Gallipoli, pari e caos

Nel campo neutro di Lecce succede di tutto. Al “Via Del Mare” il posticipo di B  finisce 2-2: i padroni di casa del Gallipoli dopo essere passati in vantaggio per ben due volte nel giro di mezz’ora, si fanno rimontare dal Grosseto tra la fine del primo tempo e l’inizio del secondo. A portare in vantaggio i salentini al 10’ è l’esordiente Volpato che insacca di piatto su assist di Di Carmine, di Scaglia invece il raddoppio su punizione indiretta al 27’. Al 47’ però l’arbitro concede un rigore al Grosseto per un fallo di Franceschini, che nell’occasione viene anche espulso. Del rigore si incarica Pinilla che non sbaglia. La partita si anima e al 53’ arriva il pareggio toscano: Esposito, servito dallo stesso Pinilla, si libera di due avversari e mette dentro sull’uscita del portiere avversario. Nel finale altra espulsione per Grandoni del Gallipoli .

Ma a far discutere non è il risultato: ad inizio gara infatti i giocatori del Gallipoli si sono resi protagonisti di un’insolita protesta. Dopo il calcio d'inizio i salentini si sono fermati per circa quaranta secondi voltando le spalle alla tribuna d'onore con gli avversari che, increduli, si sono limitati a far girare la palla. Inoltre Scaglia, dopo il goal ha sollevato la maglia da gioco mostrando una sottomaglia su cui compariva la scritta “Capisci”. A quanto sembra, i giocatori fino ad ora non sarebbero stati regolarmente pagati  ma avrebbero ricevuto solo due mesi di stipendio. Inoltre, espulso alla fine del primo tempo, il tecnico del Gallipoli Giannini si è andato a sedere in tribuna dove sembra sia stato aggredito verbalmente dal presidente della sua squadra, D'Odorico che è uscito dallo stadio urlando: "Toglietemelo di torno". Il presidente è stato poi accompagnato via da alcuni collaboratori che hanno tentato di limitare la sua rabbia spingendolo letteralmente nell'ascensore. A fine gara Giannini, tramite l'allenatore dei portieri, Fabrizio Carafa ha inoltre annunciato le proprie dimissioni ai giornalisti. Tempi brutti in casa giallorossa.

Silvia Dell'Orto