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Castiadas, da cenerentola a squadra del momento, il presidente Piu: «Errori miei ma ora è cambiato tutto, sappiamo di dover fare un ritorno da prima della classe»
«La salvezza? È dura ma ce la giochiamo alla pari»

Castiadas, da cenerentola a squadra del momento, il presidente Piu: «Errori miei ma ora è cambiato tutto, sappiamo di dover fare un ritorno da prima della classe»

Non è la Viterbese o il Grosseto, partite con l'obiettivo della serie C, e nemmeno la Torres che sta compiendo un grande sforzo per tornare nella lotta al primo ma il Castiadas è ora tra le grandi del campionato almeno come rendimento: 13 punti nelle ultime 5 partite, come solo i sassaresi sono stati in grado di conquistare. In un mese i sarrabesi hanno svoltato completamente la stagione, dall'ultimo al quartultimo posto, una risalita così repentina che nemmeno il presidente del club, Pierpaolo Piu, si aspettava: «Effettivamente no. Eravamo consapevoli che a dicembre dovevamo fare un mercato pesante per rivoluzionare la squadra ma che in 5 giornate facessimo 13 punti non era preventivato. È però cambiato il sistema di preparazione, ci si allena tutti i giorni, non manca mai nessuno e col lavoro i risultati arrivano. Poi non basta solo aver rinforzato la squadra, avere un bravo allenatore ed essere presenti come società ma ci vuole anche un po' di fortuna oltre al fatto che, contemporanemente, le squadre che ci precedevano in classifica hanno rallentato di molto la loro marcia. Ma non siamo certo tranquilli e sappiamo che dobbiamo fare un girone di ritorno da prima della classe». 

 

Il presidente Pierpaolo Piu, per il Castiadas 13 punti in 5 gareC'è chi dice che questi risultati dovevano arrivare per forza visti i grossi investimenti fatti

«Sembra quasi che si siano fatte spese folli ma il mio budget è rimasto invariato. Per chi parla del Castiadas dico di preoccuparsi nel guardare in casa propria, imparando a fare i propri conti e non quelli degli altri, i bilanci sono pubblici e non sono un pazzo scatenato che per il calcio deve avere il mal di testa. In passato e adesso ogni cosa è stata fatta con onestà e nel rispetto di tutti senza andare a disturbare gli altri. L'organizzazione prevede un allenamento doppio al mercoledì, la rifinitura al sabato, andare in trasferta dal giorno prima, non so cosa sia cambiato. Per acquistare i giocatori ne sono andati via degli altri e in alcuni casi dal rimborso risparmiato di uno ora ne paghi due. Ho fatto tanti cambi sui giovani, lì è stato fatto l'investimento più importante, così come nella scuola calcio, per mandare avanti i nostri bambini che c'erano tre anni fa quando siamo entrati noi; siamo riusciti a formare una squadra Giovanissimi e ora arriveremo ad avere pure gli Allievi, che sarà composta da coloro che serviranno poi alla prima squadra, sperando di restare in D. Quello sarà il successo mio e della società, vedere i giovani di Castiadas in Lnd» 

Dove avevate sbagliato prima e qual è stata la mossa giusta per invertire la rotta

«Probabilmente d'estate ho sbagliato tutto e, da presidente, mi assumo la responsabilità. Con gli impegni di lavoro e il ripescaggio ad inizio agosto ci è mancato il tempo e allora fai delle scelte senza ragionare, avventate e poco attente»

Ad esempio?

«Non conoscendo la categoria si è sbagliato sotto l'aspetto organizzativo e tecnico, i sei punti fino a prima di Natale lo dimostrano tutto. Ci siamo guardati in faccia, la squadra non meritava di subire certi passivi, il paese di Castiadas non meritava di vivere una stagione da ultima della classe e allora abbiamo chiamato un allenatore d'esperienza come Mereu che ci desse una mano al livello societario, il mister ci ha indicato il direttore sportivo Gianfranco Multineddu che ci ha dato una grande mano a dicembre nel ricostruire quasi per intero la squadra e ricreare un'organizzazione che va dal magazziniere al primo centravanti. Lo staff tecnico è al completo, col preparatore dei portieri Mauro Toffolon c'è il preparatore atletico Emanuel Taberlet, a fianco al mister c'è Pierpaolo Mura oltre che Alberto Maccioni. Lo stesso Multineddu da fine novembre a oggi non è mai rientato a casa, coordina tutto quanto ed è in stretto contatto con me»

Tanti volti nuovi in campo, su tutti la carica di Daleno, l'estro e l'allegria di Oliveira

«Giulio arrivava dal Grosseto, squadra di vertice, ed è entrato subito in campo per l'infortunio in difesa di Antonio Usai; è un bravo ragazzo e un serio professsionista che si è messo a disposizione del gruppo. Anche Lulù è entrato con lo spirito giusto sin dalla gara di Lanusei e sta segnando gol pesanti. Sono due ottimi giocatori che fanno parte di un gruppo che andrebbe menzionato uno per uno, specie i 5 che ogni domenica vanno in tribuna. L'inserimento dei nuovi ragazzi è perfettamente riuscito e anche chi è rimasto si è adeguato ad una nuova situazione voluta dal mister, si è riusciti ad amalgamare i nuovi coi vecchi, in allenamento sembra di vedere una gara di campionato. C'è la voglia di uscire da questa situazione perché i giocatori hanno capito la nostra voglia di salvare la categoria e rimanerci il più a lungo possibile. Per ottenere certi risultati concorrono tante componenti, il successo nel mantenere la categoria può arrivare solo con l'aiuto di tutti sennò non vai da nessuna parte; sono importanti tutti da chi apre il campo, pulisce lo spogliatoio o si occupa del chiosco a chi porta e ritira i palloni. Ricordiamoci che vai a scontrarti con colossi come Grosseto, Viterbese, Rieti, Torres, Olbia, se sei un poco organizzato magari riesci a far venire qualche mal di testa anche agli avversari»

Capitolo Emiliano Melis: pensavate potesse essere così decisivo?

