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Luca Pilo il gladiatore, torna in campo e salva il Pula
«Due mesi di sofferenza, so ancora fare gol»

Luca Pilo il gladiatore, torna in campo e salva il Pula

Mai un minuto in campionato, poi il rientro subito da titolare bagnato da un gol che evita la prima sconfitta stagionale al super Pula. Luca Pilo, difensore centrale classe 1975, è tornato in campo dopo due mesi di sofferenza per via di una lesione al collaterale mediale del ginocchio. Un incidente banale durante un allenamento di rifinitura prima di un match di coppa italia a settembre. «Ho passato dei momenti sicuramente molto brutti – confessa il 35enne cagliaritano – un infortunio del genere ti costringe stare fermo per almeno 40 giorni, poi ho avuto la fortuna di lavorare ogni giorno con il nostro preparatore atletico Paolo Chiappori sfruttando tutto il tempo a disposizione visto che la squadra non ha avuto bisogno di me»

A Barisardo è stato perciò il tuo esordio stagionale, una liberazione?

«Senza dubbio. Purtroppo non ho goduto dal "vivo" questo inizio di stagione travolgente e non vedevo l’ora di combattere coi miei compagni la domenica. Devo ammettere che rientrare in una squadra che veniva da otto vittorie di seguito non era per niente facile, poi in un campo notoriamente difficile come quello di Bari Sardo»

Hai anticipato il ritorno in campo, si parlava di un tuo utilizzo mercoledì in Coppa Italia contro l’Arbus

«Purtroppo gli infortuni in difesa di Crobeddu e Uccheddu hanno accellerato il mio rientro. Con mister Zaccheddu ne abbiamo discusso e non potevo certo tirarmi indietro. Poi alla fine è andata bene, a parte il gol»

Le reti non mancano mai nei tuoi campionati, non tradisci il tuo passato di centrocampista d’attacco

«Da qualche anno gioco in difesa, ma ogni tanto mi ricordo come si fa a segnare…»

Primo pareggio dopo otto vittorie, le avversarie ora pensano che non siete imbattibili

«Lo sappiamo già noi che non lo siamo, vincere tutte la gare sarebbe impossibile, lo dicono le statistiche. E sappiamo anche che le partite sono alla nostra portata solo se affrontiamo tutte le avversarie con il massimo rispetto»

Quanti meriti vanno al Barisardo, forse la sorpresa di questo inizio campionato, nell’1-1 di domenica?

«È stata una bellissima partita, aperta a tutti i risultati, con tanto pubblico e un tifo corretto. Lo sapevamo che erano pericolosi in contropiede e cosi è stato, dal canto nostro abbiamo provato a vincere la gara in tutte le maniere, bravi loro a non averci concesso molto. Se continueranno con questo spirito si toglieranno parecchie soddisfazioni»

Quanto è difficile recitare il ruolo di favorita che segna 4 gol a partita e quanto fastidio danno nello spogliatoio le lamentele degli avversari sul numero di rigori che vi fischiano a favore?

«Le squadre votate all'attacco come la nostra e che giocano per la maggior parte del tempo nella metà campo avversaria è normale che abbiano molte occasioni in area di rigore. Poi le lamentele danno molto fastidio perché sembra che tutto ci sia regalato, quando invece stiamo tutta la settimana a sudare e fare sacrifici sul campo. Qualche volta ci può anche stare un “Bravi, avete meritato la vittoria”»

In una squadra già forte ci sono stati innesti di grande qualità: parlami dei nuovi arrivati

«La politica della società è stata quella di proseguire il lavoro di rafforzamento inizato lo scorso anno, con gli innesti di un ottimo portiere d'esperianza come Antinori, un esempio dentro e fuori dal campo; il suo secondo Arrus è un vice per modo di dire perché in qualunque altra squadra sarebbe titolare; Pilleri è stato un acquisto mirato in mezzo al campo e si completa alla perfezione con Dentoni; Placentino è un giocatore che quando si mette in testa di fare la partita la vince da solo; stesso discorso per Concas con in più il fatto che vede bene la porta, i suoi 8 gol ne sono una dimostrazione, e si sacrifica tanto nei ripiegamenti difensivi; poi ci sono Uccheddu ed Erriu, due giovani di belle speranze che non hanno fatto rimpiangere la mia assenza. Anzi…»

Non tutti i big però possono giocare, come si fa ad accettare la panchina per chi è abituato a giocare sempre?

«Purtroppo non si può scendere in campo in 14 o 15 giocatori. Accettare la panchina deve essere la nostra forza, un gruppo sano si vede in queste situazioni, ma sono sicuro che non ci saranno problemi con nessuno, così come sta succedendo. E poi abbiamo il mister Zaccheddu che nella gestione del gruppo è un grande

Parliamo proprio di Giampaolo Zaccheddu. Con lui hai già vinto al Sant’Elia e l’anno scorso vi siete rincontrati a dicembre a Pula. Cos’ha di particolare e festeggerete ancora insieme?

«Lo spero, l'obiettivo è quello di vincere il campionato, lo sappiamo e non ci nascondiamo. Il mister è una persona meravigliosa, è sincero e leale, una fortuna per i più giovani che hanno la possibilità di crescere seguendo i suoi insegnamenti. Beh, il fatto che stiamo lavorando insieme da tre anni a questa parte dice tutto, ci siamo conosciuti al Sant'Elia ed abbiamo instaurato subito un bellissimo rapporto»

Quali squadre vi possono contendere la vittoria del campionato?

«Sicuramente il Quartu 2000 arriverà a giocarsi il campionato sino alla fine cosi come il Porto Corallo»

Il finale d’andata non è dei più facili: derby col Capoterra, La Palma, Porto Corallo e, dopo Asseminese, Arbus e Quartu 2000

«Siamo consci che di partite facili non ne esistono e, visto come ci affrontano tutte le squadre, sarà una battaglia ogni domenica»

Fabio Salis

In questo articolo
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2010/2011
Tags:
Sardegna
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Girone A
Intervista