Salta al contenuto principale
san marco
Orrù: «Stravinto». Piras: «La svolta con la Bolotanese»

Stagione stellare per la San Marco, Sau: «Organico di altissimo livello, la continuità nei risultati ha fatto la differenza»

Spesso nel calcio non è sufficiente allestire un ottimo organico per aggiudicarsi la vittoria finale, anzi, le delusioni in questo senso sono sempre dietro l'angolo, ma la San Marco non ha fallito: i rosso-neri hanno letteralmente demolito, con il passare delle giornate, le speranze di rimonta delle dirette inseguitrici, Macomer e Silanus su tutte, grazie ad un ruolino di marcia praticamente impeccabile, soprattutto nella seconda parte del torneo, in cui sono arrivate ben 10 vittorie e appena 2 pareggi. Nelle 26 gare disputate sino ad ora i ragazzi allenati da mister Roberto “Bobo” Sau sono caduti soltanto una volta, nel turno di recupero valido per la quinta giornata, in casa della Bolotanese; un dato che la dice lunga sullo strapotere mostrato dalla compagine di Cabras che, dopo la cocente retrocessione rimediata nella passata stagione, si riscatta immediatamente con una cavalcata da urlo e il conseguente ritorno in Prima Categoria, passando ovviamente dalla porta principale. Tra gli artefici di questa grande impresa c'è sicuramente bomber Nicola Orrù, autore sino ad ora di ben 25 gol, in piena corsa per il titolo di capocannoniere del suo girone; il tecnico, tra l'altro, poteva contare su elementi di grandissima esperienza, come il capitano Roberto Piras e Paolo Ligia, vero e proprio pilastro di una delle difese meno battute del torneo.

«Si è trattata sicuramente di una stagione molto positiva per noi —dichiara soddisfatto mister Roberto Sau — anche se il campionato presentava diverse insidie: oltre a noi infatti c'erano almeno altre tre squadre che hanno viaggiato a ritmi altissimi. Il vantaggio di nove lunghezze, maturato nei confronti delle nostre dirette inseguitrici è un dato che non può che farci piacere, significa che siamo stati di gran lunga i più forti, anche se fino ad un mese fa regnava un grande equilibrio nella corsa al primo posto. Credo che la differenza — aggiunge — l'abbia fatta la continuità nei risultati e nelle prestazioni, un aspetto su cui le altre sono venute un po' a mancare».
La San Marco si è arresa soltanto una volta, al cospetto della forte Bolotanese.
«Un passo falso piuttosto rocambolesco, arrivato in un match infrasettimanale: non è semplice conciliare il lavoro con gli impegni sportivi, le cose poi si complicano se devi affrontare un viaggio in macchina di 50 minuti. La sconfitta tra l'altro era abbondantemente evitabile, non meritavamo di tornare a casa a mani vuote ma abbiamo pagato a caro prezzo alcune contingenze logistiche e ambientali».

Per il resto, i rosso-neri hanno mantenuto un ritmo impeccabile, con 22 vittorie e tre pareggi.
«Credo che la chiave sia stata la gestione del gruppo: avevo a disposizione una rosa molto ampia, composta da 25 giocatori, tutti sullo stesso, altissimo livello; ho cercato di coinvolgere ciascuno di loro nel progetto, sfruttando puntualmente i cinque cambi consentiti per ogni gara, anche se mi rendo conto che non è facile sedersi in panchina o addirittura in tribuna. Nonostante tutto però i ragazzi sono sempre stati molto uniti, hanno accettato le mie decisioni senza mai una polemica, con grande pazienza e spirito di attaccamento alla maglia. Io ho semplicemente fatto il mio lavoro, schierando la formazione che, di volta in volta, mi dava le garanzie maggiori».

