IL PORTIERE LAZIALE, SARDO D'ADOZIONE
Daniele Corsi: "A Nuoro ho ritrovato gli stimoli, la mia casa è qui"
Se la Nuorese ha ripreso a volare e punta dritta al salto di categoria gran parte del merito è da attribuire al guardiano della sua porta. Che non si limita a parare. Daniele Corsi, un metro e novantadue centimetri di simpatia e 90 chili di potenza usa metterli a disposizione nelle squadre dove gioca. Garantendo un apporto completo di bravura e sicurezza che nello spogliatoio si trasfoma in goliardia. Già a otto anni, nel settore giovanile del Villaggio Breda, Daniele aveva i suoi guanti che a 18 anni lo hanno portato all'esordio in C2 a Viterbo. Nato a Roma, non avrebbe mai pensato di dover sbarcare sull'Isola a vent'anni appena compiuti. Così dopo alcune annate tra la Beretti e la Prima squadra della Viterbese Calcio 90 ecco la chiamata del Cagliari, con la Serie A ad un passo. Perchè la Primavera di Salvori lo proietta subito nell'Olimpo del calcio italiano, seppur da terzo portiere. Poi un anno a L'Aquila in C2 e il ritorno a novembre a Cagliari, siamo nel 1990. Due stagioni, con un'amara retrocessione in B da secondo e il ritorno in continente. Era solo un arrivederci. Quattro anni tra C1 e C2 e la chiamata di Alvardi, all'Alghero in D. La Sardegna nel cuore, un ritorno cercato, con in dote la palma di miglior portiere della C2 (2001/02) guadagnata nell'Igea Virtus. E da Alghero solo stagioni sull'isola. "Penso che uno dei migliori anni sia stato quello di San Teodoro (Eccellenza 2008/09) - commenta Corsi - Avevo preso 5 gol in tutto il girone di andata. E a Budoni l'anno prima sempre in eccellenza rimasi imbattuto per 7 domeniche". Un portiere abbituato a inanellare record, come quello della Nuorese ancora imbattuta. L'esordio alla terza di campionato, contro la Bittese. A fargli gol il giovane Giuseppe Calvisi, fuoriquota di Dario Pau. "Un bel gol - commenta il portiere -ma purtroppo con la regola dei giovani i campionati di eccellenza e promozione sono scesi di livello. Meno male che ogni squadra ha sempre quei 6/7 giocatori grandi di una certa esperienza." Un aregola che ha fatto e farà discutere, ma non toglie interesse al campionato di Promozione. il Girone B, con i barbaricini a più sei su Valledoria e Dorgalese, sembrano destinati a fare la Torres della passata stagione. Il vuoto dietro di se. "Diciamo che le squadre più attrezzate per la vittoria del campionato oltre noi, sono Usinese e Valledoria. E la Dorgalese, che nonostante abbia perso con noi non mollerà mai".
Sapete benissimo che essendo i favoriti per la vittoria del campionato nessuna partita sarà facile.
"Contro di noi, tutti trovano sempre gli stimoli per far bene. Nnon guardiamo mai la classifica, sappiamo che ogni partita è importante e non bisogna mai sottovalutare nessuno. Da qui alla fine non ci sarà da passeggiare, anzi..."
Per ora la Nuorese parla nuorese. Michele Artedino le rassicurazioni le ha ottenute da tempo. Da quando lo staff al completo gli ha detto che il progetto doveva rodare i meccanismi, e che il ritardo accumulato in partenza, solo col lavoro infrasettimanale sarebbe stato recuperato. La pazienza è la virtù dei forti, e nonostante la piazza barbaricina sia un continuo esame, Gianni Coccone è imbattuto al primo posto, da solo a +6. Consapevole di dover dimostrare ogni istante col fido Graziano Rotelli, preparatore atletico dei verdazzurri, che il suo egregio lavoro di tabelle e rigoroso metodo, si sta rivelando un lavoro certosino.
"Artedino è una persona eccezionale. Ha una carica ed entusiasmo pari a nessuno. Noi lo respiriamo nello spogliatoio. Dal mister a tutto lo staff, un gruppo eccenzionale. Insieme stiamo creando un bell'ambiente, cosa che a Nuoro mancava da un po di anni. Ora l'unica cosa che manca è il pubblico. Quello folto, l'affluenza al Quadrivio è ancora poca. Speriamo che con i risultati ritorni quel pubblico visto nelle foto in segreteria. Per fare un grande campionato serve anche il calore della gente. Ringrazio in particolare quel gruppetto di ragazzi "Kaos" che ogni domenica ci aiutano nelle partite in casa.. Mi fa troppo piacere averli vicini."
Tra quei ragazzi potrebbero esserci dei fuoriquota per la prossime stagioni, ci hai mai pensato Daniele?
"Probabile, ma per ora ribadisco il concetto, la regola dei fuoriquota ha solo rovinato questi campionati, non dando modo e tempo di valorizzare il giovane. Appena escono dalla fascia protetta fuoriquota quasi nessuno trova mai spazio. In nessuna categoria, e poi ha messo in difficoltà i tecnici. Quegli allenatori che ogni domenica devo prepararsi i cambi a casa, pensare chi togliere e chi far entrare. Per non sbagliare cambio. Mille calcoli prima della sostituzione. E poi li ha resi prepotenti e presuontuosi. Sanno che devono giocare, ne sei obbligato. Quasi quasi loro comandano ti rispondono dicendo che non ci vengono piu al campo... Giocano un anno discretamente e l'anno dopo chiedono cifre mai sentite. Ormai sono loro che dettano mercato. Bella regola, complimenti."
