore Melino che l'ha gudata nelle prime 9 giornate e poi, fino al termine del campionato, da Ferruccio Terrosu che la società "ha ringraziato calorosamente per il lavoro svolto con professionalità e dedizione nella passata stagione".
Il neopresidente Sergio Deligios ha spiegato così la nomina di Sassu: «Ciò che ci ha colpito di Alessandro sono stati il suo entusiasmo, la sua generosità d’animo ed al contempo il rigore, la visione metodica, l’essere schietto, diretto e credere che alla base di ogni rapporto vi debba essere rispetto, impegno e senso di responsabilità. C’è grande voglia di mettersi in gioco, di ripartire con slancio e nuova linfa verso un campionato che si preannuncia sempre più avvincente e competitivo considerando le varie compagini avversarie, con l’ambizione di raggiungere l’obiettivo e portare il nostro club in serie D».
Mister Sassu fa ritorno in panchina dopo anche le esperienze alla guida di Luogosanto e Tempio e dopo l'ultima stagione vissuta dalla tribuna con gli occhi del diesse: «Quella dell'anno scorso è stata una bella esperienza, mi è piaciuta farla e non la scarterei in futuro, anche se quello che trasmette il campo non è lo stesso che stando in tribuna. Non dico che sia stata una scelta forzata, perché ho dato volentieri una mano alla società nella costruzione della squadra, ma non avrei potuto fare sicuramente altro, avendo subito due operazioni alla schiena nel giro di due mesi che non mi avrebbero consentito di guidare un gruppo costantemente. Ora ho detto sì per tornare in panchina perché c'è una buona base di squadra, un'ottima organizzazione societaria, con dirigenti giovani e molto prepararti, ognuno dei quali ha un compito che stanno portando avanti già da adesso in modo esemplare. Essere circondato da tante persone che ti aiutano già da maggio non è un qualcosa di comune».
Il ritorno in panchina non è certo al buio: «L'esperienza da diesse mi è servita tantissimo perché ho seguito tutte le gare, tranne quelle durante la degenza ospedaliera, perché ho visto le squadre avversarie, il valore del campionato e dei giocatori, anche di quelli che potevamo prendere per questa stagione. L'Eccellenza, poi, è la categoria che più mi appartiene, quella che conosco di più e dove mi so muovere meglio per arrivare ai giocatori che servono per fare un ulteriore passo in avanti. L'anno scorso si è fatto un qualcosa di discreto, ora si chiede di fare ancora di più. La società vuole vincere il campionato ed è una bella responsabilità anche se a me piace volare basso e far parlare il campo. Cercheremo di fare bene, di iniziare la stagione nei tempi giusti per arrivare all'esordio di Coppa Italia che, presumibilmente, non sarà una gara qualunque». Il derby col Tempio è un altro fattore di stimolo: «Anche sapere di giocare una sfida così sentita è stato uno dei fattori che ha inciso nel dire di sì. Sono stato a Tempio da allenatore e so l'amore che hanno i tifosi azzurri verso la squadra ma so anche quanto ci tengano i tifosi giallorossi. Sulla carta, in campionato, sarà un derby d'alta quota, vedremo come ci arriveranno le due squadre a queste sfide».