Durante la stagione non sono mancati i momenti delicati.
«Tra le partite più complicate c'è sicuramente quella all'esordio, con il Macomer: conoscevo i ragazzi da 25 giorni appena e i nostri avversari erano i grandi favoriti per la vittoria del campionato. Abbiamo offerto una prestazione importante, con un meritatissimo 3 a 1 finale: dopo quella sfida ho capito che potevamo puntare al titolo».
Orrù è risultato a dir poco devastante, con 25 gol su un totale di 84 centri.
«Nicola nel corso della sua brillante carriera ha sempre fatto benissimo; è un calciatore completo che oltre a segnare tanto si sacrifica moltissimo per la squadra, ma devo ammettere che eravamo forti, competitivi e abbondanti in ogni reparto».
Per mister Sau si tratta dell'ennesimo trionfo.
«Ogni successo ha una storia a sé; paradossalmente questa è stata la più semplice, per l'altissimo valore degli interpreti in rosa, ma anche complicata per molti aspetti: si tratta sicuramente di una delle squadre più forti che ho allenato, ma proprio per questo le tensioni e le pressioni sono maggiori, non puoi mai escludere che qualcosa vada storta, il rischio di fallire c'è sempre, ma per fortuna le cose sono andate tutte nel verso giusto».
L'unico neo è rappresentato dalla scarsa partecipazione della gente del paese.
«La nota più dolente, è vero: sinceramente mi aspettavo un po' più di calore, di supporto da parte loro; probabilmente la retrocessione rimediata l'anno scorso ha lasciato il segno, in negativo, ma piano piano ci stiamo riavvicinando al nostro pubblico. I dirigenti mi ripetono che qui a Cabras serve pazienza, in questo senso, perchè è una dimensione un po' particolare: noi il primo input l'abbiamo lanciato in maniera anche piuttosto chiara, ora speriamo che la risposta non si faccia attendere e sia sempre più positiva».
Il futuro per il tecnico, con tutta probabilità, sarà ancora a tinte rosse e nere. «Ci sono tutti i presupposti per continuare con questa avventura: abbiamo impostato un lavoro da sviluppare in più anni, come inizio non c'è male; ora capiremo se il club vorrà rinnovare le proprie intenzioni ma ovviamente sono molto fiducioso».
Sau chiude con i ringraziamenti: «Partendo dai ragazzi, per la grande professionalità con cui si sono messi in gioco; non posso dimenticarmi poi dello staff di prim'ordine che mi ha affiancato durante il lavoro: il preparatore atletico, quello dei portieri, il fisioterapista e Stefano Atzori, il mio più stretto collaboratore, una vecchia conoscenza del calcio sardo; inoltre non posso non citare mio fratello, che si è occupato di raccogliere le varie informazioni sugli avversari e sulle varie situazioni. La vera dedica però è per la mia bambina più piccola, Alice, che mi segue sempre».

Nicola Orrù, invece, spende parole al miele per l'allenatore. «È stato senza dubbio la nostra arma in più; venivamo da una brutta retrocessione, per un solo punto, e c'era tanta delusione, molti stavano pensando di cambiare squadra, me compreso, ma dopo che la società ha ufficializzato il suo arrivo abbiamo cambiato idea. Oltre alla bravura sul piano tecnico-tattico, di cui eravamo già a conoscenza, è stato bravo a creare un gruppo unito, dentro e fuori dal campo, e con poco meno di trenta giocatori in rosa non è proprio semplicissimo, ma non c'è mai stato un malumore. Il venerdì mattina è sempre il primo a scriverci sul cellulare per invitarci in pizzeria per il post allenamento (ride)».
Anche per il bomber l'esordio in campionato è stato particolarmente significativo. «Abbiamo vinto per 3 a 1 contro la squadra che tutti davano per super favorita, un'impresa che ci ha dato una bella iniezione di fiducia».
Poi ritorna sul ko di Bolotana. «Si è giocato di giovedì pomeriggio: abbiamo fatto dei veri e propri salti mortali per esserci, probabilmente se fosse stato di domenica le cose sarebbero andate diversamente». Nell'ultimo periodo la San Marco ha cambiato letteralmente marcia. «Nove punti di vantaggio sulla seconda sono un bel margine, possiamo dire tranquillamente che abbiamo stravinto il campionato; nessuno di noi si aspettava un risultato del genere, considerando che fino ad un mese fa c'erano quattro squadre raccolte in appena tre punti». L'attaccante è stato tra i più prolifici del girone. «Ad inizio stagione puntavo a segnare una ventina di gol, ho toccato quota 25 e ora sono in ballo per il titolo di capocannoniere ma penso che con il titolo ormai in tasca sia giusto dare spazio a chi ha giocato meno durante l'anno».

Sulla stessa lunghezza d'onda, il capitano Roberto Piras, che precisa: «La partita della svolta è stata quella contro la Bolotanese, al ritorno, vinta all'ultimo secondo utile: ci ha fatto capire che potevamo puntare davvero al primo posto». Poi aggiunge: «La continuità di risultati è stato l'aspetto che ha fatto la differenza, frutto del gran lavoro svolto da mister Sau: ha saputo leggere ed interpretare al meglio i vari momenti della stagione. Non è semplice gestire un gruppo con 25 potenziali titolari ma lui ci è riuscito alla grande». Le rivali sono state costrette a sventolare bandiera bianca. «La concorrenza non mancava di certo: correvamo contro tre ottime squadre che hanno dato battaglia sino all'ultimo».

Le battute finali spettano a Paolo Ligia, tra gli uomini di maggior talento e personalità.
«Il nostro obiettivo era, sin dall'inizio, il salto di categoria, ed in questo senso la stagione è andata nel migliore dei modi. Del resto, con un organico di questo livello è stato piuttosto semplice mantenere un ritmo elevatissimo per tutto il campionato. Rispetto all'anno scorso la società ha deciso di aumentare il bagaglio di esperienza, un aspetto che ci ha permesso di tagliare il traguardo con tre giornate di anticipo rispetto alla fine del campionato».

In questo articolo
Allenatori:
Campionato:
Stagione:
2018/2019
Tags:
Seconda Categoria
Girone F