Ha giocato anche con Molino nel Casale di Goveani
Latte Dolce, ecco la punta che mancava, Lorenzo Cinque: «L'amico Patacchiola mi ha parlato benissimo di società, tecnico e compagni»
Ecco l'ultimo tassello per il Latte Dolce. Manca la prima punta e per il primo giorno di ritiro è arrivato il rinforzo che chiedeva il tecnico Stefano Udassi. Si tratta di Lorenzo Cinque, classe 1991, cresciuto nelle giovanili della Lazio e con una esperienza triennale in serie C2 con Mantova, Casale e Chieti (73 presenze) prima della breve parentesi nella serie B svizzera al Servette nel 2014-2015. Poi il ritorno in Italia a gennaio 2015 con l'esplosione in serie D al San Severo (10 reti in 12 presenze), nel 2015-16 si è diviso tra Potenza e Trastevere, nel 2016-17 era al Madrepietra Daunia (6 gol in 21 partite) prima di tornare in doppia cifra con il San Marino (10 gol in 16 partite). Nell’ultima stagione è stato al Sant’Arcangelo e alla Clodiense con 10 gol segnati in totale su 27 presenze. Con Daniele Molino ha condiviso l'esperienza a Casale Monferrato quando la società era dei Goveani con Umberto presidente, con Simone Patacchiola quella al Madrepietra. Ed è stato proprio il difensore reatino a favore la trattativa.
«In questi giorni di mercato - dice il neo-biancoceleste - a poco dall’inizio dei ritiri, ho avuto tante proposte da valutare. Poi mi ha chiamato Simone Patacchiola, che lì a Sassari sta ormai da qualche tempo e si trova benissimo. Mi dice che il Latte Dolce cercava una punta, parlandomi benissimo della società e della dirigenza, del mister e di un gruppo in cui molti giocatori sono stati riconfermati. Mi sono messo in contatto con il mister, abbiamo chiacchierato a livello tecnico, gestione del gruppo e programmi societari. Il progetto mi ha convinto e ho scelto la maglia biancocelste. Ho seguito gli ultimi anni sassaresi, seguivo la squadra del mio amico Simone: guardavo la classifica, ho visto quanto di buono ha fatto questa squadra che a lungo ha navigato ai vertici e ha chiuso con un importante terzo posto. La squadra si è rinforzata, vuole migliorarsi, non fa proclami: avere una società alle spalle importante e puntare a migliorare fa piacer per un giocatore, gli stimoli sono raddoppiati. So che Stefano Udassi è stato un grandissimo attaccante, lo conoscevo di nome: una bandiera famosa in tutta la Sardegna e per una punta farsi allenare da un attaccante è ancora più stimolante. Mi diverto, amo il pallone, amo le nuove avventure e sono carico e determinato ad affrontarla in un posto come al Sardegna dove non sono mai stato se non al mare d’estate da giovanissimo».