Il tecnico: «Contratto con l'Erbil da rispettare»
Pino Murgia con la valigia pronta: «A marzo torno in Iraq, dispiace aver lasciato il Selargius, ero carico di entusiasmo e volevo dare il mio contributo per la salvezza»
Una settimana per dirsi addio. Pino Murgia ha guidato il Selargius da un giovedì all'altro con l'intermezzo della gara di campionato contro il Ghilarza persa 2-1 in casa. Poi, d'intesa con la società, ha rinunciato all'incarico e in panchina è tornato al suo posto Pier Paolo Piras che domenica scorsa ha pareggiato 0-0 sul campo della Kosmoto Monastir. Il tecnico ogliastrino, visto l'imminente ritorno in Iraq alla guida della squadra Primavera dell'Erbil Sport Club e alla direzione del settore giovanile della società che ha sede nel Kurdistan iracheno, ha dovuto rinunciare all'incarico: «Ho lasciato il Selargius, parlando di comune accordo con la società, perché i primi di marzo tornerò in Iraq e sarebbe stata una presa in giro continuare ad allenare se poi avrei dovuto lasciare la squadra dopo 10 giorni. Continuare non sarebbe stato corretto, mi sono accorto del poco tempo a disposizione per incidere e lasciare è stata la scelta più giusta per la squadra».
Murgia ripercorre la breve parentesi al Selargius: «Sono arrivato di giovedì, ho fatto l'allenamento del venerdì e poi giocato la domenica col Ghilarza. Per un'ora abbiamo fatto un'ottima gara, costruito tanto e subito pochissimo, due episodi ci hanno condannato. Troppo poco il tempo per intervenire. Mi dispiace tanto, speravo di poter restare e chiudere il campionato, ero infatti carico di entusiasmo». Si sapeva già che sarebbe dovuto rientrare in Iraq: «Ma non così presto, sopra i cieli della Siria la Russia stava bombardando e c'era il blocco dei voli per non rischiare di essere abbattuti. Avevano sospeso i campionati giovanili, in Iraq alleno la squadra Primavera e dirigo il settore giovanile fino ai primi calci, 290 ragazzi in tutto. Sarei dovuto rientrare a fine aprile e mi sono detto: "Perché stare fermo?". Volevo dare un apporto ad una società importante e blasonata come il Selargius, contribuire ad ottenere una salvezza. Invece è arrivato lo sblocco dei voli e devo rientrare, ho un anno di contratto e va rispettato, non posso permettermi di perderci i soldi, è il mio lavoro. Dovevo rifletterci un attimino prima? Può essere, non ho molto tempo a disposizione per farlom è stato forte il richiamo del Selargius e sono contento di aver fatto parte per una settimana di questa bella realtà». Il tecnico ogliastrino sta dedicando questi giorni prima della partenza alla sua famiglia: «A mia moglie con la quale siamo insieme da 31 anni e ai miei due figli che sono di diploma, non li rivedrò per tre mesi, rientrerò però a giugno nel mese degli esami dei ragazzi».
Del Selargius non può che parlarne bene: «Ringrazio tutti, dai giocatori al magazziniere. È una società che mi è piaciuta tantissimo, da Sandro Pilloni a Lello Maccioni passando per gli avvocati Marco Mura e Antonio Gaia, mi hanno messo nelle condizioni di lavorare per il meglio possibile. Auguro di ottenere un risultato importante, cioè la salvezza. I giocatori, nei pochi allenamenti fatti, hanno lavorato benissimo, c'è della qualità importante. Conoscevo di nome qualcuno come Farci e Cossu o per averlo incontrato da avversario come Floris nel Sant'Elia, Mingoia nel Samassi, sono bravi i difensori Cibelli e Berlucchi, il portiere Atzeni mentre Asunis stava riprendendosi dall'infortunio. Al Selargius c'è un bel mix di giocatori esperti e di fuoriquota che fa ben sperare. Si sa che per i giovani, quando non vanno bene le cose, è il momento più difficile per farli crescere, non bisogna caricarli di responsabilità, i più esperti possono prenderli per mano e trascinarli all'obiettivo salvezza. Il Selargius viene da una retrocessione, a volte si va in caduta libera invece ho notato una società molto vicina alla squadra e un gruppo che mi piace tantissimo. I giocatori erano molto contenti del lavoro fatto, il cambio tecnico è sempre un'incognita, io chiedevo cose diverse da Pier Paolo Piras, ora è rientrato e può riprendere il percorso interrotto una settimana, è stato importante fare un risultato positivo a Monastir».
Pino Murgia continuerà il suo percorso all'estero, dopo esser stato anche in Indonesia e Malta: «Da 5 anni seguo questa strada di crescita importantissima, senza trascurare l'incidenza dell'aspetto economico. In Italia si allena perché c'è chi porta gli sponsor, perciò preferisco andare a lavorare anche in paesi dove il calcio è in forte ascesa. Il prossimo anno conto di allenare la prima squadra, Erbil è la capitale del Kurdistan iracheno, il club ha vinto diversi scudetti negli ultimi anni e ha partecipato alla Coppa d'Asia. L'Erbil Sport Club è la squadra del governo, la più seguita, lì sono pazzi per il calcio, è lo sport numero uno e c'è tanta voglia di crescere. Si fa un calcio molto fisico ed agonistico, la tattica è zero e il mio lavoro per loro è una bellissima novità, che è stata molto apprezzata. Infatti mi hanno proposto 4 anni di contratto, ho firmato per un anno e poi vediamo, intanto mi sono adattato benissimo, mi piace la loro cultura. Queste sono sfide e obiettivi professionali che ti danno tantissimo, vai in altre realtà e ti confronti con diverse culture ma hai pure un riscontro economico che ti permette di far star bene la famiglia».