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L'Arzachena resta in quota grazie a Federico Boi: «Bello segnare il gol-vittoria. Il primo posto? Noi gli intrusi, non succede ma se succede...»
Il difensore: «Lassù con l'umiltà di chi si salva»

L'Arzachena resta in quota grazie a Federico Boi: «Bello segnare il gol-vittoria. Il primo posto? Noi gli intrusi, non succede ma se succede...»

Per un difensore fare gol è sempre un momento speciale. Per Federico Boi lo è doppiamente perché ha regalato una vittoria all'Arzachena utile ad agganciare l'ex capolista Grosseto e stare a due punti dalla nuova coppia di testa Viterbese-Rieti. «Magari fossero sempre così decisivi i gol», esclama il centrale classe 1991 originario di Siurgus Donigala. Che sembra avere un conto aperto col Flaminia: «All'andata avevamo perso e il mio gol non era servito a tanto, questo invece è decisamente più importante perché venivano dalla vittoria col San Cesareo e volevamo confermarci. Poi tutte le avversarie hanno vinto, a parte il Grosseto, e siamo rimasti in scia al primo posto». Una gara decisa ad inizio ripresa dopo i tanti gol sbagliati nel primo tempo. «Più che sbagliato i gol - precisa Boi - ci sono stati dei veri e propri miracoli da parte del loro portiere, su un colpo di testa di Sanna, su un tiro di La Rosa. Siamo stati anche sfortunati con il palo colpito da Sanna e anche sul mio gol la palla calciata da La Rosa era finita sul palo, per fortuna sulla respinta c'eravamo io e Bonacquisti, e non i difensori avversari, così ho potuto spingere la palla in rete. È proprio bello segnare, poi farlo quando è decisivo per una vittoria è ancora più bello».

 

Federico Boi ha segnato il gol vittoria col FlaminiaPer voi era importante tornare a vincere al Biagio Pirina e confermare un rendimento casalingo secondo solo alla Viterbese

«Proprio così. Tra l'altro nel 2015 avevamo vinto tutte le gare tranne quella pareggiata col Muravera. Nell'anno nuovo, dopo lo 0-0 col Budoni e la sconfitta per 0-3 col Castiadas, eravamo ancora senza vittoria sul nostro campo e senza aver segnato un gol, volevamo riabituarci a vincere in casa specie ora che per noi arriva una serie di gare difficili e dobbiamo fare punti con le squadre di medio-bassa classifica. Il Biagio Pirina, poi, è stata la nostra arma nel girone d'andata, abbiamo concesso poco e niente a tutte le squadre»

Salti bene di testa, hai un bel tiro ma i gol in carriera sono pochi, cosa bisogna fare per aumentare il record di due gol in serie D? 

«Col Flaminia mi sono capitate altre due occasioni che non ho trasformato in gol. Probabilmente devo provare ad azzeccare la posizione, spesso non ci arrivo proprio sulla palla, vado da un'altra parte rispetto a dove può cadere in area. Migliorando la lettura dell'azione cercherò di superare i 2 gol stagionali, spero da qui alla fine del campionato di farne altri e possibilmente che valgano sempre tre punti» 

Vincendo due domeniche fa col San Cesareo vi siete salvati. Ora avete iniziato un nuovo campionato con una vittoria, dove potete arrivare?

«Noi abbiamo sempre pensato alla salvezza, ogni lunedì ci siamo sempre detti: "Stiamo coi piedi per terra, è bello stare lassù ma se sbagli 2 o 3 gare di fila sei di nuovo giù". La nostra forza è stata l'umiltà e lo sarà ancora. L'obiettivo salvezza è stato raggiunto e adesso proviamo a fare qualcosa di più, almeno centrare i playoff. Dopo la penalizzazione data alla Torres abbiamo 7 punti di vantaggio sulle quinte (Albalonga, Olbia e Nuorese, ndr) e il primo posto è molto più vicino, ad appena a 2 lunghezze» 

Per il primo posto si parlava ad inizio stagione di Grosseto, Viterbese e anche di Torres e Olbia. Risultati alla mano, la squadra sarda più vicina alla vetta è stata sempre e solo l'Arzachena: vi sentite degli "abusivi" lì in alto?

