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Fuoriquota, quando il giovane è sulla bocca di tutti
Quattro punti di vista sulla questione

Fuoriquota, quando il giovane è sulla bocca di tutti

Un tema tanto dibattuto, ma sempre attuale, è sicuramente quello dei fuoriquota che militano nei campionati dilettantistici. Cerchiamo di esaminare la questione da tutti i punti di vista (federazione, società, senior e fuoriquota stessi) in modo tale che, una volta che tutto sarà chiarito, starà ai lettori trarre le proprie conclusioni. E' doveroso, per presentare al meglio la questione, spiegare le motivazioni che hanno portato i vertici della LND sarda alla decisone di imporre un numero di fuoriquota nei campionati dilettantistici. In origine i giovani imposti alle società erano 2, mentre, da qualche anno, possono essere aggiunti a discrezione del comitato regionale, ai 2 già previsti, un massimo di altri 2 under.Le motivazioni che hanno portato a questa decisione sono ben note. L'intenzione della LND sarda è infatti quella di portare avanti un progetto di formazione dei giovani ed allo stesso tempo invogliare le società a puntare sui propri settori giovanili in modo tale da riuscire a portare in prima squadra i prodotti del proprio vivaio. La questione però è più complessa di quello che traspare da questa introduzione. Bisogna infatti considerare il cambiamento radicale che questa regola ha portato, ma partiamo dal principio. In origine il fuoriquota non esisteva. Non esistevano senior e under. Ogni squadra aveva la propria rosa che andava dai più anziani ai più giovani, da quelli più a quelli meno bravi, tutti in competizione tra loro per indossare, la domenica, una maglietta con un numero che andasse dall'1 all'11. La norma ha portato, da questo punto di vista un grosso cambiamento. Le maglie a disposizione di "tutti" (che ormai sono diventati una parte della squadra, i senior) sono infatti passate da 11 a 9 e successivamente a 7. Ciò ha creato delle reazioni (positive e negative) da parte delle società e, ovviamente, degli stessi giocatori. Andiamo con ordine; le società, in base ai propri interessi si sono schierate a favore o contro questa legge. Ovviemente le società che già possedevano un buon settore giovanile e dunque la possibilità di allevare "in casa" i propri giovani, hanno accolto con entusiasmo la legge, anche perchè, si sa, un giocatore giovane non ha il costo che può avere un Senior di livello. Ben altro discorso è innvece quello delle società che sul settore giovanile non hanno mai fatto particolare attenzione e che quindi,i giovani di qualità doveva andarli a cercare in altre società e di conseguenza spendere per i famosi "premi preparazione", che sono dunque diventati un' ottima fonte di guadagno per tante società sportive dilettantistiche che hanno solo il settore giovanile. A tutto ciò si va poi a sommare il pensiero dei Senior (nella foto Christian Ibba, 32enne capitano del San Teodoro, mentre ragiona a fine gara con il giovane compagno Giuseppe Cocco classe '96), che si può riassumere in dei semplici punti:

- I giovani calciatori spesso partecipano ad un campionato regionale o addirittura nazionale, non perchè sono preparati, bensì perchè è così previsto da una norma. da ciò deriverebbe un grosso calo del livello dei campionati dilettantistici.

- Il Fuoriquota sa bene che si deve "giocare il posto" solo con i coetanei e non con i giocatori più esperti, ovvero proprio quelli che dovrebbero essere presi da esempio per la propria maturazione.

- Quanti sono i giovani che, quando finiscono l'età fuoriquota, riescono a mantenere la categoria?

 -I fuoriquota vengono per lo più impiegati in certe zone del campo (sulle fasce), perchè, come dice qualcuno, "lì fanno meno danni".

Se, per finire, prendiamo in considerazione il punto di vista dei giovani che rientrano in questa speciale categoria, ci accorgiamo che tra di loro si sono venute a creare due correnti di pensiero ben distinte. La prima è quella che "fa comodo" ai giovani, ovvero quelli che "vivono alla giornata" e si beano della possibilotà di prendere parte ad un campionato di spessore con il minor sforzo possibile. Di contro, l'altro pensiero più comune è "non vedo l'ora di finire l'età del fuoriquota per potermela giocare alla pari con tutti".

A questo punto è doveroso porsi una domanda; i campionati dilettantistici (e i giovani che vi prendono parte) sono realmente migliorati da quando è entrata in vigore questa norma? 

In questo articolo
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2015/2016