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Monte Alma
«La ricetta del successo? Ritmo alto, grinta e non mollare mai»

Monte Alma, cavalcata da applausi, Mura: «Non pensavamo di fare così bene, i ragazzi hanno dimostrato un attaccamento alla maglia esemplare. A Coghinas il sigillo alla vittoria»

Spesso, per raccontare una stagione intera, basta semplicemente consultare i numeri: 81 gol fatti e appena 20 quelli subiti, ventun vittorie e tre pareggi in un totale di ventisei incontri con sessantasei punti raccolti al termine di una cavalcata inarrestabile, che ha visto il Monte Alma sbaragliare la concorrenza di tutte le avversarie con la personalità e la sicurezza tipica delle grandi squadre.
La corazzata allenata da mister Cristian Mura centra la seconda promozione negli ultimi tre anni e approda in Prima Categoria passando dalla porta principale; un traguardo importante per il club nulvese da condividere con una comunità intera, per un ricordo da conservare a lungo.

«Non ci aspettavamo sicuramente di fare così tanto bene, anche se devo ammettere che la squadra è piuttosto buona. L'obiettivo non era quello di vincere il campionato, ma più che altro di disputare una stagione discreta, considerando che c'erano altre squadre meglio attrezzate di noi, anche per una questione di budget da investire». Il campo invece ha dato un verdetto ben diverso e decisamente soddisfacente. «I ragazzi mi hanno impressionato – ammette Mura – per il ritmo che hanno mantenuto, dall'inizio alla fine: siamo praticamente stati sempre al primo posto, questa promozione ce la meritiamo tutta».
La prima parte di campionato è stato praticamente perfetta, con due pareggi e undici vittorie. «Eppure abbiamo fatto la solita preparazione, allenandoci senza grossi stravolgimenti rispetto al passato. La verità è che siamo riusciti a partire davvero a mille e con il passare delle domeniche ci siamo accorti che potevamo puntare in alto».
Tra le armi migliori a disposizione del tecnico, un attacco devastante con Meloni, Pinna e Sanna sugli scudi. «Sono tra le chiavi del successo, ma tutto il gruppo di fatto ha mostrato grande compattezza e personalità. Per vincere è necessario che ogni dettaglio funzioni al meglio: in questo senso, un applauso va ai difensori e ai centrocampisti, è anche e soprattutto merito loro se potevamo permetterci di schierare tre centravanti e segnare così tanto, anche se c'è da sottolineare il fatto che in molti hanno trovato la via del gol, un dato che non può che farmi piacere».

Nel girone di ritorno il Monte Alma ha lasciato soltanto le briciole alle avversarie, ad eccezione di due passi falsi. «Perdere contro il Laerru ci può stare: era una diretta concorrente per il salto e si giocava il tutto per tutto. Per quanto ci riguarda, abbiamo fatto la nostra partita, sbagliando diverse occasioni. Ci mancavano tre pedine importanti ma chi è sceso in campo si è comportato piuttosto bene, ma ciò che più importa è essere ripartiti subito dopo quel passo falso. Qualcuno pensava che ci avrebbe buttato a terra, paradossalmente invece ci ha dato più forza». Discorso simile merita il 3 a 1 rimediato nel confronto interno con la San Paolo. «L'unica partita persa in casa, ma per quanto fatto vedere in campo meritavamo molto di più. Abbiamo disputato una grande gara, ma quando non gira...».

I rosso-blu hanno dovuto sudare sino all'ultimo. «Merito anche del Badesi, la squadra più forte, penso, insieme al Coghinas: entrambe sono partite con grandissime ambizioni». Tra le tappe decisive, spicca sicuramente la vittoria strappata alla penultima giornata in casa proprio dei bianconeri. «In quel momento abbiamo capito che il campionato era vinto, mancava solo la certezza matematica ma non potevamo sbagliare». Tra i fattori che hanno fatto la differenza c'è sicuramente l'attitudine. «Non volevano mai perdere, entravano in campo ogni domenica per vincere, senza fare calcoli, pensando ad una partita alla volta. Ci siamo resi conto soltanto alla fine del girone di andata di aver messo insieme dieci vittorie di fila, questo per descriverti la grande concentrazione mantenuta da questo gruppo». Mura applaude i suoi. «Quello che mi ha colpito di più è stato l'attaccamento alla maglia dimostrato dai ragazzi, vale sia per i tantissimi del posto e sia per quelli che sono arrivati da fuori per darci una mano e hanno fatto il massimo, riuscendo a calarsi immediatamente nella nuova realtà. Quella di Nulvi è una piazza importante e molto esigente, una responsabilità notevole che ti spinge e ti aiuta a fare sempre meglio». Il ruolo dei tifosi in questo senso è stato fondamentale. «Ci hanno seguito sempre, dandoci il loro supporto sia in casa che in trasferta; eravamo gli unici nel girone che potevano contare su un gruppo di ultras fedelissimi, sono stati fantastici, unici direi. Proprio per questo dedichiamo il successo al paese intero, che merita di calcare palcoscenici importanti».

Dopo la festa, di solito, si inizia a pianificare le prossime mosse, ma l'allenatore non si sbilancia. «Sinceramente non ci sto pensando, sono di Nulvi e alleno la squadra del mio paese ormai da tre anni, vincendo due campionati. Ho preso questo gruppo dalla Terza e l'ho riportato in Prima ma ci tengo a ribadire che il merito è tutto dei giocatori, con cui ho instaurato tra l'altro un buonissimo rapporto. Per il resto, è un po' prematuro parlare del futuro, non so bene come si evolveranno le cose».

In questo articolo
Squadre:
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Stagione:
2016/2017
Tags:
Seconda Categoria
Girone M