«Per come erano gli obiettivi nostri e quelli delle squadre appena citate direi di sì ma ora non ci sentiamo di avere qualcosa in meno delle altre squadre che hanno programmato la vittoria del campionato. A me piace dire che siamo degli "intrusi", ad inizio anno erano altre le squadre sarde pretendenti alla vittoria come la Torres, l'Olbia e la Nuorese, tutte davvero forti, ma noi nel confronto diretto sappiamo bene quali sono le nostre potenzialità e le caratteristiche che ci hanno contraddistinto, i risultati ci hanno dato ragione, il campo dice che quella è la strada giusta»

Fino a Natale le avversarie al vertice dicevano: "Bisogna vedere se l'Arzachena sarà capace di restare così in alto". È passato gennaio e siete ancora lì a dar fastidio

«Siamo stati bravi a continuare in modo costante nei risultati e nel fare i punti, non ci siamo mai accontentati e mai abbiamo pensato di essere superiori alle corazzate del girone. Nessuna di loro però ci ha mai messo sotto, anzi qualcuna l'abbiamo battuta anche nettamente, ora le incontreremo tutte fuori casa e sappiamo che sarà dura ma non abbiamo paura di nessuno, Poi non succede ma se succede...»

Cosa ti fa pensare che resisterete fino alla fine almeno per giocarvi i playoff?

«Durante gli allenamenti c'è la giusta cattiveria, nessuno vuole perdere e questo ti fa capire che siamo sempre sul pezzo. In campo ci mettiamo quella determinazione che normalmente ha una squadra che lotta per salvarsi e deve fare obbligatoriamente dei punti»

Contro il Castiadas non si è visto quell'atteggiamento

«È stato un episodio, quella gara-no che durante l'anno ci può stare. Abbiamo creato poco e niente, loro sono stati bravi a sfruttare le occasioni e noi disattenti specie su palla inattiva, avevano comunque più fame di noi. Col Budoni, invece, avevamo pareggiato 0-0 ma creato parecchie palle-gol, con l'Ostia poi abbiamo dimostrare carattere nel rimontare due gol. Ora contro San Cesareo e Flaminia sono arrivate due vittorie di misura ma senza subire gol e abbiamo dimostrato di aver ripreso una certa marcia» 

Contro la Torres che gara sarà alla luce della recente penalizzazione di 4 punti?

«Per loro sarà l'ultima spiaggia per tornare in corsa per la vittoria del campionato, devono fare bottino pieno e vedendosi retrocessi in classifica sarà per loro un pelino più pesante. A noi non piace sicuramente perdere contro nessuno, siamo a soli 2 punti dalla vetta e vogliamo fare la nostra partita»

Vi dà fastidio sentir dire che l'Arzachena gioca spesso con la palla lunga e meno con azioni ragionate?

«A parte che in serie D vedo poche squadre che giocano palla a terra perché è difficile trovare campi che ti permettono quel tipo di gioco, poi noi abbiamo in avanti dei giocatori che possiamo sfruttare al meglio col lancio lungo, con Branicki molto bravo nella spizzate e con Sanna che sulla profondità non lo prende nessuno. Giochiamo perciò sfruttando le caratteristiche dei miei compagni, che ricordo essere bravi e veloci sugli esterni e mi sembra che sia arrivato pure qualche gol con lo scarico della punta centrale e il taglio dell'esterno sulla verticalizzazione»

Parliamo della tua stagione, all'inizio alcune difficoltà fisiche e qualche panchina poi sei cresciuto molto

«Venivo da un infortunio alla Nuorese che mi ha portato a giocare solo tre partite nel girone di ritorno, mi ero strappato due volte nello stesso punto. In preparazione ho faticato ma sono riuscito a raggiungere una buona condizione fisica, dopo l'esordio col Budoni ho avuto un virus intestinale e ho saltato la gara con l'Ostia mentre a Casitadas giocavamo di mercoledì, ero in panchina e sono entrato ma stavo ancora male. C'è da dire che chi ha giocato in difesa, come La Rosa, è andato molto bene perciò è stato giustamente confermato dal tecnico, poi piano piano sono riuscito ad avere il mio spazio e ho giocato sempre fino ad un problema al flessore che mi ha fatto saltare tre gare. Ora sto bene, sto dando continuità alle prestazioni e spero duri questo periodo»

Quando il direttore sportivo Zucchi annunciò ad agosto il tuo acquisto disse: "Abbiamo preso il più forte difensore giovane che c'è in Sardegna"

«Mi fa piacere che il direttore la pensasse così, io mi impegno sempre al massimo per ripagare questa fiducia verso la società che mi ha scelto e il tecnico che mi fa giocare. Della mia età, difensori sardi non ce ne sono tantissimi, classe '91 mi viene in mente Mastinu che è attaccante e ogni anno dice la sua. Non bado comunque a queste cose, mi fanno certamente piacere e faccio quel che posso per essere protagonista in questa categoria»

Per una società che punta a mantenere lo zoccolo duro e puntellare la squadra con qualche innesto mirato ti ci vedi anche il prossimo anno in biancoverde?

