«Creduto nella rimonta con la vittoria con l'imbattuto Li Punti»
L'Ossese in paradiso, Cantara: «Campionato impegnativo e rivali molto forti, lo sprint finale ha fatto la differenza, un onore lavorare con questi ragazzi»
L'Ossese si aggiudica la vittoria del campionato, con 90' di anticipo rispetto al termine della stagione, sfruttando al massimo il primo match-ball disponibile: il successo casalingo contro l'Usinese vale dunque per l'approdo diretto in Eccellenza, un sogno che diventa finalmente realtà, dopo il lunghissimo ed entusiasmante testa a testa con il fortissimo Li Punti, per una rimonta da applausi. Mister Giuseppe Cantara ha avuto, tra gli altri, il grande merito di mantenere la concentrazione e la serenità del gruppo sempre al top, anche nei momenti più delicati: per avere la meglio sulle avversarie infatti, oltre a tecnica e tattica, sono serviti cuore, sangue freddo, costanza e tanta determinazione. A conti fatti si tratta di un piccolo capolavoro sportivo, un risultato sorprendente per un club che sino a qualche anno fa militava nel campionato di Seconda Categoria ed ora, invece, è ormai maturo per calcare il palcoscenico più importante del panorama calcistico sardo. L'allenatore ripercorre i momenti principali di un'annata straordinaria, partendo proprio dall'ultima, decisiva tappa.
«Sapevamo che quella di domenica sarebbe stata una partita particolare: l'Usinese è un'ottima squadra — dichiara Giuseppe Cantara — e considerando che i due paesi sono separati da pochi chilometri si trattava di un vero e proprio derby, tra l'altro molto sentito. Le insidie non mancavano di certo, tant'è che il primo tempo è stato decisamente equilibrato e giocato molto bene da entrambe le compagini, poi siamo riusciti a passare in vantaggio, trovando il raddoppio poco dopo: da quel momento la gara si è messa in discesa e nella ripresa non abbiamo dovuto fare altro che gestire il risultato; fortunatamente è andato tutto nel verso giusto, anche perché la posta in palio era davvero altissima». La tensione, si sa, in questi casi può giocare brutti scherzi, ma il tecnico è stato bravissimo a preparare l'impegno, curando particolarmente l'aspetto mentale.
«Le due settimane di pausa rischiavano di essere controproducenti sul piano psicologico, ma siamo riusciti ad allenarci con spensieratezza, senza stare a pensare troppo ad una sfida che, di fatto, valeva per una stagione intera. Ho cercato di allentare la pressione e devo ammettere che si è trattata di una scelta azzeccata: ci siamo arrivati nella maniera migliore, con l'atteggiamento ottimale».
Fantasia e Virdis hanno realizzato due gol pesantissimi. «Antonio ha una velocità che a tratti risulta devastante; lo conosco sin da quando è piccolo e sono molto critico con lui, perchè può crescere e migliorare ancora tantissimo, soprattutto dal punto di vista tattico: le sue giocate, spesso, sono il frutto di intuizioni personali ma quest'anno si è applicato e sacrificato moltissimo per la squadra. Alessio invece è stata un'autentica sorpresa: un ragazzo umilissimo, serio e sempre molto disponibile al lavoro: ha dato una netta impronta all'attacco, contribuendo ad arricchire le soluzioni offensive. Considerando la giovane età ha doti fisiche e atletiche incredibili, un giocatore che ovviamente può togliersi ancora tantissime soddisfazioni».
L'Ossese è riuscita a battere la concorrenza di due corazzate come Thiesi e Li Punti, ma conquistare la vetta della classifica non è stato affatto semplice. Anzi.
«Si è trattato di un torneo equilibratissimo e davvero impegnativo: intanto devo fare i complimenti alle nostre dirette avversarie, è anche grazie a loro se la corsa al titolo è rimasta in sospeso sino alla penultima giornata; sono state due rivali molto forti, ma non possiamo dimenticarci di Calangianus e Valledoria».
Gli azzurri di mister Salis per tre-quarti di campionato hanno mantenuto un ritmo a dir poco mostruoso. «Si sono presentati a Ossi ancora imbattuti e con 8 reti appena al passivo, ad un certo punto sembrava impossibile stare al loro passo ma ho sempre ripetuto ai miei ragazzi che dovevamo per forza di cose rimanere in scia, aspettando magari una loro flessione, che poi di fatto è arrivata nel momento decisivo. Nel girone di ritorno hanno incassato ben 4 sconfitte, oltre a diversi pareggi; così siamo riusciti a rientrare in gioco e con il passare delle giornate la rimonta non appariva più un'utopia, con lo sprint decisivo piazzato nell'ultimo mese e mezzo che ha fatto la differenza».
I bianco-neri si sono resi protagonisti di un 2019 praticamente perfetto.
«Ma ci tengo a sottolineare il fatto che anche la prima parte del torneo è stata piuttosto buona, con il terzo posto in classifica che parla chiaro in questo senso. Eppure sino a dicembre, pur avendo a disposizione buoni giocatori, non siamo riusciti ad esprimerci come potevamo e volevamo».
Il mercato invernale ha mischiato ulteriormente le carte in tavola.
