TDR la Sardegna Juniores, sbarca da vicecampione
Quando l'eredità non pesa, ma esalta
La Sardegna è vice campione, si presenta in Lombardia così. Il Torneo delle Regioni l'anno passato ha sancito anche questo verdetto. La sua rappresentativa maggiore, gli Juniores di Paolo Busanca, ha raggiunto un traguardo storico. Il sogno della finale era svanito a Lignano Sabbiadoro, in diretta Rai, al cospetto del Lazio con un rigore subito al 5° della ripresa. Ma il 53° Tdr aveva raccontato di più. Il calcio sardo con orgoglio e capacità ha bussato alla porta del calcio giovanile dilettantistico inanellando prestazioni di valore, in un percorso di qualificazione che ha visto Juniores e Giovanissimi di Atzori (usciti nei quarti) spiccare in termine di qualità. Busanca e Atzori due tecnici confermati alla guida delle rispettive categorie, perchè il merito va premiato. I ragazzi Juniores che quest'anno, ancora, hanno calcato, spesso i palcoscenici delle categorie più alte, ma non solo. Anche la Prima categoria darà il suo contributo, fornendo atleti che meriterebbero altre platee, ma che per scelta meditata, hanno deciso di frequentare quelle categorie comunque nobili.
Una bella eredità che non deve pesare sulle spalle della Sardegna 2015, deve rappresentare la presa di coscienza. Di essere protagonisti, per merito, in un panorama nazionale dilettantistico che guarda al professionistico regsitrando il precipitare del Cagliari Calcio, mestamente sceso in serie B. Ma il dilettantismo è altro. E' passione, abnegazione, sacrificio, sogno. Come quello che il comitato regionale sardo vorrà vivere ancora.
La Juniores, contro ogni pronostico aveva giocato un torneo memorabile. Partendo in sordina e trovando l'amalgama mentale, prima che tecnica. Quella che si deve creare durante il ritiro. Ogni minuto è buono per stemperare e far nascere qulle intese personali che in campo si traducono in "squadra". E' il compito più ardito, quello che spetta a tutti i componenti. Non solo i giocatori, ma dirigenti, tecnici e collaboratori devono avere la capacità di trovare la sintonia giusta. Spesso il risultato della gara d'esordio aiuta, ma non basta. Occorre maturità, psicologica e mentale.
I Tdr è l'opportunità di far vivere alle migliaia di giovani atleti un'esperienza unica, e si conferma un grande appuntamento per la Lega Nazionale Dilettanti. Non c'è solo il campo, per quanto importante: il torneo è da sempre un'occasione di confronto tecnico, culturale ed umano. Un'esperienza senza pari per un giovane atleta, che salvo rare eccezioni, ha la possibilità di parteciparvi una sola volta nella sua vita.
L'anno passato la Juniores dopo essere passata indenne ai quarti di finale, con la difesa inviolata, è riuscita, in rimonta, a passare lo scoglio Lombardia e battere l'arcigna Sicilia, buttando il cuore oltre l'ostacolo. A dimostrazione che, quando chiamati in causa, i ragazzi isolani danno fondo a tutte le loro risorse, fisiche e mentali. Con la bandiera dei quattro mori, presente in tribuna in tutte le gare di tutte le categorie, i circa cento atleti hanno voluto dimostrare il loro attaccamento alla maglia. Quest'anno, da domani, in Lombardia, sarà lo stesso. Perché è cresciuta la personalità dei giocatori, la tecnica, è sparita la timidezza senza che si sconfinasse nella presunzione. Gli otto mesi di raduni, che hanno visto genitori e dirigenti sobbarcarsi sulle spalle trasferte e costi, per poter garantire ai ragazzi almeno la presenza ad una convocazione, hanno dato frutti. Molti sono rimasti a casa, altri sono stati annoverati fra i 20 convocati finali. Tra le 5 rappresentative, circa 125 appassionati; atleti, dirigenti, massaggiatori che arrivano in Lombardia con lo spirito a mille.
Memori anche dell'esperienza passata del duo Busanca-Gallo, frutto di un lavoro certosino, che nei mesi di preparazione alla manifestazione più importante del calcio giovanile dilettantistico italiano, ha plasmato un gruppo e una struttura di gioco che cercherà di eguagliare i risultati della scorsa edizione. Saranno i più grandi a guidare allievi e giovanissimi in una competizione dove non si può sbagliare.
La presenza e la capacità degli staff di fare da collante farà il resto. I successi si ottengono mettendo a disposizione tutte le competenze organizzative che negli anni sono state affinate. Le basi di un successo che porterà il Calcio Sardo a riscuotere presto il successo che merita. In Lombardia, per il Tdr n.54, il frutto della programmazione che negli ultimi anni ha portato due volte in finale la Sardegna, verrà colto. Merito del movimento, pronto, nella sua opera di promozione ad assorbire l'inserimento dei fuoriquota. Sono loro che con l'esperienza maturata nelle società di appartenenza hanno messo in campo i minutaggi registrati durante la stagione agonistica. Un lavoro che alla lunga sta pagando, nonostante dalla serie D (già dall'anno passato) non si possano più attingere giocatori in quota Tdr. L'Eccellenza, la Promozione e la Prima categoria hanno offerto materiale umano di prima scelta, la sapiente gestione dei tecnici ha poi permesso di assemblare squadre di rispettabilissimo livello. Un plauso anche ai preparatori atletici delle società dilettantistiche sarde, che hanno permesso ai loro ragazzi di affrontare in perfetta efficienza fisica, gli impegni ravvicinati che questo torneo imporrà. Tre gare in tre giorni, con la speranza che il soggiorno prosegua oltre il 3 giugno, giorno di stop, prima dei quarti di finale. E' risulterà altrettanto impeccabile la dimostrazione di serietà ed educazione sportiva che l'intera comitiva dimostra da anni e in tutte le occasioni, di avere dentro e fuori dal campo. perché l'educazione è figlia del tempo.
E il tempo aiuta a sognare, magari di raggiungere le finali del calcio a 11 che si giocheranno il 6 giugno Stadio Meazza. Mercoledì 3 giugno, unica giornata di riposo della competizione tutti in visita ad Expo 2015, con la speranza di prolungare il soggiorno.