«Ottimo il 5° posto, il titolo Juniores una ciliegina»
Il Selargius risplende, Salis: «Stagione gratificante, si riparte da Giordano e Fercia»
Il Selargius torna alla ribalta nelle cronache sportive regionali. La prima squadra guidata da Franco Giordano, in Promozione, ha ottenuto un lusinghiero quinto posto nel girone A dominato dalla Monteponi, con un gruppo giovane ricostruito dopo le due porzioni di stagione in cui lo stop del Covid ha evitato la retrocessione in Prima categoria e, domenica scorsa, il club granata ha iscritto il suo nome nell'albo d'oro del Campionato Regionale Juniores con la vittoria dei ragazzi di Denis Fercia nella finalissima di Oristano contro l'Ossese. Un successo inedito ma non del tutto nuovo, perché con la Juniores i granata vinsero anche il campionato regionale ma riservato ai club di serie D, con la vincente che poi confluisce nel torneo nazionale per la fase finale, e a fine anni Novanta vinsero quando sempre la prima squadra militava in serie D e il torneo aveva uno sbocco nazionale.
A commentare la stagione, lunga e positiva del Selargius, è il presidente del club granata Giorgio Salis, unico superstite del gruppo dirigenziale che ha perso la serie D nel 2014-15 e l'Eccellenza l'anno successivo col rischio di sparire definitivamente dal panorama calcistico sardo. Ora i campidanesi, superate anche le difficoltà post-Covid, iniziano a vedere una luce diversa. «Quando siamo partiti l'estate scorsa credevo che ci saremmo salvati ma con grandi difficoltà - osserva Salis - invece abbiamo fatto molto bene disputando un campionato sopra le righe. L'allenatore Giordano ha senz'altro qualcosa in più degli altri tecnici avuti negli anni passati, è un professionista, si circonda di collaboratori validi, segue le squadre avversarie, pretende tanto dalla società, e quando spiega la settimana di lavoro vuole la presenza dei dirigenti affinché si capiscano, dalla tribuna durante le gare della domenica, anche certe scelte di tattiche; e pretende molto dagli stessi ragazzi, curandone con grande attenzione la crescita dal primo all'ultimo della rosa. Nei momenti in cui avevamo tante assenze ci ha sempre tranquillizzato perché è convinto che i risultati poi arrivino col lavoro fatto in settimana. E il quinto posto finale per noi è stato gratificante anche per come è arrivato, con una squadra ben amalgamata, ben preparata fisicamente e tatticamente e che ha giocato a viso aperto anche con le più forti come Monteponi, Villasimius e Sigma. Per il suo arrivo al Selargius e per i ragazzi che ha avuto a disposizione, è stato importante Fercia nel ruolo di direttore sportivo ma anche di tecnico della Juniores. Negli anni precedenti l'allenatore della prima squadra e quello della Juniores non si incrociavano mai, loro invece lavorano in piena sintonia e Giordano non ha mai perso una partita della Juniores. Denis poi è molto bravo, sa scegliere i ragazzi e lavorare bene sia coi piccoli che con i più grandi, li sa tenere uniti e parla con loro alla luce del sole. I ragazzi, infatti, sono molto affezionati a lui».
Il finale di stagione ha poi riservato la vittoria del titolo regionale Juniores: «È stata la ciliegina ad una bellissima stagione. Ho visto molti dirigenti con le lacrime agli occhi, anche quelli che seguivano per lo più la prima squadra e che, nelle ultime settimane, si sono dedicati totalmente alla Juniores. Li stiamo ringraziando ancora uno per uno. Quando siamo entrati nelle fasi finali pensavamo: "Chissà se superiamo questo turno". E poi: "Chissà se arriviamo in finale". In finale ci siamo arrivati, l'abbiamo giocata e anche vinta, senza rubare nulla ad un avversario molto forte come l'Ossese».
Era da diversi anni che Selargius non tornava ad un certa ribalta regionale: «E abbiamo risvegliato anche l'interesse dei selargini nel Selarigus calcio. Abbiamo avuto in queste settimane dei riscontri positivi, ci fanno le congratulazioni per la stagione. Io, poi, sono l'unico dirigente rimasto dagli anni della serie D e ho lottato per non farlo fallire. Lo stop per il Covid ci ha salvato da una retrocessione sicura nei due anni precedenti, eravamo troppi giovani e coi "grandi" le scelte non sono state nemmeno azzeccate. Ovviamente, come società, ci prendiamo le nostre responsabilità. Ora abbiamo trovato Fercia e Giordano e ce li teniamo stretti. Nei giorni scorsi abbiamo raggiunto l'accordo per la riconferma di entrambi. Ora il diesse, di comune accordo col tecnico, procederà alle trattative per la conferma dei "grandi" dell'anno scorso e poi cercherà i profili adatti per puntellare la squadra».
