«Onore alla Paulese, auguriamo a tutti loro di vincere i play-off, se lo meritano»
San Marco Cabras, la Prima Categoria è finalmente realtà; Dore: «Nessuno di noi si aspettava di fare così bene, raccogliamo i frutti di un lavoro iniziato l'anno scorso»
La San Marco Cabras taglia il traguardo al primo posto dopo un testa a testa entusiasmante con la fortissima Paulese, strappa, è proprio il caso di dirlo, l'accesso diretto in Prima Categoria e può ora godersi la festa per un'impresa epica. I numeri messi in piedi dai rosso-neri raccontano una stagione da urlo, con 111 gol all'attivo e un clamoroso zero spaccato sotto la voce partite perse. Tra gli artefici di questa clamorosa cavalcata c'è sicuramente mister Angelo Dore, che dopo il terzo posto conquistato l'anno scorso ha fatto centro e riporta lo storico club di Cabras alla ribalta delle cronache, coronando così il sogno di tifosi e dirigenti che aspettavano, da tempo, questa rinascita. Un compito non facile, soprattutto alla luce dei tanti tentativi andati a vuoto negli ultimi anni, cosa che rende ancora più onore al giovane tecnico, in grado di gestire al meglio i tanti talenti a sua disposizione in una cavalcata da applausi, senza sbavature, praticamente perfetta. Per spuntarla è risultata fondamentale la vittoria contro il Tresnuraghes, nei 90' più caldi dell'intero campionato.
«Sapevamo con certezza – spiega mister Dore - che la Paulese avrebbe vinto con l'Ollastra, i valori in campo erano nettamente diversi, la loro sfida era decisamente più agevole, almeno sulla carta, rispetto alla nostra, quindi non potevamo permetterci passi falsi. Per il resto, la settimana è scivolata via come tutte le altre: i ragazzi hanno mantenuto la concentrazione al massimo perché sapevano che c'era ancora un ultimo sforzo da fare e tre punti da conquistare. Fino a metà gara il risultato è rimasto in bilico, la stagione si è davvero conclusa all'ultima tappa».
Un campionato tiratissimo, con la Paulese che non ha mai mollato, mantenendo costantemente il fiato sul collo dei rosso-neri. «E' stata dura, penso che loro meritassero la vittoria del campionato proprio come noi. Hanno chiuso a 82 punti, non accade sicuramente tutti i giorni di fare così bene e classificarsi al secondo posto. Probabilmente noi siamo stati più fortunati. Per il resto, è stato un torneo anomalo, con la terza staccata di venti lunghezze. I giochi erano decisi da tempo, ma bisognava appunto risolvere la questione legata alla vittoria finale».
Il tecnico non si aspettava un epilogo del genere. «Siamo partiti con l'obbiettivo di conquistare il titolo, ma senza particolari obblighi da parte della società. Volevamo semplicemente migliorare il terzo posto dell'anno scorso, puntare al vertice, insomma, era una conseguenza logica. Però non potevamo immaginarci una fuga di queste proporzioni da parte delle due battistrada. A dire il vero non mi aspettavo nemmeno di chiudere senza nemmeno una sconfitta, di ottenere tutti questi punti e di superare i 100 gol. E' andato tutto al di la delle nostre più rosee aspettative».
In questi casi, a fare la differenza sono i dettagli. «Probabilmente siamo stati un pochino più squadra: partivamo dal buon lavoro fatto lo scorso anno, in cui avevamo già avuto modo di amalgamare al meglio il gruppo. Questo ci ha permesso di partire bene, la nostra determinazione ha fatto il resto».
Tra i passaggi più importanti, spiccano senza ombra di dubbio i due scontri diretti. «All'andata abbiamo segnato il gol decisivo al 92', dopo aver giocato un tempo in dieci uomini. Ci abbiamo creduto, forse più della Paulese, ma bisogna ammettere che siamo stati fortunati. Al ritorno il match è stato altrettanto equilibrato, la posta in palio era altissima, con tutte le conseguenze che questo comporta sul piano della tensione. Abbiamo trovato il gol, poi siamo stati bravi a gestirla. Loro hanno segnato praticamente in tutte le gare, siamo stati gli unici a non subire gol, una cosa da sottolineare. Merito della difesa, sicuramente, ma è il frutto della prestazione attenta da parte di tutta la squadra».
