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«Stiamo con i piedi per terra, serve umiltà»

Il Villasor si gode il primo successo interno, Marcis: «Contro il Sestu a caccia di conferme»

Il Villasor conquista i primi tre punti della stagione di fronte al proprio pubblico, superando grazie ad un'ottima prestazione il coriaceo Buggerru per 2 a 1: la squadra allenata dal giovanissimo Filippo Marcis continua a stupire e mette un altro mattone importantissimo per costruire la salvezza, obbiettivo minimo per il club che rispetto all'anno scorso, in cui si era salvato soltanto all'ultimo nello spareggio play-out, ha decisamente cambiato marcia.

 

«Si è trattata forse della partita migliore che abbiamo disputato – dichiara Marcis -, alla pari di quella contro il Teulada; siamo stati capaci di fare un buon primo tempo e un ottimo secondo tempo. Volevamo a tutti i costi questa vittoria interna, ci mancava, visto che sino a quel momento avevamo raccolto solo due punti su quindici a disposizione».

 

Un successo che scaccia le delusioni rimediate nelle ultime uscite, in cui le cose non vi stavano andando benissimo.
«Si, vale ancora di più perché arriva dopo un periodo negativo, con due sconfitte di cui una pesantissima a Iglesias, la miglior avversaria che abbiamo trovato.
Va bene sopratutto dal punto di vista del morale, ma riusciamo anche a smuovere la classifica, sono davvero tre punti d'oro».

 

Come tua prima esperienza sulla panchina di una prima squadra non sta andando affatto male.
«Io non posso essere più soddisfatto: ho un gruppo molto numeroso, ho a disposizione ben 27 ragazzi che si allenano con costanza, ho grandissima difficoltà a fare le mie scelte ogni domenica, anche se per me è un vantaggio: l'abbondanza è l'aspetto che ci sta permettendo, forse più di ogni altra cosa, di ottenere questi risultati.
Il gruppo è compatto, è il segnale che mi rende più felice».

 

Sei decisamente giovane rispetto a molti tuoi altri colleghi: stai incontrando particolari problemi legati al fattore anagrafico?
«Le difficoltà sono quelle che hanno tutti gli allenatori, e che avrò, mi auro, anche in futuro; probabilmente io ho molti problemi in meno rispetto a chi ha organici meno attrezzati del nostro.
Il mio compito principale in questo momento è quello di tenere unito il gruppo: ci stiamo riuscendo, soprattutto per merito dei ragazzi; sono fantastici, accettano di mettersi in discussione ogni domenica, anche se questo significa magari finire in tribuna.
Per il resto, cerco continuamente, durante gli allenamenti, il modo migliore per trasmettere quello che è il mio modo di intendere il calcio, sia dal punto di vista tecnico-tattico che da quello mentale».

 

Uno dei vostri punti deboli, al momento, è rappresentato dal fatto che subite troppi gol, come successo ad esempio nel ko interno ad opera del Real Terresoli.
«I numeri dicono che la nostra pecca più grossa è rappresentata dalla fase difensiva, ma in realtà abbiamo preso 11 gol in due partite, anche se preferisco non commentare la sconfitta subita contro il Real Terresoli: il calcio è un gioco di squadra, la colpa non va data a un reparto o a un singolo giocatore, si difende in 11 e si attacca in 11; dobbiamo comunque sicuramente migliorare su quest'aspetto».

 

Nel prossimo turno vi aspetta un altro impegno tra le mura amiche contro il quotatissimo Sestu: una bella occasione per allungare la striscia di risultati utili.
«È da agosto che aspettiamo che scatti la scintilla anche nelle partite in casa: ci faremo in quattro per raggiungere la seconda vittoria consecutiva; siamo consapevoli che affrontare la terza in classifica non sarà facile, ma noi non snaturiamo il nostro modo di giocare a seconda di chi ci troviamo davanti».

 

Pensate di intervenire nel mercato di riparazione?
«Alcuni dei nostri nuovi acquisti hanno esordito domenica: c'è stato il ritorno di Gianmarco Serra, è arrivato Gigi Pistis, che l'anno scorso ha conquistato la Promozione a Monastir; poi abbiamo preso Giacomo Dettori e Alessando Cocco».

 

Pensi che il Villasor possa fare il salto di qualità già a partire da questa stagione? I quartieri alti non sono poi così lontani.
«È vero che siamo a sei punti dal Sestu ma è anche vero che siamo a quattro dalla zona play out. Quindi stiamo con i piedi per terra, il nostro cammino è ancora lunghissimo».

In questo articolo
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2013/2014
Tags:
Sardegna
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