Salta al contenuto principale
Marco Naitana, presidente, Bosa
«Campionato tosto ma non eravamo da ultimo posto»

Il Bosa non perde la sua identità, Naitana: «La retrocessione? Una botta ma c'è un patrimonio da sfruttare. Ripartiamo da Tore Carboni, vincere è difficile ma torneremo a divertirci»

La retrocessione fa male, sconforta e toglie entusiasmo. Ma Bosa non può rinunciare ad un patrimonio tecnico e di emozioni accumulate con stagioni di successi. Appena un anno fa aveva alzato la Coppa Italia di Promozione e si preparava alla finale playoff che poi vinse contro il Sorso, a metà giugno ebbe la notizia del salto in serie D del San Teodoro e potè accomodarsi subito in Eccellenza. Un campionato competitivo, difficile e chiuso all'ultimo posto che non testimonia il reale valore dei rossoblù sconfitti principalmente dalla sfortuna (infortuni, squalifiche gare storte) più che da una effettiva inadeguatezza della rosa. «La delusione credo ormai sia sopita - dice il presidente Marco Naitana - Resta il dispiacere perché non pensavamo di classificarci in ultima posizione, sapevamo che sarebbe stata dura ma tutte le cose peggiori che mai abbiamo passato in questi anni le abbiamo subite concentrate in pochi mesi. È stata un'esperienza dalla quale imparare e farne tesoro».

 

In 30 gare appena 19 punti e ben 21 sconfitte. Cosa realmente non è andata in questa stagione?

«Abbiamo avuto un inizio non consono al campionato che andavamo ad affrontare, le cinque sconfitte di fila ci hanno un po' bloccato portando nervosismo in squadra e anche in società, poi superato in seguito coi primi risultati e vittorie. Ma rincorrere è sempre difficile se poi, nel momento in cui i risultati stanno andando per il verso giusto, arrivano le mazzate degli infortuni si fa nuovamente dura. Ci sono stati otto infortuni con fratture di uomini fondamentali, la coperta era corta e qualcuno ci ha abbandonato in modo inaspettato. Abbiamo fatto di necessità di virtù ma non è bastato»

Quanta differenza c'è nel fare il salto dalla Promozione all'Eccellenza?

«Beh, tanto. Cambia molto la cura del dettaglio, tutti se la giocano alla massima potenza. Abbiamo perso almeno sei-sette partite al 90' e questo ti fa aumentare il rammarico perché credo che, tolto il Budoni all'esordio e Tergu ad inizio ritorno (gare perse 4-0 e 5-0, ndr) nella altre gare non abbiamo mai sfigurato, non siamo stati la vittima sacrificale, nemmeno contro la corazzata Tortolì che nella gara di ritorno vinse 3-2 al 92'. A Monastir, che rappresentava la gara che ci avrebbe rimesso in carreggiata dopo la vittoria col Taloro, abbiamo perso al 90'. Il dettaglio, come detto, è importante, crederci sino all'ultimo secondo fa la differenza poi è chiaro che ci sono dei valori tecnici importanti e di molto superiori alla Promozione. Il campionato di Eccellenza è un professionismo mascherato, ho constatato che il gap più importante è nella preparazione dal punto di vista fisico e i giovani sono una o due spanne sopra quelli della Promozione. I nostri fuoriquota non erano abituati a questo tipo di campionato, un po' hanno patito il salto ma nel finale di stagione si sono ripresi e sono contento, l'anno prossimo possono consacrarsi»

Potendo tornare indietro, ma con il patrimonio di conoscenze fatte il Bosa sarebbe ugualmente retrocesso?

«Non vorrei passare per presuntuoso ma dico che non sarei retrocesso, ne sono convinto. Certo, non sapevo che nei primi mesi dell'anno ci sarebbero successe tante cose negative importanti ma se avessimo avuto tre bosani come Ledda, Di Angelo e Ruggiu (in forza alla Macomerese, ndr) si sarebbe alzato il livello tecnico e di esperienza del gruppo che aveva bisogno di nuova linfa e di due o tre innesti di categoria. Oramai è andata così»

Il Bosa si è distinto per una squadra identitaria, proseguirà questo progetto?

«Se io rimarrò assolutamente sì. Dobbiamo unire le forze anche con eventuali nuovi ingressi societari affinché questa "bosanità" diventi ancora più forte. Bosa ha materiale tecnico importante che può durare per altri 4-5 anni, un blocco forte che poteva stare anche in Eccellenza, senza contare gli altri giocatori di Bosa che sono in altre realtà. Se quagliamo il tutto ci sono le potenzialità per ritornare ad essere protagonisti, vincere è sempre difficile ma ci sono le possibilità per fare bene. L'importante è che tutti remino dalla stessa parte, la botta per la retrocessione c'è stata ma bisogna superare questo momento, la nostra realtà ha una caratteristica molto importante data dalla presenza di tanto materiale e questa virtù va sfruttata al massimo, con un nuovo progetto. Occorre che gli sponsor, il Comune e i tifosi percepiscano che si tratti di un'annata storta, io vedo tanti modelli in Sardegna, come quello del Latte Dolce, del Tortolì o del Budoni, noi abbiamo tanto materiale e con un terzo delle spese rispetto a quelle degli altri potremmo toglierci per anni delle soddisfazioni incredibili. Coi successi in Promozione abbiamo creato turismo e una ribalta mediatica impressionante, l'Ogliastra con le esperienze di Lanusei e Tortolì ha capito che il calcio porta turismo e immagine, io non ero mai andato a Tortolì ma credo che ci tornerò in estate. Bosa è utile per tutti se tutti ci credessimo, non abbiamo le capacità economiche di altri ma possiamo valorizzare il materiale che abbiamo»

Cosa si dovranno aspettare i tifosi per l'anno prossimo?

«Non eravamo dei fenomeni e né avevamo inventato il calcio prima e ora non siamo nemmeno asini. Ci sarà un nuovo impegno, una ventata d'aria fresca, so di qualche dirigente che si è proposto di entrare in società, più persone serie ci sono e meglio è. Stiamo valutando un progetto di rilancio del settore giovanile. Non posso dire a maggio cosa faremo il prossimo campionato ma sarà un divenire importante, con il contributo di tutti, dirigenti, sponsor e atleti non dico che vinceremo ma possiamo divertirci e riportare la gente al campo dopo che, nelle ultime giornate, la tribuna si era svuotata come è comprensibile che fosse. Faremo un mercato non stellare ma giusto e preciso, non si promette una vittoria del campionato ma torneremo a divertirci e divertire, la mentalità dev'essere questa»

Il Bosa ripartirà da Tore Carboni?

«Credo che tutto questo appena detto non possa prescindere dalla presenza di Tore. Le colpe della retrocessione non sono totalmente dell'allenatore oppure della società, non credo nemmeno avessimo costruito una squadra da ultimo posto, ci sono delle cose sulle quali abbiamo discusso e continueremo a discutere, la soluzione ai problemi la sappiamo entrambi e, come nelle belle famiglie, non possiamo lasciare così con una retrocessione. A me, dopo quasi 6 anni in società, mi era balenata l'idea di staccarmi ma non posso farlo ora, e anche per lui è la stessa cosa. Con le motivazioni giuste il matrimonio continua e questo Bosa ripartirà da Tore Carboni»

In questo articolo
Squadre:
Allenatori:
Campionato:
Stagione:
2016/2017
Tags:
15 Ritorno