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Seconda categoria
Mercato: arriva Porcu dal Club San Paolo

Le tre armi della Cribbio 78 nelle parole del presidente - allenatore Gualtiero Sollai: orgoglio, umiltà, determinazione.

Si è chiuso in questi giorni, in casa Cribbio 78, il bilancio della scorsa stagione; la società si accinge quindi a ripartire, affrontando con umiltà, orgoglio e determinazione le molteplici difficoltà che una squadra dilettantistica, soprattutto in questo periodo, si trova davanti.
Per capire meglio quali sono le strategie in vista del prossimo, impegnativo campionato, abbiamo intervistato il presidente – alenatore della squadra di Pimentel, Gualtiero Sollai.

 

Il punto sul mercato - «Con grosse possibilità saremo in grado di confermare quasi in blocco la rosa che è riuscita nella miracolosa impresa della salvezza, compresi quindi i senorbiesi Congiu, Contu e Soi. La nostra politica, a questo proposito, è semplice: riusciamo a garantire la presenza, all'interno della rosa, di 15 ragazzi del paese; per un comune che conta mille abitanti è un buon risultato, non penso ci siano molte altre realtà come la nostra.
Per noi è motivo di assoluta soddisfazione poter contare ancora, fra gli altri, sul contributo di tre giocatori importantissimi, che sono un po' i nostri VIP: mi riferisco all'attaccante Paolo Lai, che nello scorso torneo ha siglato la bellezza di 23 reti, davvero un risultato eccezionale se si considera che la nostra squadra ha lottato per non retrocedere; abbiamo riconfermato Andrea Marras, un ragazzo che in passato ha giocato in categorie superiori alla nostra; ma il colpo più difficile, che ci ha regalato enorme soddisfazione, è stato quello di trattenere il fortissimo portiere di Guasila, Daniele Sailis: è un giocatore dalle enormi capacità, che meriterebbe in realtà piazze migliori, ma grazie al profondo rapporto di amicizia che ci lega siamo riusciti a trovare l'accordo per proseguire insieme questa avventura.
Tutti gli accordi per i rinnovi sono stati trovati all'indomani della fine del torneo: non ci sono state esitazioni da parte loro, ne particolari problematiche; è stato un ottimo gesto e un forte segnale di attaccamento a questa maglia e a questo progetto.
Possiamo ancora contare, inoltre, sulla professionalità di Simone Pibiri, che sarà il nostro preparatore atletico per il 4° anno consecutivo.
In vista della prossima stagione ci sono poi alcune novità: la più importante, al momento, è che abbiamo definito il passaggio di Porcu dal Club San Paolo: è un giocatore che ha maturato diverse esperienze nei campionati di prima categoria e promozione, per noi si tratta di una pedina fondamentale.»

Il miracolo della salvezza e gli obbiettivi per il futuro - «Siamo molto felici del campionato che abbiamo disputato l'anno scorso, perché se a 4 partite dalla fine sei ultimo a -4 punti dalla salvezza e con tre squadre sopra, se ti sei salvato è proprio un miracolo.
Il miracolo di chi non molla mai, di chi da ultimo in classifica per tutto l’anno ha costruito e tenuto un gruppo saldato a filo continuo, il miracolo di chi arriva all’ultima giornata con ben 20 disponibili ed è obbligata a mandarne nostro malgrado due in tribuna.
L'obbiettivo per il prossimo anno è quello, senza falsa modestia, di salvare la categoria; il punto è che ci sono mille modi di centrare questo traguardo: il primo anno l'abbiamo raggiunto vincendo gli spareggi, lo scorso anno ci siamo salvati senza spareggi, per il prossimo anno mi auguro di riuscirci con qualche giornata d'anticipo visto che il cuore inizia a ballare (ride)

 

La crisi del calcio dilettantistico - «Leggo sui giornali questo divagare di germanica austerità, di ridimensionamento delle spese, di società che mireranno al risparmio.
Purtroppo dietro queste sparate mediatiche c’è la consapevolezza di aver fatto passi più lunghi della gamba e non per scelta viene cambiato il modo di vedere il calcio.
Per quanto ci riguarda, come ti ho detto prima, puntare sui ragazzi di Pimentel per noi è una grandissima soddisfazione, abbiamo adottato questa strategia da sempre, ultimamente però sembra una cosa abbastanza condivisa (ride).
Facciano mea culpa tutte le società che hanno rovinato il calcio locale portando “stipendi” anche in 2° categoria, facendo crescere giocatori nella convinzione che per praticare il calcio dovevano essere pagati. Ora invece si piange perché non si riesce a iscrivere le squadre al campionato.
Sinceramente, penso si sia un po' esagerato in questi anni.
Posso condividere la scelta di dare un minimo di retribuzione a qualche giocatore di spessore, ma trovo inconcepibile che un ragazzino di 17, 18 anni pretenda dei soldi per giocare in un campionato come il nostro.
Non penso che questo sia un problema esploso nell'ultimo periodo ma è la conseguenza di atteggiamenti sbagliati adottati da società e dirigenti nel corso degli anni.
Sempre sui giornali, mi è capitato di leggere dei titoloni che osannano i cosiddetti “miracoli” di salti immediati di categorie.
Per quanto mi riguarda non sono miracoli, si tratta solo di imprenditori che a suon di soldi portano squadre dalla 3° alla promozione per poi svanire.

 

La polemica contro il patentino allenatori - «Ci tengo a spendere due parole a proposito della questione legata al patentino degli allenatori.
Lo scorso anno eravamo davvero dispiaciuti per il fatto che si volesse introdurre, in maniera obbligatoria, il patentino anche in seconda categoria.
Io non ho niente in contrario, è giusto che un allenatore possa qualificarsi e specializzarsi per rendere al meglio nel suo compito; ma per una squadra come la nostra rischia di essere un aspetto assolutamente controproducente: se non hai soldi non puoi permetterti un allenatore qualificato e di conseguenza non puoi partecipare al campionato.
Bisognerebbe rispettare le società che riescono ad arrangiarsi con mezzi propri, anzichè ostacolarle ulteriormente.

Non possiamo di certo indebitarci per ingaggiare un'allenatore e soprattutto non ho intenzione di agire come fanno molte altre società, che prima trovano l'accordo con il tecnico e poi lo esonerano o ancora meglio, lo portano alle dimissioni per non pagarlo.»

Cribbio 78
L'orgoglio della Cribbio 78 – «Noi non abbiamo sponsor, la nostra squadra in un certo senso è veramente "autoprodotta".
L'unico aiuto è solamente il contributo minimo che ci può dare il negoziante del paese per stampare la locandina della partita, altri soldi non ce ne sono.
Penso che può essere definito più “miracolo” il nostro, dove gli stessi dirigenti, nonchè ex giocatori, hanno portato una squadra di AICS dagli amatori alla 2° categoria in un paese che conta poco più di 1000 anime.
Lavoriamo in totale autonomia: ci laviamo i completini, tracciamo le righe nel campo, puliamo i bagni e gli spogliatoi.
Gli applausi li lasciamo a chi vince i campionati, a noi basta ritrovarci il sabato al campo tra dirigenti, allenatore e giocatori.
Certo, sarebbe bellissimo riuscire anche a raggiungere la salvezza per continuare la nostra bellissima storia, ma l'ultimo verdetto spetta al campo.»

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2012/2013