Il mediano: «Dicono che sono rotto ma sto bene»
Lo sfogo di Nicola Rais: «Nuorese pessima con me, mi tiene fermo, ora potrei lasciare il calcio»
«La Nuorese ha avuto con me un comportamento pessimo, sono molto deluso e, per colpa loro, sto lasciando il calcio». Lo sfogo di Nicola Rais, mediano del club barbaricino fino ad inizio settembre, è di quelli durissimi e i destinatari sono precisi: il club barbaricino e il suo presidente Michele Artedino, toccando anche lo staff medico dei verdazzurri che lo ha dichiarato inabile e il diesse Vittorio Tossi, il principale interlocutore del giocatore che ha cercato inutilmente di cambiare squadra fino al 17 settembre. Tutto nasce il martedì successivo alla gara di Coppa Italia contro l'Ostiamare giocata il 31 agosto, quando la Nuorese comunica al 29enne centrocampista cagliaritano che non avrebbe potuto più vestire la maglia verdazzurra per i problemi fisici che aveva al ginocchio sinistro.
L'ex giocatore cresciuto nelle giovanili del Cagliari, spiega: «Ho fatto la risonanza magnetica il mercoledì precedente alla gara con l'Ostiamare, la domenica poi ho giocato in Coppa, credo bene visti i complimenti che ho ricevuto dai compagni, dirigenti e dal mister. Il ginocchio non mi ha dato nessun problema e il nostro gol è nato da una mia forte conclusione a rete, col portiere avversario che ha respinto corto e che Boi ha ribadito in rete. Il martedì successivo mi è stato detto, invece, che non ero in grado di giocare. Ho chiesto spiegazioni e mi è stato risposto che ho i legamenti usurati, zoppico e che rischio ad ogni gara». Ma Rais ribadisce: «Il ginocchio a me non fa male, se mi rendessi conto di non poter giocare ai miei livelli mi ritirerei umilmente, non sono un ragazzino e dopo tutte le varie operazioni fatte in passato riconosco benissimo se il ginocchio è stabile oppure no». Il racconto, però, prosegue: «Il giovedì (4 settembre, ndr) mi sono fatto controllare a Cagliari dal dottor Marco Conte, pagando di tasca mia cento euro, e mi ha detto che ho un'artrosi avanzata e un'eventuale operazione mi porterebbe a stare fermo almeno due anni. Io ne ho quasi 30, il che vorrebbe dire carriera terminata. Ma mi dice anche che il ginocchio è stabile perché ho un'ottima muscolatura e perciò posso giocare, come ho dimostrato di poter fare nelle gare in cui sono stato impiegato dalla Nuorese. Mi ha dato un nuovo appuntamento dopo un mese per vedere come avrebbe poi reagito l'articolazione. A quel punto ho chiamato il direttore generale Pietro Rudellat e l'ho informato degli esiti della visita, ho parlato anche con il direttore sportivo Vittorio Tossi che, per tutta risposta, mi ha detto: "Nicola, cercati squadra perché con la Nuorese non puoi più giocare". Io gli ho risposto: "Va bene, ma non rompetemi le scatole per andare in altre squadre". Tossi mi ha rassicurato: "Vai dove vuoi, tranquillo"».
A questo punto l'uscita di Nicola Rais dalla Nuorese si complica perché, vista l'amicizia con Christian Ibba, attaccante del San Teodoro, il mediano classe 1985 va ad allenarsi col club viola che aveva appena "liberato" a titolo oneroso Alessandro Cadau passato proprio alla Nuorese - si dice per una cifra tra i 4 e i 5 mila euro - dopo un'estenuante trattativa che ha messo a dura prova i rapporti tra i due club. «Prima di tutto - continua Rais - la mia situazione di giocatore scaricato non è la stessa di chi faceva parte di un progetto ben definito ed è stato richiesto con insistenza da un'altra squadra. Poi la Nuorese ha scritto nel sito ufficiale che dovevo operarmi e stare fuori diversi mesi, io ho informato comunque il San Teodoro delle mie condizioni fisiche e anche loro hanno potuto appurare che stavo bene visto che ho giocato alla grande anche un'amichevole. Mister Tatti, che mi conosce bene, voleva che firmassi con loro. Io ho chiamato il presidente Artedino ma non mi ha risposto, gli ho mandato un sms informandolo dell'interessamento del San Teodoro. Lui mi ha scritto: "Se devi andare lì voglio 3mila euro, parla con Tossi". Non ci ho visto più e la mia risposta, lo ammetto, è stata offensiva nei confronti del presidente. Parlo comunque con il diesse che ribadisce la linea di Artedino e aggiunge che se invece volevo andare in un'altra squadra dovevo restituire la mensilità di 1.650 euro che avevo ricevuto dalla Nuorese prima di essere cacciato via. Richiesta ridicola perché io ho fatto un mese da loro, non ho saltato un giorno di preparazione, ho giocato due gare ufficiali e perciò quei soldi li ho maturati». Il rapporto tra Rais e la Nuorese si sono ormai inesorabilmente deteriorati e non soltanto quelli col presidente Artedino: «Non mi è piaciuto per niente l'atteggiamento che ha avuto il diesse Tossi in questa faccenda, lui manco c'era quando ho firmato alla Nuorese. Al mio procuratore ha detto anche che avevo preso pure un anticipo quando non è affatto vero, ha creato altra tensione ad una situazione già di per sé difficile».
Si arriva così al 17 settembre, ultimo giorno per il trasferimento dei tesserati. Il giocatore cerca il contatto con Artedino e, finalmente, lo trova: «Ci ho parlato grazie a Rudellat, che con me è sempre stato corretto. Il presidente mi ha confermato che si era offeso per l'sms che gli avevo mandato, gli ho chiesto scusa ma anche ricordato che mi ci aveva portato lui col suo comportamento e col fatto che aveva scaricato la patata bollente al diesse Tossi. Ha ribadito che se volevo andare al San Teodoro dovevo portargli 3mila euro mentre se avessi scelto un'altra squadra avrei dovuto restituirgli la mensilità di 1.650 euro. Sono rimasto allibito, mi giudicano rotto e mi scaricano però mi danno una valutazione se trovo un'altra sistemazione, poi lui che parla di correttezza, che dice di essere umano nei rapporti coi giocatori mi sta impedendo di continuare a giocare a calcio, di divertirmi». E ora il rischio che la situazione non si sblocchi neanche a dicembre (in quel caso la Nuorese dovrebbe metterlo in lista di svincolo) è alto. «Mi vorrebbe il Bogliasco e pure il Campobasso, ma non ho più intenzione di giocare, mi hanno fatto passare la voglia. Dopo 11 anni di carriera, tra serie D, C2 e l'anno scorso al Savona in C1, cambio vita. Non è bello perché non l'ho voluto io, ma fortunatamente ho trovato un amico ristoratore che, dopo avermi fatto fare la stagione estiva, ora mi ha riaccolto a braccia aperte».
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