Incubo Toro: squadra aggredita al ristorante

Certo che non è un bel periodo per il Torino di Urbano Cairo. La squadra gioca male, perde, l’allenatore viene esonerato, i risultati comunque non arrivano, il ds Rino Foschi si dimette e per di più mercoledì 6 Gennaio la squadra viene aggredita durante una festa privata. Roba da terzo mondo, direte voi. Ma veniamo al fattaccio. Mercoledì sera parte della squadra, con al seguito mogli e figli si era radunata al ristorante “I Cavalieri” per festeggiare il compleanno di David Di Michele quando, come si legge nel comunicato stampa diramato il giorno dopo dalla squadra e letto dallo stesso attaccante torinese, “alle ore ventitre, all'uscita del ristorante, Colombo e Bianchi venivano accerchiati e successivamente aggrediti con schiaffi in faccia e ripetuti calci e pugni all'autovettura da circa venticinque persone con il volto coperto, cinghie in mano, costringendoli a fare retromarcia nel piazzale. A quel punto - continua il comunicato - entravano all'interno del ristorante, aggredendo i restanti calciatori Diana, Pisano, Pratali, Loviso, Rubin, Zanetti, Ogbonna e Di Michele con ulteriori schiaffi, minacce di morte, di aggressione a domicilio e spintoni, del tutto incuranti della presenza di mogli, fidanzate e, quanto di più grave, di quattro nostri figli visibilmente sotto shock. La squadra sta valutando la possibilità di dare un segnale forte, al fine di stigmatizzare l’accaduto.” Cioè di non scendere in campo nella prossima partita contro il Cittadella. Ma probabilmente così non sarà anche perché venerdì mattina, dopo una riunione tra giocatori e presidente, i granata si sono allenati regolarmente alla Sisport, per poi partire all'ora di pranzo destinazione Padova. Truppa quasi al completo, visto che nell'elenco dei convocati non compaiono Diana, Pisano, Colombo, Vailatti e Di Michele (invitato tra l'altro senza troppi giri di parole dal neo ds Petrachi a trovarsi velocemente un’altra squadra). Ora bisogna solamente andare sul campo del Cittadella e vincere perché come afferma mister Beretta.