E a Nuoro è lo stesso, o Daniele Corsi si fa sentire?
"Noi quest'anno abbiamo degli ottimi fuoriquota. Siamo molto fortunati, son tutti del posto. Biscu, Delrio, Dedola, Piredda, Solinas ed Elia. Con loro un ragazzo del 92 Di Angelo che per ora sta facendo la differenza. Di tutti i fuoriquota visti nel girone è il migliore senza dubbio".
Si ma ci sarà qualcuno degli avversari che ti ha impressionato.
"Ci sono molti altri giovani interessanti anche nelle altre squadre ora i nomi non me li ricordo. Ma mi tengo molto stretto i miei, non li cambierei con nessuno"
E nel tuo ruolo, chi trovi interessante?
"Portieri che stimo di più sono.. Corsi, eh eh, troppo facile. Come se chiedessi a Buffon chi è il più forte. Rispondera così, ma a parte gli scherzi ci sono tanti colleghi che in queste categorie fanno la differenza. Da Deliperi a Manis, poi Capello, Secchi, Iacomino, Zani, Pierangeli, Piras, ma forse dimentico qualcuno"
Hai elencato tutti portieri datati, mi sembra che la regola abbia solo aiutato i portieri di una certa età a rimanere sul mercato.
"Bhe, alla fine tutte le squadre si prendono il portiere esperto. Il ruolo del portiere non è fatto solo di una parata o il miracolo della domenica. E' un ruolo talmente delicato, difficile da interpretare, in Sardegna la figura dell'allenatore dei portieri è sottovalutata. Risulta difficile che escano fuori dei grandi fenomeni se non hanno ricevuto le basi da ragazzini."
Tu da ragazzino hai avuto un sogno. Fino a che età ti eri prefissato di giocare?
"Ormai l'età avanza, grandi aspirazioni non ne ho. Mi piacerebbe un piazza importante come Nuoro. Ecco la mia scelta di rimettermi in gioco in un campionato di vertice. Negli ultimi anni l'obiettivo è stata la salvezza. Considerato che vivo in Baronia dovrei riuscire a mettere radici. Almeno 3 4 5 anni. Dico radici ma non intendo svernare. Penso e spero ancora di riuscire a dare qualcosa."
Anche perchè hai un debito di riconoscenza verso questa terra.
"La Sardegna, che dire, sono arrivato che avevo 17 anni. Avevo promesso che mi sarei fermato qui e cosi è stato. Il calcio si, ma anche le persone sono troppo spettacolari e cordiali. Ora anche l'amore mi sta facendo mettere radici definitive. Devo dire un grazie alla mia compagna che mi sopporta da oltre 3 anni."
Ma esiste una squadra che ti è rimasta nel cuore?
"Diciamo che ogni società' mi ha lasciato bellissime emozioni. Non potro' mai scordare Budoni, una realtà bellissima. Cosa che sta dimostrando negli ultimi anni. E poi Alghero ai tempi d'oro, Villasimius e Oliena, dove nonostante l'annata non felicissima ho conservato tantissimi amici e tantissimi ricordi belli. Certo ci sono quelle società che vien difficile ricordare, ma tutto fa esperienza e serve per maturare e conoscere che hai davanti. Non voglio entrare in polemica".
Ma Daniele Corsi vuole fare l'allenatore?
"Ho il patentino d'allenatore ma lo userò come documento di riconoscimento. Non serve solo avere il patentino per essere allenatore.
Dove pensi il calcio dilettantistico debba crescere, fai un confronto col Lazio la tua regione.
"Deve migliorare in tutto. Purtroppo ci sono personaggi nel mondo del calcio dilettantistico che non servono. Pseudo-presidenti, pseudo direttori sportivi, finti team manager. Sky ha fatto male a parecchie persone. Come in tutti i settori se non c'è il rispetto dei ruoli e delle persone non si va avanti. Stai rovinando il gioco più bello del mondo. Non posso fare il confronto con la realtà' del Lazio. Ho avuto così poco tempo per frequentarla, ma credo tutte le regioni soffrano di una carenza nell'organizzazione.
Si ma cosa da e cosa toglie il calcio?
"Prima il calcio dava tantissimo. Sotto tutti i punti di vista. Economici, sociali, aiutava a crescere a farsi le ossa. I sacrifici, io devo molto ha questo gioco, insegnano tantissimo. Dall'età di 15 anni sono fuori casa. Ora purtroppo pare sia tutto dovuto. Sono cambiati i tempi, benchè io non mi senta cosi vecchio. Ho solo 34 anni.
Della tua città natale cosa ti porti appresso.
"Sono nato a Roma. La mia famiglia che riesco a vedere poco visti gli impegni, sta lì. Fino ad oggi posso comunque dire di non aver nessun rimpianto. Nessun rimorso per quel poco che ho fatto e dato nel mondo del calcio. L'unico grazie e lo faccio col cuore, va alla mia famiglia che mi è stata sempre vicina nonostante la distanza. Da un paio d'anni qualcuno ha provato anche ad infangare il mio nome. Io ci metto la faccia sempre possono dirmi di tutto ma ci tengo alla mia persona. Finito di giocare vorrei essere ricordato come Daniele Corsi uomo, non come Daniele Corsi il portiere. Tutto qua, il pallone prima o poi si sgonfia, l'uomo rimane anche dopo. Come portiere posso essere messo in discussione, mi metto in discussione, sempre. Possono esserci annate belle e brutte ma vanno sempre affrontate con la dignità dell'uomo. Chi ha orecchie per intendere, intenda."