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Stefano Sarritzu, attaccante, Castiadas
Dopo l'Olbia un'altra chance: «Una scommessa con me stesso»

Stefano Sarritzu lascia il Castiadas e va in serie D: «La Sanremese è un club importante e ambizioso, ci devo provare e darò il massimo per giocare»

La chiamata di un club di categoria superiore che punta alla Lega Pro è già un ottimo motivo per tentare di fare la prima esperienza al di fuori della Sardegna. Stefano Sarritzu dice sì alla Sanremese e lascia il Castiadas che su di lui puntava per un campionato di vertice proprio nei giorni in cui stava definendo l'acquisto del bomber Antonio Mesina. 

Per l'attaccante quartese classe 1992 è stata l'occasione da cogliere: «So che il Castiadas faceva conto su di me, mi aveva confermato anche se sul piano economico non avevamo trovato un punto d'incontro. Non posso che parlare bene della mia ex società, i dirigenti Zaccheddu, Piu e Vargiolu non mi hanno mai fatto mancare niente ed è l'unica società che ho avuto che mi ha rispettato dall'inizio alla fine. Poi è arrivata la chiamata della Sanremese e per me è come se fosse una rivincita, una scommessa con me stesso per vedere cosa so fare in serie D e in una realtà non sarda. Sarà una esperienza che mi farà crescere, io ci metterò il massimo dell'impegno, se dovevo lasciare la Sardegna era per andare a provare a fare una qualcosa di grande e non solo per dire che gioco in serie D, una categoria che ho fatto comunque al Selargius». Il compagno di reparto era Luca Caboni che ritroverà a Sanremo: «Non l'ho ancora sentito, spero di farlo presto, ho avuto il tempo a mala pena di fare i biglietti aerei. Con Luca ho avuto sempre un buon rapporto, poi lui è andato fuori dalla Sardegna a giocare e non c'è stata più possibilità di giocare insieme». Sarritzu sa bene di far parte di in un club ambizioso: «Non sto andando a fare una serie D qualunque, c'è un'alta competitività in squadra ma cercherò di ritagliarmi il posto, voglio fare bene e mettermi in gioco, a 25 anni non c'è tanto tempo per cercare di provare a fare il salto». Quello che ha provato a fare la scorsa estate: «La chiamata dell'Olbia era arrivata grazie alla segnalazione di Diego Lopez, mi aveva visto giocare e ha messo una buona parola per me. Nel pre-campionato, non per presunzione, credo di aver fatto abbastanza bene, piacevo ai tecnici Mignani e Filippi, nel frattempo venivano scartati altri giocatori e io sono rimasto in gruppo fino ad una settimana prima della Coppa Italia. Non sono rimasto ma è stata una bellissima esperienza, che poteva trasformarsi in un contratto e in una esperienza in Lega Pro, ma è sfumata, peccato».

 

La stagione scorsa l'aveva così iniziata al La Palma salvo poi trasferirsi al Castiadas di Pierluigi Scotto che cercava una rimonta in classifica dietro l'ormai imprendibile Tortolì. «Avremmo potuto fare di più sul piano dei risultati - ammette Sarritzu - ma dopo la rivoluzione di dicembre non è stato facile. Anche io mi sentivo di poter fare di più, se non l'ho fatto completamente non è certo per l'impegno ma per un problema al piede che mi sono trascinato da gennaio, per giocare spesso facevo infiltrazioni. A fine campionato mi sono curato bene, quel problema non c'è più ma comunque sono riuscito a risolvere certe gare e fare degli assist importanti, avrei potuto fare di più se fossi stato al top. C'è da dire anche che se andiamo a vedere l'insieme e le ultime gare siamo stati molto sfortunati, a Calangianus nella semifinale playoff non meritavamo di perdere, c'è stato un arbitraggio molto discutibile, una espulsione che non c'era e due gol regolari annullati, anziché essere noi sul 3-1 ci siamo ritrovati in dieci e, dopo aver insistito alla ricerca del gol, abbiamo incassato il 2-1 finale». Con mister Scotto si è trovato bene: «È un uomo di sport e una persona seria, ha avuto una gran fiducia in me, mi ha fatto sentire subito un giocatore importante».

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2016/2017