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Eccellenza
Il fantasista: «Il lavoro prima di ogni cosa»

Mirko Onano lascia il Muravera e il calcio: «Decisione sofferta, magari è un arrivederci»

La decisione è a sorpresa e, nel Sarrabus, fa un certo effetto. Mirko Onano lascia il Muravera ma non solo: «Abbandono il calcio, che è stato per tanti anni una bella passione ma ora devo pensare al lavoro e ad essere sempre più partecipe dell'attività di mio padre». Un fulmine a ciel sereno in casa gialloblù per una decisione che ha spiazzato tutti. «Non lo sapeva nessuno - dice il 29enne attaccante ex Castiadas - l'ho comunicato domenica dopo la gara contro il Calangianus alla società, ai compagni e a mister Oliveira in modo che avessero qualche giorno di mercato a disposizione per cercare un'altra punta». Il presidente Giampaolo Aresu non perde le speranze: «L'abbiamo svincolato ma siamo fiduciosi di riaverlo presto. Con Mirko ci sto parlando tutti i giorni e ho fiducia che possa ritornare sui suoi passi. Per noi è una grave perdita dal punto di visto tecnico e umano, di sicuro non prenderemo altre punte ma, ripeto, faremo di tutto per riaverlo in gruppo al più presto». Farò il suo anche Saverio Onano, papà di Mirko e dirigente del Muravera dopo aver guidato per anni il Castiadas fino alla scorsa estate. «Mio padre non ha mai influito nelle mie decisioni - precisa Mirko - molti hanno sempre pensato che assecondavo le sue scelte ma abbiamo sempre tenuto separato il calcio dal rapporto familiare al punto che quando fa i discorsi alla squadra mi chiama Onano come un qualsiasi giocatore»

 

Mirko Onano - che lavora al "Centro Affitti Vacanze", agenzia leader nel settore della locazione turistica a Costa Rei - sempbra dunque deciso a perseguire la sua scelta anche se lascia uno spiraglio aperto: «Magari è solo un arrivederci, chi lo sa. A fine dicembre dovrò partire e starò fuori un mese e poi da febbraio bisogna programmare la stagione estiva degli affitti. Mi sono fatto svincolare perché se avrò possibilità di giocare lo potrò fare liberamente». Ma l'attaccante che è stato nelle giovanili del Cagliari ci tiene comunque a precisare: «La mia scelta non dipende affatto dal mio poco utilizzo negli ultimi tempi, mi sono infortunato e ho affrettato i tempi di recupero giocando contro l'Alghero. Già ad agosto avevo manifestato l'intenzione di non giocare più a calcio, poi mi sono fatto convincere dal nuovo progetto a Muravera e dal fatto che avrei giocato con amici come Fabio Puggioni e Marco Dessena. Devo perciò ringraziare la società che mi ha fatto sentire a casa, fare i complimenti a tutti i dirigenti, a partire dal presidente Aresu, per la loro serietà. Ringrazio Lulù Oliveira che è una grande persona e un ottimo allenatore. I compagni sono stati tutti fantastici e l'hanno dimostrato anche domenica chiedendomi se potevo risolvere i problemi di lavori e stare nel gruppo e ringrazio i tifosi per come mi hanno accolto nuovamente a Muravera dopo tanti anni a Castiadas. Mi preme ribadire il concetto che non c'è nessuna polemica nascosta dietro questa decisione, che è molta sofferta perché ho sempre fatto calcio dando tutto me stesso negli allenamenti e in partita».

 

Insomma, le scarpette sono appese al chiodo ma quel chiodo potrebbe anche essere rimosso dalla parete: «Le cose nella vita cambiano velocemente e non ho certo organizzato una partita d'addio», dice ridendo. Un domani potrebbe fare l'allenatore («Mi piacerebbe»), ora si limita al ruolo di osservatore: «Il calcio lo seguirò sempre, domenica andrò a Sanluri a vedere il Muravera, è uno scontro importante che vale il quinto posto». I playoff sono un traguardo che la squadra può raggiungere: «Tolte Nuorese e Porto Corallo, che reputo un gradino superiore a tutti, il campionato è equilibrato. Il Muravera è al pari di Fertilia, Taloro, Sanluri e dietro magari qualcuno può ancora recuperare come ha fatto l'anno scorso lo stesso Muravera o noi del Castiadas». I sarrabesi pagano il periodo di crisi. «Le cinque sconfitte di fila hanno segnato il nostro inizio campionato - ricorda Mirko Onano - ma nelle ultime 6 gare abbiamo conquistato 16 punti e ridato un senso alla stagione. In questo senso devo dire che la società è stata brava a difendere Oliveira e Lulù a dimostrare che potevamo risollevarci. Il calcio a volte è strano, se avessero esonerato l'allenatore ora staremmo incensando quello nuovo».

 

Lulù Oliveira è uno dei tanti allenatori coi quali Mirko Onano ha avuto un buon rapporto: «Sono legato a Marco Piras che ho avuto l'anno scorso a Castiadas dopo averci giocato assieme nel Muravera. Mi sento con Antonio Prastaro che già conoscevo ai tempi del Cagliari dove ricordo con piacere tutti gli allenatori che ho avuto, Pala, Cardu, Elvio Salvori, Giorgio Melis e Ninni Corda». Dell'attuale tecnico del Savona rivela: «Ci controllava quando stavamo in foresteria ai Salesiani, poi mi faceva allenare con lui negli Allievi quand'ero nei Giovanissimi. È un allenatore preparatissimo e si vedeva che avrebbe fatto carriera. Ora non lo sento da un po' ma ci scambiamo sempre gli auguri di Natale».

 

Dei compagni di squadra è rimasto sempre affezionato ma con qualcuno in modo particolare: «Beh, Christian Viani di sicuro. Abbiamo avuto un'intesa perfetta, bastava vedere il suo sguardo per capire dove voleva la palla. Per non parlare di Marco Dessena, è stato lui a convincermi in estate ad accettare Muravera per rigiocare insieme anche se è capitato davvero poco, o di Fabio Puggioni, grande giocatore e uomo». Con Viani e Dessena lo lega la stagione (2009-10) che più resta nel cuore di Mirko Onano, quella della promozione in serie D col Castiadas: «Feci 18 gol, il più importante è stato quello del 5-2 al Camaiore che ci portò alla finale nazionale. Eravamo una matricola e c'erano altre squadre più attrezzate di noi, chiudemmo quarti e battemmo il Fertilia ai rigori e il San Teodoro 2-0 nella finale regionale. Un'impresa voluta da un gruppo unito nel quale c'erano anche grandi giocatori come Orsi, Viani e Dessena. Mai una squadra del Sarrabus era stata prima di allora in serie D».

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2013/2014
Tags:
Sardegna
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