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Calcio generico
Per gli altri campionati la sentenza col prossimo Dpcm

Calcio dilettantistico, il destino dell'Eccellenza appeso tra "interesse nazionale", "bonus tamponi" e "deroghe alle retrocessioni"

Il calcio dilettantistico, quale sport di contatto più diffuso in Italia, deve chiarirsi su un punto fondamentale. Può pensare, a partire da marzo, di terminare la propria stagione con qualunque formula? Attualmente la strada è preclusa dagli effetti dei DPCM che si sono succeduti dal 26 ottobre in poi, l'ultimo dei quali è del 16 gennaio (vedi qui): «Lo svolgimento degli sport di contatto è sospeso; sono altresì sospese l’attività sportiva dilettantistica di base, le scuole e l’attività formativa di avviamento relative agli sport di contatto nonché tutte le gare, le competizioni e le attività connesse agli sport di contatto, anche se aventi carattere ludico-amatoriale». 

Solamente il prossimo DPCM, quello che entrerà in vigore dal 6 marzo, potrebbe togliere la sospensione e permetterne una ripresa. Ma, al momento, ciò che trapela delle proposte per la ripartenza di tutti gli sport fatte dal ministero dello Sport e validate dal Comitato Tecnico Scientifico è un "sì agli allenamenti collettivi per gli sport di contatto e di squadra, sia dilettantistico che di base, ma solo nelle zone gialle". Ciò vuol dire che, se anche tale concessione fosse preludio ad un via libera per le gare dei campionati, la diversa colorazione cui può essere assoggettata una regione riporterebbe il divieto degli allenamenti di gruppo nella zona arancione e anche quelli individuali in quella rossa. Ma la ripartenza di un campionato soggetto ancora a degli "stop&go" non è pensabile se già il tempo a disposizione per far terminare la stagione è ridottissimo dopo 4 mesi di stop totale. In queste condizioni, lo stop definitivo dalla Promozione in giù, giovanili comprese, sarà inevitabile, ma manca ancora l'ufficialità perché sarà la struttura del prossimo Dpcm a chiarire ogni dubbio.

 

La strada intrapresa per far ripartire l'Eccellenza (più serie C1 di calcio a 5 e serie C regionale di calcio femminile) fa capire che ci sia poco spazio per la ripresa degli altri campionati. Tutti i DPCM hanno sempre chiarito che «sono consentiti soltanto gli eventi e le competizioni  riconosciuti di alto livello e di interesse nazionale». Dopo l'ultimo Consiglio Direttivo di venerdì scorso, durato ben sei ore perché ogni Comitato Regionale ha espresso la propria posizione che veniva dai rispettivi territori, la Lnd ha fatto sapere di aver avviato l’iter - per il tramite della Figc - del riconoscimento, da parte del Coni, dell'Eccellenza e delle altre competizioni regionali di vertice (appunto serie C1 di C5 e serie C regionale donne) quali campionati di interesse nazionale (leggi qui). Si tratterebbe di categorie legate alle promozioni nei campionati nazionali e, in questo modo, la ripresa degli stessi non verrebbe ostacolata da qualsiasi forma di restrizione prevista dai futuri Dpcm, così come sta capitando da ottobre per la serie D.

 

Ecco le varie tappe per la ripresa dell'Eccellenza:

► Il primo tassello è dato dalla risposta da parte del Coni, alla richiesta della Figc, se includere o meno il campionato tra quelli d'interesse nazionale. In caso di parere negativo l'Eccellenza torna al pari delle altre categorie regionali. La risposta è attesa entro la fine di questa settimana, se sarà positiva viene risolto il primo aspetto tecnico della ripresa. In questo modo le squadre di Eccellenza potranno effettuare gli allenamenti collettivi e svolgere partitelle perché, come accade per il protocollo in vigore in serie D, i tamponi sono obbligatori solo a 72/48 ore dalla gara ufficiale della domenica.