«Le partenze di Nuvoli, un giocatore di grandissimo talento che ha però scelto di accasarsi a Thiesi, di Urgias e Derudas ci hanno messo in difficoltà, ma siamo stati fortunati a rimpiazzarli con Virdis, un classe '2000 che ha fatto benissimo, con Antonio Cocco, leader carismatico dentro e fuori dal campo, un grande uomo che riesce in maniera egregia a trasmettere il messaggio dell'allenatore al resto della squadra, un elemento fondamentale all'interno di un gruppo; con Paolo Arca, che farebbe la fortuna di qualsiasi club e che in queste categorie è un lusso dal punto di vista tecnico ma non solo, considerando che sino a qualche anno fa era il capitano della Primavera del Cagliari: si è messo subito a disposizione, un vero e proprio valore aggiunto per noi. In più c'è stato il recupero di Alessandro Sechi, che si era rotto il crociato l'anno scorso nel match con il Bosa ed è tornato proprio a dicembre, regalandoci quella solidità in mezzo al campo e quegli equilibri che ci mancavano. Vorrei sottolineare anche la crescita di Mattia Gueli, un giocatore che secondo me è pronto per il salto in categorie superiori e ha grandi prospettive davanti».
I momenti delicati e difficili ovviamente non sono mancati.
«Dicembre è stato il periodo peggiore, ma devi sempre mettere in conto che lungo il cammino incontrerai degli ostacoli: dopo le partenze di alcuni pezzi da novanta, come già detto, sembrava che tutto fosse in procinto di crollarci sotto i piedi, ma abbiamo mantenuto la calma: a Dorgali abbiamo conquistato una bellissima vittoria, puntando forte su tutti quei ragazzi che avevano trovato meno spazio».
Prima della sosta natalizia è arrivato il pesante ko interno contro la Macomerese.
«Probabilmente il punto più basso, anche perché rischiavamo di perdere tutte le sicurezze costruite in mesi di lavoro».
Le quattro sberle rimediate ad opera del Thiesi nella seconda uscita di febbraio rischiavano di compromettere definitivamente la corsa all'Eccellenza.
«La classica giornata storta, siamo stati battuti meritatamente, c'è poco da aggiungere. Per fortuna che già a partire dalla domenica successiva c'è stata una grandissima occasione per il riscatto: battendo il Li Punti abbiamo preso nuova consapevolezza della nostra forza; da quel momento abbiamo iniziato a credere forte nella rimonta, in palio c'erano ancora tantissimi punti ma non ci saremmo più potuti permettere nemmeno il minimo passo falso».
Cantara non ha mai perso l'entusiasmo, nonostante alcune critiche. «Ci stanno, fanno parte del gioco: quando scegli di ricoprire il ruolo dell'allenatore devi essere pronto a tutto, ma è fondamentale mantenere l'equilibrio anche quando le cose non vanno bene; il pubblico del resto ha tutto il diritto di esprimere il proprio disappunto. Per il resto, ci siamo confrontati tra di noi svariate volte, mantenendo la calma, la fiducia e soprattutto la compattezza».
Con il titolo in tasca ci si può concentrare sul futuro con discreto anticipo.
«Staremo a vedere, ora vorrei staccare la spina per un po', perché è stata una stagione davvero impegnativa. Sappiamo che il campionato di Eccellenza va pianificato con attenzione, il primo passo in questo senso spetta alla società, che dovrà stilare obiettivi e programmi. Troveremo sicuramente il tempo per incontrarci e sederci attorno ad un tavolo per discutere assieme di tutti gli aspetti, se poi ci saranno i presupposti per continuare sulla stessa strada per me sarà un piacere, un onore poter lavorare ancora con questo gruppo. La dirigenza mi ha regalato davvero una grandissima opportunità, ci tengo a ribadirlo, e ovviamente ne approfitto per ringraziarli pubblicamente per la fiducia». Poi continua. «Credo che la soddisfazione più grande non sia quella di aver vinto il campionato; magari vado controcorrente ma ho una filosofia ben precisa in questo senso: la cosa più bella è vedere che il gruppo ti segue, dal primo all'ultimo giorno. I ragazzi hanno lavorato sempre con grande attenzione, meritano un applauso perché in sostanza sono loro che vanno in campo e determinano i risultati. Ci tengo inoltre a condividere questa impresa con i miei collaboratori: il preparatore atletico Francesco Cossu, il mio collaboratore tecnico Vico Chessa, il preparatore dei portieri Pino Sara; si sono rivelati tutti preziosissimi, uno staff di primissimo livello». L'ultimo pensiero va all'Ozierese. «Sarebbe un'annata fantastica per me se riuscissero a salvarsi; sono ancora legatissimo a tutti loro dopo i bellissimi anni passati assieme».
Non può mancare, ovviamente, la dedica finale. «La gente di Ossi ci ha seguito con tantissima passione, hanno giocato un ruolo decisivo. A questo proposito vorrei spendere qualche parola per il Gruppo Staffette, i nostri ultras, sempre presenti con il loro calore anche nelle trasferte più impegnative e nei momenti più delicati. Credo che il paese abbia raggiunto l'apice della sua storia calcistica, merito soprattutto di una dirigenza giovane ma validissima, che è riuscita a portare la squadra, in pochi anni, dalla Seconda Categoria all'Eccellenza».