«Se mi dovessero chiedere di rimanere sarei favorevole a restare. Di questi tempi non è facile trovare una società seria che ti dà vitto e una casa da solo, e far parte di un gruppo di giocatori affidabili, perciò una opportunità del genere bisogna sapersela tenere stretta. Io finora sono stato benissimo, non ho mai avuto nessun tipo di problema e non mi posso lamentare di niente, c'è un bel mix tra "grandi" e giovani, il gruppo si è amalgamato molto bene e io mi sono ambientato alla perfezione grazie a chi mi ha accolto bene facendomi trovare subito a mio agio»

Un giocatore di 24 anni pensa ancora di fare un campionato professionitico

«Non sono un giovane di belle speranze ma neanche troppo vecchio per giocare in serie C, sono in una via di mezzo in cui si può ancora sperare di fare il salto entro i prossimi due o tre anni. Io ci credo sempre, il traguardo non sarebbe giocare in Lega Pro, perché l'ho già fatto, ma rimanerci in quella categoria. A Campobasso credo di aver fatto bene poi non c'è stato modo di mantenere la categoria»

C'è qualche rammarico per un'opportunità non sfruttata a dovere?

«Sono stato in prova con l'Entella e non è andata bene per decisione loro, capita di non essere nei piani di una società. Quand'ero al Selargius fui chiamato da Latina e Aprilia che approdarono in C2 e non mi fu data la possibilità perché il mio ex club chiedeva molti soldi. Ci sono dei treni che vanno presi e poi non si fermano più, penso a come sia stato bravo Matteo Mancosu a sfruttare ogni stagione fatta con Latina, Lamezia e Trapani e ora in serie A ci sta bene»

Torniamo alla serie D e alla lotta salvezza che vede coinvolta l'altra metà della pattuglia sarda tra cui Muravera e Lanusei che in estate ti avevano cercato

«Per il valore di entrambe e per quanto ho visto quando le abbiamo affrontate all'andata credevo e speravo si potessero trovare più su in classifica, conoscendo bene i giocatori che compongono le due squadre. Ci sono poi episodi che possono girarti male e frenarti in classifica ma credo che si riprenderanno, Lanusei è sempre un campo difficile e con giocatori bravi come Angheleddu e Figos che possono risolverti la partita, anche Muravera è un campo tosto e hanno giocatori di esperienza come Chessa, Vignati e Sogus e un attacco forte con Nurchi, Mesina e Dessena. Il Castiadas mi ha fatto una bella impressione, sono sulla giusta rotta per riprendere la stagione con i nuovi acquisti e con un tecnico come Mereu che conosce la serie D come le sue tasche. Anche il Budoni si è rinforzato bene in ogni reparto, è una squadra quadrata che non concede tanto e con Giglio davanti ha acquistato tanto, nonostante l'età avanzata fa ancora reparto. I risultati del girone di ritorno stanno dando ragione al loro nuovo corso»

Qual è la punta che ti ha impegnato di più finora?

«A me è piaciuto tanto Murano che il Grosseto non ha tenuto a dicembre, Mastinu è sempre un brutto cliente mentre Caboni non l'ho ancora incontrato ma conosco molto bene le sue grandi qualità. Come quelle di Nurchi che è devastante nello scatto, ha potenzialità enormi e non so perché non abbia fatto più della serie D. Poi, non perché sono miei compagni, ma di Sanna e Branicki ne vedo pochi in giro, si completano a meraviglia»

Fai qualche nome di giocatori di categoria inferiore che potrebbero star bene in serie D

«Mi viene in mente Stefano Sarritzu, ex compagno al Selargius, la serie D l'ha già fatta ed è ancora giovane. Alberto Usai l'anno scorso ha raggiunto i playoff nazionali in Eccellenza col Castiadas da protagonista, gioca ora nell'Orrolese in Promozione per esigenze personali ma in estate lo voleva la Nuorese, ha grande tecnica e meriterebbe questa categoria. Anche Samuele Curreli col Lanusei mi era piaciuto, andava a tremila e ha un bel sinistro, peccato sia tornato in Promozione (al Carloforte, ndr) ma a volte si fanno scelte particolari di studio o di lavoro e si scende di categoria»

 

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2015/2016
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Sardegna
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