► Il protocollo sanitario ad hoc che garantisce la salute dei tesserati e la ripartenza in sicurezza deve però superare l’aspetto economico. In base a quello in vigore in serie D ogni società dovrebbe spendere circa 8mila euro per portare a termine la stagione. La Lnd ha chiesto al Governo, attraverso la Figc, "dei contributi straordinari per garantire l’effettuazione dei tamponi e della sanificazione degli ambienti con esonero, o comunque, con una forte riduzione delle spese a carico delle società". Nel Decreto Ristori, congelato dalla crisi aperta dopo il ritiro dal governo Conte dei ministri di Italia Viva, era prevista l’opzione di dare un contributo per le spese sanitarie e i tamponi in ottica di ripartenza dei campionati dilettantistici. In questo caso le società d'Eccellenza beneficerebbero di una sorta di "bonus tamponi".

► Come chiudere la stagione dell'Eccellenza è, per ora, l'aspetto più incerto dell'intera faccenda. La Lnd ha richiesto al Consiglio Federale della FIGC "la deroga relativa ai format dei campionati in ambito regionale anche con richiesta in deroga all’articolo 49 delle NOIF, di non dar luogo a retrocessioni e di consentire il mantenimento della categoria per le società che dovessero rinunciare alla prosecuzione dell’attività per difficoltà economiche". In pratica i Comitati Regionali darebbero la facoltà alle società di riprendere o meno, mantenendo in ogni caso la categoria (previo pagamento delle rate d'iscrizione ancora da versare). Il Consiglio Federale potrà esprimersi in merito, dando o meno l'autorizzazione con deroga, solo dopo il 22 febbraio, che è la data delle elezioni del nuovo presidente Figc con la lotta ristretta tra Gabriele Gravina, che punta alla riconferma, e Cosimo Sibilia, che punta al salto dalla Lnd.

 

In questo momento le società di Eccellenza stanno vivendo una nuova finestra d'incertezza perché le loro scelte sulla ripresa o meno - dando per scontato che il Coni includa il campionato tra quelli d'interesse nazionale - dipendono da ciò che deciderà il Consiglio Federale in tema di deroga alle retrocessioni e da quando sarà disponibile il contributo economico per il protocollo sanitario:

♦ Se la Figc dovesse concedere la deroga, si rischia una ripresa con poche squadre in ciascuna regione, una sorta di mini-torneo con gare di andata e ritorno tra chi si gioca il "jolly" del salto in serie D. In questo caso è perlomeno auspicabile che, alle squadre partecipanti, si riconosca quanto fatto nella parte di campionato già disputata a settembre e ottobre. 

♦ Se la Figc non dovesse concedere la deroga e, contestualmente, ci fosse la certezza di avere una tranche del "bonus tampone" già prima della ripartenza ufficiale, ecco che non si avrebbero defezioni di club (si rischia l'esclusione dai quadri federali per chi dice no?) e si potrebbe pensare al format ripartendo da dove ci si era fermati. Nelle regioni in cui i campionati sono a 16 squadre si ipotizza che, se si partisse il 13-14 marzo con le gare ufficiali (evidentemente avendo il via agli allenamenti collettivi già da settimana prossima) e potendo anche sforare il termine ultimo del 30 giugno fino al 15 luglio (con tanto di deroga già chiesta), con pochi turni infrasettimanali si riuscirebbe a portare a conclusione il calendario con tutte le gare di andata e ritorno. Nelle altre regioni coi campionati a 18 squadre ci si limiterebbe a concludere il girone d'andata per poi procedere a dei playoff e playout allargati. Nel primo caso si otterrebbe il massimo della credibilità dei verdetti, nel secondo caso si avrebbe un buon compromesso tra credibilità e sportività, in ogni caso molto meglio dell'estrema ipotesi di intraprendere la strada del "torneo dei bar" per arrivare a trovare una squadra che vada in serie D.

In questo articolo
Campionato:
Stagione:
2020/2021