«Il pari di Fonni vale quanto una vittoria»
Il Sorso non smette di stupire, Leoncini prepara la prossima sfida: «Contro la Macomerese sarà dura, ma sono fiducioso»
Dopo cinque, incredibili vittorie consecutive, il Sorso rallenta la propria corsa e si deve accontentare, si fa per dire, di un punto al termine della sfida delicatissima in casa del Fonni: per quanto visto in campo però, il pareggio, ottenuto in rimonta grazie ad una prestazione gagliarda, ha il sapore di una straordinaria impresa, che ha confermato, qualora ce ne fosse ancora bisogno, il grande carattere e la personalità di un gruppo che ha trovato nel nuovo tecnico Marco Leoncini, sorsese d'adozione con un amore smisurato nei confronti della sua squadra, il punto di riferimento ideale.
I risultati raccolti sino ad ora sono stupefacenti, e la classifica in questo senso offre una testimonianza chiarissima: il secondo posto, a pari punti con l'Ilva, a due sole lunghezze dalla capolista Bonorva, è il dato più chiaro che permette di fotografare alla perfezione lo stato di grazia attraversato dai bianco-rossi in questo avvio di stagione.
Archiviata l'amarezza per i passi falsi rimediati nelle prime due uscite, che si sommano alla cocente eliminazione dalla Coppa Italia, Occulto e compagni hanno saputo trovare gli equilibri ottimali, mantenendo un ritmo da promozione. L'obbiettivo principale, però, è e per il momento rimane quello della salvezza, ma sognare non è vietato, anzi: la prossima sfida contro la Macomerese, che insegue staccata di due punti, ha tutto il sapore del big-match: un impegno attesissimo, in cui il Sorso può scrivere l'ennesima pagina indimenticabile del suo romanzo, che potrebbe concludersi, come le migliori favole, con un epilogo dolce quanto inaspettato.
«Domenica ci aspetta una partita molto dura – avvisa Leoncini -, conosco bene qualche ragazzo del Macomer e so che sono una squadra che non si arrende, che fa del carattere una delle proprie armi migliori. Sono sicuro che chi verrà al campo assisterà ad una bella sfida, tra due compagini che stanno facendo benissimo, almeno sino a questo momento». Nel mirino, il settimo risultato utile consecutivo: «Io sono fiducioso di natura, non solo nel calcio, ma nella vita di tutti i giorni. Bisogna esserlo, se no siamo già morti, persi, non si va avanti». Il Sorso sta vivendo un vero e proprio sogno ad occhi aperti, dall'alto del suo secondo posto in classifica, guadagnato con pieno merito grazie a prestazioni importanti sul piano del gioco e della determinazione. «Sono contentissimo per come si stanno comportando i ragazzi; mi danno puntualmente le risposte che cerco, lavorano in maniera professionale, con grande disponibilità. Non posso davvero chiedere di più». L'unico rammarico è rappresentato dai piccoli infortuni che stanno limitando il rendimento di alcuni pezzi da novanta della rosa. «Non abbiamo ancora potuto contare sul nostro capitano, Marco Cacace, che all'ottava giornata risulta ancora inutilizzato; chi scende in campo però non sta facendo rimpiangere gli assenti, e questo mi tranquillizza». Con una partenza così brillante, è difficile che avvenga il contrario: «Sinceramente, non ce lo aspettavamo nemmeno noi. Nelle prime due giornate abbiamo incassato due sconfitte, che si sommano all'eliminazione rimediata in Coppa Italia, eppure ci siamo ripresi piuttosto bene. Ora speriamo solo di continuare così, anche perchè è presto per abbandonarsi alla pazza gioia: il primo traguardo resta quello della salvezza, e ci mancano almeno 18 punti per arrivare a quota 34, che presumibilmente dovrebbero essere sufficienti in questo senso; c'è ancora tantissima strada da fare». L'entusiasmo, si sa, è la benzina migliore, e i bianco-rossi viaggiano con il pieno: «Viviamo una bella situazione, perchè c'è tanta euforia, la gente ci segue con affetto, anche se penso che i fasti degli anni 80 siano irripetibili, non solo per il nostro centro ma anche per quelli limitrofi».
