«Non dovevamo vincere al primo colpo ma ora ci siamo»
Il Barisardo riparte col +7, Ibba: «Inaspettato il crollo dell'Arborea, ora 8 finali per coronare un sogno»
Anche quando non gioca il Barisardo - capolista del girone B di Promozione - ha di che rallegrarsi perché, nel turno di riposo del campionato, la vicecapolista Arborea gioca il recupero ma non va oltre il pari sul campo del Tonara, ultima della classe. E, così, si riparte con gli ogliastrini che hanno 7 punti di vantaggio a 8 giornate dal termine. Il presidente Roberto Ibba non fa mistero nel dire che il distacco «è una cosa inaspettata, visto che avevamo 5 punti di ritardo al momento dello scontro diretto. Ed è stato inaspettato il crollo dell'Arborea. Noi abbiamo una costanza nei risultati, ogni tanto pareggiamo ma non sempre si può vincere. Sono 8 finali in cui dobbiamo dare il 100% per riuscire a coronare un sogno, non era nelle nostre aspettative vincere il campionato al primo colpo ma ora ci siamo e non ci nascondiamo dietro un dito».
Il prossimo avversario. «Il Tonara sta onorando alla grande il campionato, perdevano 3-1 con l'Arborea ma hanno agguantato il 3-3 nel recupero e questa è la testimonianza che partite facili non ce ne sono più, tutte vogliono fare un figurone e noi dovremo stare molto attenti. Siamo in una condizione fisica non ottimale, abbiamo fuori Mabo, Yeboah, Mateus e Carlander è squalificato. Dobbiamo stringere i denti e dimostrare che la voglia nostra di portare a casa questo risultato di prestitgio è più forte di tutte le difficoltà».
La svolta della stagione. «Vincere ad Arzana dopo la sconfitta in casa col Fonni. Da lì è partita la serie di risultati positivi culminata con la vittoria nello scontro diretto e il 3-2 importantissimo nel derby a Tortolì. La squadra ha preso consapevolezza nelle proprie forza che i nostri limiti sono mentali e non di squadra».
La scelta di Ciarolu. «Abbiamo un grande allenatore che sta gestendo alla grande il gruppo. Venivamo da Cavasin e, quando abbiamo preso Ciarolu, qualcuno storceva il naso ma sta dimostrando coi fatti che sa stare in panchina. Quand'era calciatore e lo presi a Tortolì l'anno che salimmo in Eccellenza, già era un tipo tosto caratterialmente. Non ha mai avuto la possibilità di allenare squadre per un campionato di vertice, io ci credevo e in lui ho visto la voglia di prendere in mano la situazione. I fatti stanno dando ragione a lui e a me».
Il Barisardo è solido. «Dicevano che saremmo crollati già dall'anno scorso. Invece abbiamo puntellato laddove seriva, non stiamo navigando nell'oro ma bisogna essere seri assumendosi le responsabilità di quel che si fa, io a Barisardo rispondo di tutto, ho la fortuna di avere dei ragazzi intelligenti, l'allenatore idem, non siamo perfetti come i dipendenti bancari ma nessuno credo si possa lamentare».
Gruppo squadra con tanti stranieri. «Portare i giocatori da fuori è sinonimo di risparmio, almeno per quanto riguarda il Barisardo. L'anno scorso avevamo 14 stranieri e ora sono 13. Loro vengono per fare i professionisti, giocano al calcio e si accontentano del rimborso spese. Poi è chiaro che c'è il vitto e l'alloggio ma nei paesi è molto più facile fare questo tipo di discorso mentre a Cagliari è più difficile trovare gli appartamenti, i ristoranti, la logistica. L'anno scorso sono stato criticato da tutti, adesso vedo che anche in Seconda categoria ci sono gli stranieri. Evidentemente io aperto un cancelleo e gli altri un portone».