«Non possiamo più nasconderci, col Tortolì altro crocevia»
La Nuorese vola a +5 e getta la maschera, Fraschetti: «Per la D ci siamo anche noi. Dominata la corazzata Muravera ma va rispettata, la strada è lunga»
Il segnale lanciato dalla Nuorese è stato forte e chiaro. La capolista ha vinto meritatamente lo scontro diretto con il Muravera mandando ancora più indietro i sarrabesi, scesi ora a -5, convincendo sul piano del gioco e della condizione fisica e mentale. La squadra di Fabio Fraschetti, dopo 11 gare disputate, diventa la favorita per il salto in serie D potendo contare dalla sua anche il supporto dei 1.500 spettatori che hanno assistito ad un big-match in cui per un'ora i verdazzurri hanno avuto una marcata predominanza con il meritato vantaggio di Tico, salvo poi arrivare al botta e risposta tra Cucchi e Vignati che risvegliato i gialloblù di Loi vicinissimi al pareggio nel recupero potendo sfruttare la superiorità numerica determinata dall'espulsione di del difensore Faye. «Era palesemente evidente - rivendica mister Fraschetti - che fino a quando eravamo 11 contro 11, al di là dell'errore sulla palla inattiva dove abbiamo subito il gol del 2-1, avevamo il pieno dominio della partita ed eravamo arrivati più volte davanti al loro portiere. La partita ce l'avevamo in mano, poi Faye, per aver rivendicato un fallo di mano in area avversaria, che peraltro c'era sul suo colpo di testa, è stato allontanato. Con questo arbitro (Stefano Selva della sezione di Alghero, ndr), oltre al rigore evidente che non ha dato a Tico sul 2-1, siamo sfortunati e speriamo che la prossima volta che ci incroceremo riusciremo ad avere una equità di giudizio perché le sofferenze degli ultimi 10-15 minuti sono determinate da certe decisioni arbitrali che sicuramente non mi trovano d'accordo».
Il 57enne allenatore romano analizza così il match vinto 2-1: «La squadra ha fatto bene, anche se un po' contratta all'inizio del secondo tempo ma nel momento in cui è entrato Nanni (al 16' della ripresa al posto di Cocco, ndr) eravamo chiaramente in un assetto più difensivo per sfruttare le ripartenze e in una di queste siamo andati sul 2-0, più un'altra con Rosano. La partita, per quelle che sono state le dinamiche, se non avesse avuto le decisioni cervellotiche da parte dell'arbitro sarebbe finita in maniera più netta del risultato finale. Noi siamo una squadra che, al di là di due o tre elementi, è molto giovane, diversi ragazzi sono alla prima vera esperienza di fronte a palcoscenici di una certa consistenza e l'unica preoccupazione che avevo in settimana era di vedere non la squadra che conosco, perché queste componenti potevano in qualche modo favorire il Muravera che è decisamente compagine molto più esperta ed avvezza a determinate partite. Così non è stato e abbiamo vinto con pieno merito, soffrendo alla fine e avendo un briciolo di fortuna. Questo fa parte del calcio ma la vittoria è legittima. Se qualcuno pensa che noi dobbiamo vincere sempre 2-0 o 3-0 e gli altri non devono mai tirare in porta si ragiona in modo errato. Il Muravera è una squadra costruita per stravincere il campionato che, bontà nostra, si è ritrovato un bastone tra le ruote che le sta dando dei problemi e ne sta frenando la corsa verso la vittoria finale, ed è normale soffrire contro un avversario del genere e lo è di più nel momento in cui l'arbitraggio è stato decisamente sfavorevole a noi e ha indirizzato la partita ad una sofferenza finale che altrimenti che non ci sarebbe stata. È giusto soffrire, sono vittorie che forgiano il carattere di una squadra giovane, che sta via via acquisendo la piena consapevolezza delle proprie qualità. Gli altri si sapeva chi erano, noi lo stiamo scoprendo».
I 5 punti di vantaggio sul Muravera, e anche sul Sorso, cambiano gli scenari della Nuorese: «A questo punto non ci possiamo più nascondere, la squadra ha dimostrato di essere perlomeno alla pari con quella che è stata definita da tutti una corazzata destinata ad uccidere questo campionato. La risposta definitiva al fatto che possiamo lottare per il campionato verrà domenica perché, in una situazione di apparente euforia e di un vantaggio importante ma esiguo in quanto mancano tantissime partite, la squadra dovrà dimostrare, pur nella sua gioventù, che è maturata e capace di gestire il momento. Se riusciremo a fare la prestazione vuol dire che siamo attrezzati mentalmente a raggiungere un obiettivo che all'inizio io, il presidente Artedino, il direttore Tossi e chi collabora con la società, aveva segretamente in mente ma che giustamente abbiamo coltivato nel silenzio perché sapevamo di avere a che fare con squadre importanti e una corazzata costruita con un dispendio enorme di risorse rispetto a noi e che merita il massimo rispetto anche se ora è distante 5 punti». Fraschetti ha dunque indicato il prossimo step che dovrà fare la squadra: «La partita di Tortolì, ora che ho detto che non ci possiamo più coprire, diventa determinante, è un crocevia ancora più importante di quello rappresentato dalla gara col Muravera. Se riusciamo a prepararla mentalmente come abbiamo fatto in queste ultime sette partite, con sei vittorie e un pareggio e fornendo sempre prestazioni in crescendo, potremo dire di esserci anche noi. Aspettiamo domenica, siamo contenti perché è meglio essere 5 punti avanti che 5 punti dietro però manteniamo ancora un profilo basso e andiamo alla scoperta di quelle che sono le qualità e i margini di crescita della nostra squadra».
La vittoria col Muravera ha avuto per il tecnico anche un significato retroattivo: «Nell'immediato rappresenta una soddisfazione personale che condivido con la società. Abbiamo vissuto a Lanusei un pomeriggio devastante, la retrocessione è venuta a margine di una prestazione che meritava un altro epilogo, così come il girone di ritorno. Ed è una vittoria che ci riempie di entusiasmo e orgoglio, abbiamo la certezza che stiamo lavorando bene ma niente di più. Siamo ad un terzo del campionato, mancano tantissimi scontri diretti e andremo in campo a battagliare anche contro squadre che devono lottare per la salvezza».