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Cosimo Sibilia, presidente Lnd
Il presidente della Lnd in un'intervista al Messaggero

Il grido d'allarme di Sibilia: «Rischiamo di perdere 3000 società, il Governo ci aiuti. Spero si giochi a maggio, no ai titoli assegnati a tavolino»

Nel pieno dibattito che c'è intorno al calcio che rischia di perdere milioni di euro per il campionato di serie A ma che, come ha spiegato il presidente federale Garbiele Gravina, rischia anche di crollare se perde la base, interviene anche Cosimo Sibilia, presidente della Lega Nazionale Dilettanti che, in un'intervista al Messaggero, esterna le preoccupazioni sul futuro del movimento non professionistico e sulla speranza di poter portare a termine la stagione.

 

Scartata l'ipotesi di sospensione definitiva dei campionati

«Penso che prima o poi dovremmo tornare a giocare. Ovviamente potremo farlo solo quando il problema sanitario che affligge la nostra nazione sarà superato, in modo tale da garantire la massima sicurezza a giocatori, staff, allenatori e tifosi. Non abbiamo intenzione di sospendere tutto come è avvenuto in Inghilterra, non è un’ipotesi che vogliamo prendere in considerazione. Speriamo di tornare in campo nel mese di maggio, in modo tale da poter portare a termine tutti i campionati»

 

No ai titoli assegnati a tavolino

«L’unico verdetto che riteniamo valido è quello che viene dal campo. Se volessimo assegnare un titolo a tavolino dovremmo trovare un giusto metro di giudizio, ma arriverebbero una serie infinita di reclami. Finire i campionati è un nostro dovere, perché siamo il cuore del calcio italiano e vogliamo dare un segnale forte. Il calcio dilettantistico è un motivo di aggregazione, solidarietà, amicizia e sportività ma non ci sono dubbi però che sia quello maggiormente a rischio. Secondo i nostri studi potremmo perdere quasi tremila società. Questa cosa non può assolutamente succedere. Queste società rappresentano il 30% dell’intero movimento, perderle significherebbe far morire il gioco del calcio. Non dimentichiamoci che nelle regioni più colpite (Lombardia, Veneto), le partite sono sospese da metà febbraio»

 

Ancora nessuna data per la ripresa

«Non possiamo farlo. La salute e l’emergenza nazionale vengono, ovviamente, prima di tutto. Noi speriamo di poter riprendere nel mese di maggio, perché nel caso in cui dovessimo riprendere a giugno, il numero di società che potrebbero fallire sarebbe ancora più alto. Credo che nessuno più di noi possa rappresentare al meglio la realtà sociale di questo paese. Il calcio dilettantistico è formato da piccoli imprenditori, artigiani, commercianti, i rischi che corrono e il prezzo che potrebbero pagare sono gli stessi della maggior parte delle persone in questo paese»

 

Gli aiuti dal Governo

«È chiaro che serviranno, altrimenti sarà durissima affrontare la realtà. Se non si interverrà nel modo giusto, pochi saranno invogliati a tenere vivo il movimento del calcio dilettantistico quando tutto potrà ricominciare. Come può aiutarci il Governo? Intervenendo su comuni ed enti locali, in modo tale da agevolare l’utilizzo degli impianti sportivi ad esempio. Potrebbero inoltre fornire coperture economiche per fronteggiare questi danni. Questi aiuti sarebbero molto importanti, ma da soli non potrebbero bastare. Servono infatti importanti interventi normativi, che solo il Governo può fare. Vorrei chiedere al Governo di modificare il Decreto Melandri, in modo tale da poter utilizzare questi fondi anche per aiutare la Lega dilettanti e i suoi campionati»

 

Sulle spese già affrontate in questa stagione

«Per le società dilettantistiche, partecipare ad un campionato rappresenta una grande spesa. È difficile recuperare i soldi già spesi in questa stagione, ma vorremmo trovare una soluzione. Siamo pronti a proporre un ridimensionamento degli oneri che le società devono sostenere per partecipare ai campionati, sperando che possa servire a salvare alcune squadre. Un altro problema è rappresentato dalle spese assicurative già effettuate sul quale dobbiamo intervenire, e chiederemo fondi per aiutare le squadre più in difficoltà. Il calcio dilettantistico rappresenta il 98% dei tesserati del calcio italiano e conta oltre 10.000 società, una forza che spesso non ci viene riconosciuta. È chiaro che il vertice del calcio, la Serie A, sia trainante, ma pensare di aiutare solo loro è penalizzante. Ieri Gravina ha detto che senza di noi il sistema crolla. Lui conosce bene la nostra situazione, abbiamo parlato a lungo in questi giorni e gli ho illustrato tutte le nostre idee per salvare il calcio. Mi aspetto anche un grande aiuto dal Ministro Spadafora, al quale porterò le mie proposte per un’analisi. A tutti i dirigenti delle società dilettantistiche vorrei dire che non dobbiamo arrenderci. Dobbiamo vincere una vera e propria battaglia, provando a restituire un pizzico di serenità al nostro paese. Penso che la vittoria più bella sia tornare in campo. Solo allora potremo festeggiare»

 

In questo articolo
Campionato:
Stagione:
2019/2020