Il Selargius getta le basi per un ritorno nel massimo campionato regionale: «Manteniamo i piedi ben piantati per terra, ci stiamo strutturando in società e ringrazio sin da ora gli sponsor che stanno entrando e quelli che hanno confermato il loro impegno. Quando sarà il momento giusto potremo anche pianficare il salto di categoria ma questo si potrà fare solo dopo che riavremo strutture adegute. In primis il nostro campo del Virgilio Porcu (la semina è stata avviata e a metà settembre verrà consegnato alla società, ndr) e, soprattutto, quando verranno fatti in sintetico i campi intorno alla struttura principale. Ora teniamo ancora duro e poi si vedrà. Intanto siamo riusiciti a crescere come settore giovanile, abbiamo due squadre Giovanissimi e due Allievi, con la speranza di crescere ancor di più una volta in possesso delle nuove strutture».
Anche il direttore-allenatore Denis Fercia si gode i frutti della stagione appena conclusa col trionfo della "sua" Juniores: «Per fortuna nel calcio non si inventa nulla e i risultati sono la conseguenza di tanto lavoro fatto in serenità, grazie al supporto della società, e fatto con tanta qualità, grazie a mister Giordano. Tutto è nato dalla svolta societaria quando ha fatto scelte tecniche diverse: si arrivava dai 12 punti nel primo campionato fermato dal Covid dopo 22 giornate e dal punto in 4 partite in quello successivo fermato ancora dalla pandemia. C'è stato un anno di transizione in cui si è comunque lavorato, col campionato fermo e in base alle limitazioni che c'erano sugli allenamenti di gruppo in forma individuale. Giordano è il motore di questo Selargius, siamo molto legati e basta guardarci negli occhi per sapere cosa vuole lui o l'altro. Per capire quanto è stato importante il suo lavoro basti vedere che nel girone A, dal nostro quinto posto al decimo, cioè la prima delle squadre salve, c'era una distanza di appena tre punti, negli altri gironi la forbice era anche del doppio. Perciò bastava una-due partite sbagliate e rischiavi di retrocedere. Noi ci siamo salvati coi giovani in Promozione e vinto il titolo regionale con la Juniores ma ciò che a me preme di più sottolineare è vedere il percorso fatto. Con la prima squadra ci siamo riuniti il 18 agosto del 2021 con quasi tutti ragazzi in età Juniores ed eravamo spaventati e consapevoli che col budget non potevamo fare chissà cosa, perciò bisognava lavorare sodo. Poi è arrivato Mainas, abbiamo agganciato a novembre Murgia, c'è stato il cambio tra Lai e Zara a dicembre e, infine, abbiamo preso Tronu. In questo il lavoro di Franco è stato eccezionale, con percentuali di presenza dei ragazzi agli allenamenti del 92-95%, e nel ritorno abbiamo fatto 20 punti contro i 15 dell'andata avendo pareggiato gli ultimi due incontri quando la salvezza era già in tasca. Ma l'anno prossimo sarà ancora più difficile confermarsi e non lasceremo niente al caso. Stiamo programmando con serietà e con l'aiuto di nuove figure come il direttore generale Paolo Pirisino coadiviuto sempre da Massimo Prefumo. Sul campo daremo il massimo, non per migliorare il quinto posto, ma per consolidarci e attestarci in una categoria che, se verrà riportata presto a due gironi, dovrà prevedere tante retrocessioni. Il mercato? Ciò che posso dire ora è che sono molto ma molto dispiaciuto che, per motivi di numeri e spazio in rosa, non potrò tenere tutti. Con le nuove regole sul salto delle classi dei due fuoriquota obbligatori (un 2003 e un 2004, mentre nel campionato scorso era un 2001 e un 2002, ndr) nella nostra attuale rosa passeremmo da 11 a 18 grandi. Perciò, a malincuore, si faranno delle scelte, ne perderemo una decina ma per alcuni di loro c'è anche la speranza che possano salire di categoria, perché ai nostri giovani abbiamo sempre promesso di valorizzarli e non bloccarli nel caso abbiano una possibilità di crescita ulteriore».