Per mister Dore la soddisfazione è tanta. «San Marco e Tharros sono le due squadre più blasonate della zona, hanno scritto pagine importanti per il calcio nell'oristanese. Un pizzico di pressione la sentivamo, non lo nascondo, per questo l'orgoglio è ancora maggiore: c'è la consapevolezza di aver fatto qualcosa di importante per questi colori, parlo anche a nome del mio socio, vice e preparatore atletico Daniele Fois. Fa piacere, soprattutto per quello che abbiamo mostrato in campo».
Dopo l'exploit in casa della seconda forza del campionato, la San Marco ha rallentato un po' la propria marcia, con il pareggio in casa del Nurachi che ha rimesso tutto in discussione. «Venivamo da due gare giocate non proprio benissimo, probabilmente abbiamo pagato la stanchezza accumulata in quelle settimana, un calo che può starci, più psicologico che fisico. Contro Bonacattu e Sos Paris abbiamo stentato più del previsto, soprattutto sul piano del gioco espresso. A Nurachi le cose sono andate sulla falsa riga delle giornate precedenti: purtroppo abbiamo regalato un tempo ai nostri avversari, su un campo piuttosto difficile, con la palla che sembrava impazzita. Loro si affidavano ai lanci lunghi, una situazione tattica complicata, l'atteggiamento dei miei poi non è stato dei migliori, ma per fortuna nella ripresa siamo riusciti a tirare fuori le nostre qualità».
Tra le punte di diamante di questa squadra, brilla sicuramente la stella del capocannoniere Nicola Orrù, che ha raggiunto la cifra stratosferica di 41 gol. «E' sicuramente un ottimo calciatore, ma anche molto altro: una bella persona che non si risparmia mai. Ha scelto di rimanere a Cabras, ci teneva particolarmente a dare il suo contributo per riportare in alto il club; il padre, tra le altre cose, ha militato nella San Marco degli anni d'oro. Un elemento importantissimo per noi, ma non il solo: l'attaccante ha i suoi meriti ovviamente, ma in questo senso risulta decisivo il ruolo dei compagni, che lo mettono nelle condizioni ideali per fare bene. Tutta i ragazzi sono risultati importanti, compresi quelli che hanno giocato meno. Per il resto, per sopportare un rompipalle come me serve tanta pazienza (ride)».
Nonostante una stagione praticamente perfetta, il tecnico ha dovuto affrontare anche momenti delicati. «Il campionato è lungo e noi non abbiamo mai sbagliato, se si escludono quei tre mezzi passi falsi. Ho lavorato tanto per tenere la condizione sempre al top, e per tenere in piedi me stesso (ride). Ci siamo dati una mano tra di noi, in questo senso il contributo di Daniele è stato preziosissimo».
Il paese, con il passare delle giornate, si è stretto attorno alla squadra. «Ci ha fatto piacere vedere sempre più gente al campo; il tifo è diviso a metà tra noi e l'Atletico, ma l'affetto, soprattutto nel finale, non ci è mai mancato. La festa non è stata niente di esagerato, ora continueremo giusto con qualche pranzo e qualche cena».
Dore si gode la promozione in Prima Categoria. «Penso di essermela meritata (ride), e con questo non voglio peccare di umiltà. Mi piacerebbe continuare con questa avventura, ho avuto la fortuna di vincere il campionato alla seconda esperienza da allenatore, considerando che in passato avevo svolto il ruolo di preparatore atletico e per il resto mi ero occupato prevalentemente di settori giovanili. Si tratta sicuramente di una bella soddisfazione, ora mi prenderò qualche giorno di riposo e poi incontrerò i dirigenti per pianificare il futuro, capire se le intenzioni della società corrispondono con le mie e portare avanti il discorso».
Si chiude con i saluti di rito. «Una dedica particolare va a questa società, ai ragazzi e al mio socio Daniele, un amico con cui ho condiviso tanti momenti importanti. Ci tengo a ringraziare anche i nostri sostenitori, che ci hanno dato un grossissimo aiuto».
L'ultimo pensiero va agli avversari della Paulese. «Da parte mia, e da parte di tutta la San Marco, un grosso in bocca al lupo per gli spareggi. Sono stati dei signori, in tutti i sensi: a Paulilatino abbiamo vissuto una bellissima giornata all'insegna dello sport; loro avevamo perso, non era facile, proprio per questo si meritano tutti i nostri migliori auguri».