«L'ho chiamato per due motivi. Innanzitutto, se la società è arrivata in serie D è merito del suo capitano, uno di quelli che ci ha fatto vivere una stagione da protagonisti lo scorso anno uscendo da imbattuti nei playoff nazionali. E poi non poteva certo finire la carriera per via di una squalifica scaturita dal contenzioso con una sua vecchia società (Selargius, ndr), perciò ho voluto dargli l'opportunità di potersi riscattare dandoci una mano. E così è stato perché tre punti nel derby col Muravera sono arrivati grazie ad un suo gol, ad Arzachena è stato determinante nel gol del vantaggio di Oliveira e ha segnato il 2-0 su punizione, con l'Olbia è entrato in modo decisivo nel gol che ha portato alla rimonta. Domenica scorsa era in dubbio, ha provato ma poi il mister ha scelto di mandarlo in tribuna giocando con un fuoriquota in più e Anedda del '96 non è andato affatto male, anche se nessuno dell'esterno si è accorto che col Cynthia avevamo 5 fuoriquota in campo. Eppure abbiamo vinto meritatamente mettendo un tassello in più alla nostra salvezza»

Mister Mereu ha sempre detto: "Mi manca una prima punta". Lo accontenterete?

«La prima punta manca dall'inizio del campionato, è una scelta di inizio stagione, poi avevamo preso Schumacher che abbiamo allontantato e Coquin non aveva quelle caratteristiche. Ci stiamo ragionando, da qui al 31 gennaio una decisione in merito la prenderemo e lo accontenteremo sicuramente»

Se contro Lanusei e Muravera sono state le vittorie della disperazione, quelle con Arzachena e Cynthia sono della consapevolezza

«Le vittoria a Lanusei è arrivata dopo aver stravolto la squadra e con due allenamenti sulle gambe, quella del derby dopo un richiamo di preparazione fatto nella sosta natalizia. La squadra ci ha creduto ed è arrivato il risultato ma sono state due gare nella quali chi segnava per primo vinceva, noi l'abbiamo fatto e Lanusei e Muravera no. Ad Arzachena abbiamo imposto il gioco, ci siamo arrivati preparati benissimo, chi era presente si è reso conto che non abbiamo rubato niente e sia il mister Giorico che il loro capitano Bonacquisti lo hanno ammesso. Ora c'è la consapevolezza che dobbiamo combattere sino all'8 maggio e non stiamo guardando la classifica, per noi tutte le avversarie si chiamano Grosseto e Viterbese, se non sei al massimo rischi di prendere scoppole. Con l'Olbia dopo 22' eravamo sotto 3-0, probabilmente un risultato troppo pesante per quello visto in campo, il mister negli spogliatoi ha trasmesso la voglia di crederci e abbiamo rischiato anche di vincere 4-3 perché ora la squadra c'è, è viva e si diverte. C'è autostima, prima certe giocate neanche le facevi perché avevi paura, ora segni su punizione con diversi giocatori, gli schemi su calcio d'angolo riescono, è tornata quella tranquillità che non c'era quando si aveva 6 punti. Ora possiamo andare a giocarci le gare contro chiunque»

Primo traguardo aver messo sei punti di distacco dalla retrocessione diretta: un bel sollievo

«Un bel sollievo sì, rispetto al 22 dicembre quando avevamo 6 punti in 16 giornate. Oggi ti guardi dietro e vedi che hai qualche avversaria dietro di te, ma non sei certo tranquillo, il nostro obiettivo è riuscire ad andare avanti ancora per ottenere la salvezza diretta con la speranza che ci siano altre squarde in questo treno»

Vedendo la classifica sembra però inevitabile che nei playout ci saranno almeno due squadre isolane

«Si spera perlomeno che non ci siano derby ma solo degli incroci con squadre romane. Nel calcio tutto può succedere, la strada è lunga e tanti punti disponibili, possiamo uscirne fuori tutte e parlo di noi, Budoni, Muravera e Lanusei, c'è tempo per fare i punti che servono per evitare qualsiasi tipo di spareggio»

Domenica un altro esame per voi in casa dell'Albalonga contro un avversario che crede nell'obiettivo playoff

«Sarà una bella partita. All'andata fui impressionato da Cruz ma oggi lo affrontiamo con una mentalità diversa. La difesa, tolti i tre gol subiti con l'Olbia, sarebbe imbattuta. Loro giocano in modo speculare al nostro, un 4-3-3 con esterni veloci ma ora c'è una preparazione diversa e una testa diversa, ora vai a giocartela e loro credo non saranno tanto tranquilli, avranno visto che abbiamo fatto 13 punti in 5 partite, che non siamo più quelli dell'andata. Faranno fatica a portare a casa il risultato»

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2015/2016
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Sardegna
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