Il punto della Serie A
L'Inter vola, la Lazio striscia, la Viola soffre
L'Inter non si ferma più. Appena trascorsa la ventitreesima giornata del campionato di serie A, appare evidente che la compagine nerazzurra guidata dal suo Special One, sia la protagonista indiscussa, anche quest'anno destinata a uno scudetto che può solo perdere, ma ha già in gran parte vinto. La classifica parla chiaro: otto punti dalla seconda in classifica con una partita in meno. Anche il campo parla chiaro, e mette a tacere tutti coloro che insinuavano dubbi e ombre sulla qualità del gioco; almeno in campionato, altro paio di maniche sarà la Champion's.
Come seconda forza si impone la Roma che tenta un difficile inseguimento sulle ali dell'entusiasmo, sempre presente nell'ambiente societario grazie all'ottima gestione della dirigenza e un'accurata manovra di mercato, oltre all'arrivo in panchina di Claudio Ranieri, la mossa determinante per voltare pagina.
Il tecnico romano ha saputo dare alla squadra un gioco adatto alle sue caratteristiche, piacevole ed efficace. Quanti lo rimpiangono alla Juventus? Certamente tantissimi, vista la crisi cronica in cui versa la società bianconera del neo tecnico Alberto Zaccheroni, il quale deve ancora dimostrare di essere l'uomo giusto per porre fine al periodo nerissimo di Del Piero e compagni. Col ritorno degli infortunati e sotto la guida di un tecnico esperto e valido, la società torinese può centrare almeno l'obiettivo della qualificazione in Champion's.
Peggio della Juventus probabilmente sta solo la Lazio. Considerate le aspettative della società capitolina all'inizio del campionato, il terzultimo posto in classifica, con soli ventidue punti all'attivo, la dice tutta sulla crisi che colpisce la i capitolini ormai da tempo immemore. La contestazione dei tifosi si sfoga, non senza incidenti e tafferugli, sulla persona del presidente Lotito, colpevole, secondo parte degli ultras, di aver perso Pandev e Ledesma, danneggiando la squadra. Inevitabile essere l'imputato numero uno, anche per l'uomo che ha salvato la Lazio dal fallimento. L'arrivo di Edy Reja, anche se forse un po' tardivo, dovrebbe rappresentare una svolta per l'ambiente e, senza buttar via il buono del lavoro di Ballardini, trovare un impianto di gioco che esalti i buoni elementi della rosa.
E dalle lacrime amare di Formello, passiamo ai sorrisi diffusi delle cosiddette provinciali, Genoa, Sampdoria, Palermo, Napoli, Bari e Cagliari. I partenopei, grazie a Mazzarri, De Laurentiis e agli acquisti azzeccati della direzione tecnica, occupa la quarta piazza. Se solo i tifosi evitassero di dare vita ad azioni deplorevoli come quelle viste a Udine, allora la città e la società potrebbero essere realmente di serie A. Il sorprendente Palermo del nuovo tecnico Delio Rossi segue in classifica il Napoli a un solo punto esprimendo un gioco armonioso e allo stesso tempo concreto e redditizio. Sampdoria e Genoa completano, con la Juventus, quella che dovrebbe essere la zona delle aspiranti alla Champion's. Bari e Cagliari forse sono le due squadre che esprimono il gioco più bello e piacevole. Soprattutto i pugliesi, fatta eccezione per l'ultima prestazione opaca a Bergamo, hanno fatto vedere sul campo geometrie e sincronismi spettacolari, come quelli che hanno portato Koman in goal contro il Palermo, in un'azione da manuale. Dal canto loro i sardi possono contare su un'esperienza e una continuità maggiori, grazie all'assodato affiatamento di un gruppo collaudato e ottimamente guidato da Massimiliano Allegri.
C'è chi parla di crisi anche per Milan e Fiorentina. I rossoneri appaiono certo in calo rispetto alle prestazioni cui Ronaldinho e soci avevano abituato fino a due giornate fa, anche se pare inopportuno parlare di crisi, data la serenità dei ragazzi di Leonardo e la grande esperienza della società. Per i viola il discorso è un po' diverso: i risultati latitano da più tempo e il gioco appare ancora molto frammentato e caotico; probabilmente i nuovi acquisti e le cessioni avranno la funzione di rendere omogeneo e fluido il gioco, come è caratteristica di mister Prandelli.
Inter a parte, la serie A non sembra godere quindi di ottima salute. Le grandi faticano, emergono forze nuove, ma è il movimento trainante che latita. Perché la nostra serie A torni ai fasti di un tempo, l'imminente ripresa della Champion's League rappresenta un'occasione imperdibile per dimostrare all'Europa la forza dei nostri club e dare il lustro che si merita a un calcio, comunque, campione del mondo.
Sandro Galanti