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«Volevo una squadra che giocasse bene a calcio, qui ambiente ideale per lavorare»

L'Atletico Sanluri si gode la vittoria del campionato, Ruggiero: «La nostra grande esperienza ha fatto la differenza»

Impresa compiuta, con il massimo dei voti, per mister Mariano Ruggiero, che porta l'Atletico Sanluri in Prima Categoria dopo un'annata decisamente positiva: il tecnico è stato bravo a dare un'impronta ben precisa alla sua squadra, sia sul piano tattico che soprattutto caratteriale, e il campo non ha fatto altro che confermare il suo ottimo lavoro. Il girone non era certamente dei più agevoli, con Serramanna, Decimoputzu e Armungia che hanno dato battaglia sino all'ultimo, ma alla fine a spuntarla è stata la compagine che più di tutte ha mostrato grande continuità durante l'arco del torneo.

«Ne ho parlato anche con i ragazzi: avevo deciso di non allenare più in Seconda Categoria — dichiara Ruggiero — ma non per una questione di presunzione. Non dico di volermi occupare solo di Promozione ed Eccellenza, ma il punto è che mi piace quando le mie squadre esprimono una buona manovra, e nelle categorie più basse non sempre è possibile. Per questo ho chiesto subito ai miei di giocare a calcio, più che a pallone: per me ci sono molte differenze. Per fortuna nel nostro girone c'erano almeno altre 5-6 compagini che la pensavano un po' come noi e hanno contribuito a mantenere il livello sufficientemente alto ed equilibrato».
In fin dei conti si è rivelata una stagione appassionante. «Nessuno mollava nemmeno di un centimetro, anzi, hanno tutti dato il massimo per raggiungere i propri obbiettivi. Fortunatamente siamo arrivati per primi». Ma non è stato assolutamente facile. «Soprattutto perché ci siamo presentati allo sprint finale con il serbatoio un po' vuoto: gli infortuni, alcuni dei quali dovuti al campo non perfetto in cui giochiamo, ci hanno un po' complicato la vita ma alla fine le cose sono andate tutte nel verso giusto e in definitiva posso dire di aver fatto una buona scelta nell'accettare la proposta del club; non mi aspettavo di raccogliere così tanto, anche in termini di esperienza, oltre che di cuore».

L'avvio è stato più delicato del previsto, con due pareggi raccolti nelle prime quattro uscite.
«Credo che l'unica cosa che non si può allenare bene durante la preparazione, soprattutto in queste categorie, è l'agonismo. Puoi concentrarti sulla tattica, sulla tecnica, puoi anche disputare diverse amichevoli, ma il carattere viene fuori solo negli impegni ufficiali. Ecco perchè abbiamo lasciato qualcosa per strada nelle prime giornate: lo spirito che cercavo non poteva ovviamente esserci ancora, ma dalla quinta in poi abbiamo incominciato a correre forte».
Anche negli scontri diretti, che sono stati il momento chiave del campionato. «Nella prima parte abbiamo perso soltanto a San Basilio, una squadra che come noi ama proporre la propria manovra: non è stato facile per nessuno andare ad affrontarli a casa loro, tant'è che tra le mura amiche sono caduti soltanto due volte. Per noi era una trasferta delicatissima, con la rosa pesantemente rimaneggiata; non ti nascondo che abbiamo sofferto un po'».

Le difficoltà non sono mancate neppure nella seconda parte. «C'è stato un punto ben preciso che ha segnato il nostro cammino: la sfida contro il Serramanna. Un match peraltro molto sentito da parte nostra, che purtroppo abbiamo sbagliato dal primo all'ultimo minuto, tutti, nessuno escluso, e io mi prendo la mia parte di responsabilità ovviamente: vinciamo e perdiamo tutti assieme. Eravamo reduci dal pareggio di Decimoputzu, siamo scesi in campo con l'intento di non perderla ed invece abbiamo incassato un ko davvero molto brutto».
Per fortuna il riscatto è arrivato immediatamente, sette giorni dopo, a Furtei.
«Per il Sanluri è sempre una gara particolare, dai molteplici significati: in quell'occasione ho visto l'atteggiamento, l'attitudine giusta; poi non abbiamo più sbagliato, se si esclude il pari di Armungia e il ko a Segariu a giochi fatti».

Oltre ai gol di Murroni e Vacca, per un totale di quasi quaranta centri in due, l'arma in più dell'Atletico Sanluri è stata la personalità tipica delle grandi squadre.
«Le altre compagini erano piuttosto giovani, ma comunque potevano contare su diversi giocatori di livello, anche molto bravi. Noi eravamo un tantino più esperti, cosa che alla lunga paga: spesso riuscivamo a gestire le gare in maniera ottimale, anche con clamorosi ribaltoni nel finale: quando gli altri calavano un po' sul piano del ritmo e della condizione noi ne approfittavamo per sferrare il colpo giusto, considerando poi che la squadra ha sempre lavorato benissimo da questo punto di vista. Senza la giusta cattiveria e la voglia di vincere, però, non vai da nessuna parte».

Per ora però i bianco-rossi approdano in Prima Categoria, passando dalla porta principale. Ruggiero parla del suo futuro.
«Ribadisco quanto detto ai miei: mi interessa più il progetto del club rispetto alla parte economica. Ci siederemo tutti attorno ad un tavolo ne prossimi giorni per capire meglio quali sono le intenzioni della dirigenza. Non ne faccio una questione di soldi, ma allo stesso tempo non vorrei fare la Prima con l'intento di salvarmi, ma bensì per giocarmela ad armi pari un po' con tutti».
Le idee sulle eventuali strategie sono già piuttosto chiare. «Se punti a salvarti, puoi limitarti ad aggiungere due giocatori alla rosa attuale e non dovresti avere problemi. Discorso diverso va fatto se miri a vincere il campionato: allora dovresti fare almeno 6-7 innesti, ma la base da cui si parte è comunque buonissima. Però per arrivare al primo posto serve ben altro».

L'allenatore argentino chiude con i ringraziamenti di rito. «Per prima cosa ci tengo ad esprimere tutta la mia riconoscenza al presidente Paolo Montisci per la fiducia che mi ha dato: per me è stata una persona speciali, senza dimenticare poi che ci ha sempre messo nelle condizioni ottimali per poter lavorare, è davvero raro incontrare persone con questa serietà. Poi ne approfitto per ringraziare Caboni e Civiero, che mi hanno dato una grossa mano in campo. Ovviamente, i meriti di questa vittoria vanno divisi con questo gruppo fantastico: a volte essere la squadra più forte non basta, devi essere più forte delle avversità e loro ci sono riusciti, rimanendo compatti anche nelle situazioni più delicate. L'ultimo pensiero va ai nostri tifosi, che anche se pochi ci hanno sempre fatto sentire il loro calore».

In questo articolo
Campionato:
Stagione:
2017/2018
Tags:
Seconda Categoria
Girone C