Il tecnico ritorna sui motivi che l'hanno spinto ad accettare questa sfida: «Sono originario di Monserrato, ma abito a Sorso ormai dall''82, questa comunità mi ha praticamente adottato e ora è diventata casa mia. Mi dispiaceva vedere la squadra in difficoltà, impegnata a lottare ogni anno per non retrocedere, così ho deciso di mettermi in gioco in prima persona. L'amicizia che ci lega con il presidente e con gli altri dirigenti è stata decisiva, dopo trent'anni ci conosciamo molto bene, la stima tra di noi è reciproca». I frutti dell'ottimo lavoro svolto sino ad ora sono sotto gli occhi di tutti: facile notare una vera e propria metamorfosi nei confronti del recente passato. «Ma il merito è tutto dei ragazzi – precisa -, sono loro che scendono in campo la domenica e si sacrificano durante gli allenamenti; io vado appresso a loro, e non il contrario (ride)». La società ha sviluppato, nel tempo, un progetto dalle basi solide e dai grandissimi margini di miglioramento. «Il nostro intento è far crescere i talenti locali, quelli che in sostanza compongono la rosa; l'unica eccezione è rappresentata da alcuni elementi, penso a Bagnolo, Occulto, Pintus e Saba, che pur arrivando da fuori indossano questa maglia sin dalle giovanili, e ora invece sono tra i più anziani: si sono trovati a loro agio e hanno deciso di continuare qui, anche se magari i risultati non erano eccezionali». Quest'anno, sembra proprio sia arrivato il momento del riscatto. «Si stanno togliendo grandi soddisfazioni e speriamo possano stupire ancora». Come è accaduto nella trasferta di Fonni, una delle prestazioni più convincenti dell'ultimo periodo: «Per come sono andate le cose, vale quanto una vittoria. Perdevamo per due a zero, in inferiorità numerica dopo appena 10 minuti di gioco: abbiamo rimesso in piedi una gara che sembrava irrimediabilmente compromessa». La conferma più eclatante che, sul piano del carattere, non siete secondi a nessuno: «Una squadra che non molla mai, proprio come il suo allenatore (ride)».
Tra gli aspetti più positivi, i 16 gol realizzati che fanno dell'attacco del Sorso il secondo migliore del campionato, ma anche la difesa si sta disimpegnando piuttosto bene. «Nelle ultime sei gare abbiamo subito sette reti, con due rigori. Per quanto mi riguarda sono soddisfatto, andiamo a giocarcela a viso aperto dappertutto, forse incassiamo qualcosa di troppo, ma compensiamo con il grande lavoro fatto in avanti: lo spettacolo è assicurato». Il Sorso è tra le più belle realtà del torneo, ma le pretendenti al titolo, per l'allenatore, restano le solite. «Ho incontrato l'Ilva in Coppa Italia, e mi hanno fatto un'ottima impressione: una bellissima squadra, con uomini di livello superiore come Siazzu, Volante, Di Gennaro; elementi che per questa categoria sono un lusso. Al secondo posto ci metterei l'Usinese, ma visto come sta correndo il Bonorva, penso proprio che se la giocheranno sino alla fine: vengono dalla vittoria del campionato, quest'anno hanno rinforzato l'organico con gli innesti giusti, il loro primo posto è assolutamente meritato. Il campionato è lungo, qualcosa in più si capirà da marzo in poi: bisognerà vedere chi è riuscito a mettere da parte più legna durante l'inverno (ride). Noi? Pensiamo a fare quei 16 punti che ci mancano, poi se ci fanno rimanere li in alto, non ci tireremo indietro. Come si dice in questi casi, non succede....ma se succede.....(ride)».