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Cualbu gioca in difesa: «Tradito da dirigenti, giocatori e imprenditori ma non lascio il Tortolì allo sbando»
Il presidente: Ho fatto errori spero ci ripeschino

Cualbu gioca in difesa: «Tradito da dirigenti, giocatori e imprenditori ma non lascio il Tortolì allo sbando»

Tortolì in Promozione, tifosi in crisi di nervi, presidente che pensa alla cessione della società. Primo, secondo, terzo e, chissà, magari dolce e frutta per chi saprà gustarsi tutti i passaggi di quest’estate rovente a tinte rossoblù. Da Orrì a Porto Frailis, dalla Capannina a Foxi Lioni, su tutte le spiagge della costa tortoliese si parla del futuro della prima squadra della città. I tifosi, tra speranze e realtà, si interrogano sul mercato dei gioielli di casa (che vantano diverse offerte) e attendono risvolti sul piano societario. Dal canto suo, il presidente del sodalizio ogliastrino, Pierpaolo Cualbu, con la gentilezza di sempre, torna a parlare a distanza di quasi due mesi dalla sua ultima intervista. In mezzo, come già detto, una dolorosa retrocessione dopo otto lunghi anni di alterne fortune in Eccellenza. Il giovane numero uno rossoblù, accetta le accuse e si assume le proprie responsabilità per il risultato negativo, ma attacca una parte di imprenditori che non lo avrebbero sostenuto economicamente, disattendendo le promesse ottenute prima dell’inizio del campionato. Cualbu ha voglia di ripartire con rinnovato entusiasmo e prepara un restyling dell’organigramma societario. In cuor suo, il presidente, culla il sogno di un ripescaggio nel massimo campionato regionale. Luglio sarà il mese della verità, non solo per la decisione della Figc.

 

Pierpaolo CualbuPresidente, un anno difficile culminato con la retrocessione

«Dispiace tanto essere retrocessi in Promozione dopo otto anni di Eccellenza e per questo speriamo nel ripescaggio, per il quale nutro forte fiducia. È stato indubbiamente un anno difficile per la società che, comunque, ha fatto tanti sacrifici per il bene di questo club. Solo chi ha vissuto dall’interno le vicende legate alla squadra, sa quanto lavoro è stato profuso nel corso della stagione. Ci sono tante persone che parlano a sproposito e questo lo ritengo un comportamento scorretto, soprattutto nei confronti di chi, come ho già detto, ha lavorato esclusivamente per il bene del Tortolì»

Lei, personalmente, si sente di aver commesso qualche errore?

«Credo che tutti debbano assumersi le proprie responsabilità per il risultato negativo e chiaramente anche io, da presidente, ho il dovere di farlo. In particolare, ritengo di aver commesso un errore importante e cioè quello di aver concesso fiducia quasi incondizionata a persone sbagliate e tra queste intendo dirigenti, giocatori e diversi imprenditori»

Presidente, ci spieghi meglio questa situazione

«Semplicemente voglio dire che ci siamo circondati di persone scorrette e alquanto sleali. Mi riferisco, ad esempio, a qualche giocatore che non ha capito il momento di difficoltà e ha pensato solo ai soldi, invece di venirci incontro. Nel gruppo dirigenziale, invece, qualcuno avrebbe dovuto pensare più al bene della squadra, invece che alimentare sempre polemiche, condizionando inevitabilmente le prestazioni dei ragazzi. Tra tutto questo, ci sono stati diversi imprenditori che prima hanno promesso sostegno economico alla società, poi al momento opportuno si sono tirati improvvisamente indietro, costringendoci a sacrifici incredibili per poter far fronte a tutte le spese»

Nei giorni scorsi, ha avuto modo di leggere le parole d’accusa che le sono state rivolte dal vostro portiere, Daniele Corsi?

«Ribadisco il concetto appena espresso, tanti giocatori sono stati sleali e hanno pensato solo ai soldi, in un momento in cui la società aveva manifestato loro un momento di difficoltà. I ritardi, e anche questo lo ripeto, sono dovuti al mancato appoggio dal mondo imprenditoriale, che ad inizio stagione ha fornito numerose garanzie, alle quali, però, non c’è stato alcun seguito. Questa è la chiusura del cerchio riguardo le situazioni su alcuni ritardi nei pagamenti»

Hai mai pensato di abbandonare la truppa in corsa?

«Mai. Il mio dovere era quello di portare avanti la squadra e così ho fatto, aldilà che poi il campo abbia emesso un giudizio negativo. Ho avuto la forza di andare avanti in una situazione nella quale in tanti avrebbero abdicato prima per via di critiche esasperate. Io, invece, per il bene del Tortolì me le sono caricate sulle spalle e ho tirato dritto. Chiaramente avevo messo tutto in conto perché, si sa, soprattutto nel mondo del calcio le critiche sono sempre dietro l’angolo. Se qualcuno avesse chiacchierato meno e collaborato di più, forse a quest’ora stavamo parlando di tutt’altro»

I tifosi sembrano non essere più dalla sua parte. Pensa di poterli riconquistare oppure è possibile che ceda la società?

«I nostri fedelissimi li abbiamo sempre avuti e ogni domenica hanno seguito la squadra, sia in casa che in trasferta. I numeri parlano chiaro e basta essere andati alle nostre ultime partite, con San Teodoro, Dorgalese e Porto Corallo per capire quanti tifosi siano stati con la squadra. Se poi c’è una parte scontenta, sono pronto a qualsiasi tipo di confronto per chiarire aspetti poco chiari. Posso offrire la mia disponibilità anche per un incontro pubblico. Sono pronto a prendermi in pieno tutte le mie responsabilità. Per quanto riguarda, invece, la questione societaria, io non voglio essere il problema del Tortolì e soprattutto non voglio fare per forza il presidente. Perciò, sono disposto a farmi da parte qualora ci fosse qualcuno con basi solide e concrete che vuole prendere il mio posto. A quel punto direi: prego, si accomodi. Diversamente, non posso lasciare un club di questa caratura in balia delle onde»

E se non si presentasse nessuno con argomenti convincenti, lei da che basi ripartirà?

«Innanzitutto presenteremo domanda di ripescaggio in Eccellenza e poi abbiamo già iniziato una ristrutturazione societaria con l’ingresso di nuovi soci. Presto faremo fronte alle passività, minime rispetto agli anni scorsi ed allestiremo la squadra per il prossimo campionato che – secondo le intenzioni – sarà formata da cinque elementi di esperienza ai quali affiancheremo i giovani del nostro fiorente vivaio. Il nuovo corso, ci tengo a precisarlo, sarà basato esclusivamente sulle disponibilità reali e non sulle promesse. Questo per evitare gli errori del passato, ai quali ho già fatto cenno»

L’ultima domanda riguarda il futuro del tecnico Pino Murgia. Siederà ancora sulla panchina del Tortolì?

«Il mister ha dato tanto al Tortolì, prima come responsabile del settore giovanile e poi come tecnico della prima squadra. Per lui, quella appena concluso, è stata una stagione snervante dovuta soprattutto alle pressioni esterne, che non gli hanno permesso di esprimere le sue reali capacità. Comunque, al momento, sul suo futuro non ci sono certezze»

Roberto Secci

In questo articolo
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2010/2011
Tags:
Sardegna
Girone A
Intervista