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Nella prima puntata della rubrica "CONOSCIAMOLO MEGLIO" intervistiamo Gian Marco Serra pilastro della Mediterranea
NUOVA RUBRICA "CONOSCIAMOLO MEGLIO"

Nella prima puntata della rubrica "CONOSCIAMOLO MEGLIO" intervistiamo Gian Marco Serra pilastro della Mediterranea

Per la rubrica "Conosciamolo meglio" siamo oggi qui con Gian Marco Serra, capitano e pilastro della Mediterranea, oggi una delle realtà più forti dell'intero panorama sardo. Pivot classe 1987, Gian Marco è sicuramente un personaggio fuori dal comune: ottimo giocatore, ha da qualche anno iniziato anche la carriera da allenatore, con le giovanili della Mediterranea, ottenendo risultati sbalorditivi. Inoltre, il capitano rossoblu sa mettersi in evidenza anche fuori dal campo, il che lo rende un autentico esempio da seguire.


Molti giocatori di futsal spesso iniziano con il calcio a 11. Vale anche per te lo stesso discorso? E quando e come ti sei avvicinato al calcio a 5?
E' andata esattamente come gli altri: ho fatto dieci anni nel calcio, tra Monte Urpinu, Atletico ed Elmas. A 17 anni sono passato al calcio a 5 in maniera "fortuita": non avevo alcuna intenzione di firmare da Juniores il cartellino fino ai 25 con la mia società di calcio, la quale negava peraltro l'esistenza dell'articolo 108. Per comodità logistica a quel punto mi sono avvicinato ed accasato all'Elmas '01. Unica condizione col presidente Luca (Fadda, ndr), libero alla fine di ogni stagione: e così è sempre stato nella mia esperienza masese.

 

Dopo gli inizi all'Elmas '01, sei approdato alla Mediterranea nella stagione 2009/10. Questa è, quindi, la tua sesta stagione con i rossoblu. Cosa ti lega particolarmente a questi colori?
Mi lega la fiducia che è stata posta in me da parte di Corrado (Melis, ndr), col passare del tempo, nei vari ruoli. In assoluto come uomo, poi come giocatore ed infine come allenatore: mi sento di non poter in alcun modo deludere  questo "investimento" di fiducia fatto nei miei confronti. Inoltre, a parte la questione relativa alla crescita dei giovani, che mi piace molto, amo la linea-guida della società: vogliamo assolutamente vincere, sempre, ma seguendo  le regole. Purtroppo questo viene frainteso alcune volte in una scarsa voglia di vincere, ma spero di averlo chiarito una volta per tutte!

 

Per la Mediterranea hai deciso di metterti a disposizione anche come allenatore delle giovanili, dove hai conseguito degli ottimi risultati. Quali difficoltà hai incontrato nel vestire i panni dell'allenatore?
Sono le esperienze più belle della mia vita sportiva, molto diverse da quelle di giocatore. Nessuna difficoltà particolare devo dire, la cosa più importante è cercare di essere all'altezza del ruolo di educatore per i miei ragazzi.  Mi piace affiancarlo al ruolo di giocatore al momento, non so se sarò in grado di farlo "da grande".

 

 

Come mai?
Perché penso sia davvero difficile gestire un gruppo di adulti. Le dinamiche sono molto differenti rispetto ad un gruppo di giovani.

 

 

Il ricordo più bello da allenatore?
I vari debutti e le conferme dei ragazzi delle giovanili in prima squadra: questo dimostra realmente la bontà di un progetto in cui si cerca di insegnare ai ragazzi a giocare a calcio a 5. Troppo spesso ci riempiamo la bocca di  queste frasi dando poco seguito nella realtà concreta. Parlando di ricordi di squadra, senza dubbio la vittoria nel campionato Juniores dello scorso anno. E' stata la conferma che una squadra conta più dei giocatori singoli:  penso ci fossero due o tre squadre più forti individualmente rispetto a noi ma il lavoro sul gioco ha pagato, senza avere grandi nomi tra i nostri ragazzi o nello staff.

 

 

Passiamo alla prima squadra. Come ti trovi con mister Nicola Marcialis?
Veramente molto bene, è molto preciso e preparato. Tuttavia lo definirei, più di tutto il resto, esigente. E' stata dura conquistarsi la sua fiducia ma mi ha dato molta soddisfazione.

 

 

La Mediterranea era indubbiamente una delle favorite del campionato di C1 di quest'anno, e i risultati lo stanno confermando. Qual è secondo te il punto forte della squadra? E cosa, eventualmente, è ancora da migliorare?
Il punto forte della squadra è senz'altro l'elevato numero dei giocatori che utilizziamo: questo ci permette di avere molte differenti soluzioni e di riuscire a tenere, normalmente, un buon ritmo durante la gara. Da migliorare  sicuramente la gestione di tantissime situazioni di gioco, siamo ancora lontani dal livello che potremmo raggiungere.

 

 

Nonostante in classifica ci sia solo un punto di differenza tra voi e il Quartiere Marina, lo scontro diretto della seconda giornata è terminato con una vittoria netta per gli avversari. Dal tuo punto di vista, questo risultato è figlio semplicemente di una giornata no oppure la Marina è effettivamente un gradino sopra tutte le altre squadre?
Sicuramente la Marina è un gradino (e mezzo!) sopra le altre squadre. Sono forti in tutti i reparti, hanno il miglior giocatore del campionato (Alberto Melis) ed hanno moltissimi giocatori di grande qualità ed esperienza: penso che il risultato non sia stato frutto del caso.

 

 

Oltre ad essere un valido elemento in campo, lo sei anche fuori. Cos'è Football AID e come sei venuto a contatto con questa realtà?
Ti ringrazio innanzitutto per darmi l'occasione di parlarne! Football Aid è una associazione benefica britannica che si occupa di raccogliere fondi per i malati di diabete organizzando delle partite negli stadi delle squadre delle più alte divisioni calcistiche inglesi e scozzesi. Chiunque può acquistare la partecipazione alla gara, si gioca nello stadio della squadra (es. West Ham, Upton Park) divisi in due squadre che indossano una la prima ed una la  seconda maglia del club, ci si cambia negli spogliatoi e si vive per un giorno l'esperienza di calcare questi campi per noi inarrivabili. Le quote partecipative sono destinate alla ricerca, e quindi lo scorso anno abbiamo deciso  di "sponsorizzare" noi l'Associazione, mettendo il logo sui completi di tutte le nostre squadre e vendendo le nostre maglie speciali natalizie utilizzate contro l'Oristano. La grande risposta del futsal sardo ci ha permesso di donare circa 600 euro per Natale a Football Aid.

 

 

Un'ultimissima domanda: consigliaci una persona da intervistare per la prossima settimana.
Vi suggerisco di fare due chiacchere con Sandro Anolfo del Glema, allenatore preparato e persona eccezionale.

 

 

 


MARCO FERRARO

In questo articolo
Stagione:
2014/2015
Tags:
Serie C1
Conosciamolo Meglio
Le Interviste