L'argentino: «Con il Tavolara meritavamo il pari»
Zaro illumina il Sanluri: «Siamo giovani ma ci salveremo»
Si è fatto le ossa nelle giovanili del Velez Sarsfield, in Italia è arrivato appena maggiorenne ed è cresciuto come giocatore in Calabria (Vibonese), Veneto (Mira, Mestre e Dolo), Basilicata (Matera), Campania (Savoia) e Sicilia (Mazara). Ora ha conosciuto la Sardegna, Josè Matias Zaro, classe 1985, centrocampista argentino del Sanluri chiamato alla corte di Paolo Busanca dal direttore sportivo Pierluigi Carta. «Sì, mi ha contattato il diesse mentre mi trovavo in Argentina – racconta Zaro – è la prima volta che gioco in Sardegna e mi trovo molto bene. Ho fatto la scelta giusta e spero di poter restare qui ancora per molto tempo». La Sardegna piace ai giocatori argentini per il clima, il mare, la gente. E ai club sardi piacciono gli argentini perché hanno fame di arrivare e ripagano sempre la fiducia riposta in loro. Al Sanluri Zaro non è l’unico gaucho: con Sartor e Mirabet, Mati forma un trio sudamericano che sta trascinando i campidanesi.
Quanto ti ha agevolato avere in squadra altri argentini come Sartor e Mirabet?
«Per me è stato molto importante perché sono degli ottimi giocatori. Inoltre cerchiamo di essere solidali fra di noi, insieme condividiamo la lontananza della nostra famiglia e della nostra terra»
Tu sei un mediano, perché da qualche partita stai giocando in difesa come esterno sinistro?
«In effetti il mio ruolo è sempre stato centrocampista centrale. In questo periodo a causa dell'infortunio di Acquaviva, il mister mi ha spostato terzino sinistro. Sono contento di giocare in questo ruolo perché è un momento di crescita professionale. Credo che sia motivante potersi mettere in discussione e ce la sto mettendo tutta per cercare di raggiungere un buon risultato»
Da fuori il tecnico Paolo Busanca sembra sempre calmo, ma come è nello spogliatoio? È severo?
«Nel complesso è cosi come lo vedete anche voi giornalisti, una persona calma ma molto professionale. Sto imparando tante cose da lui»
Il Sanluri ha cambiato quasi tutta la squadra, dell’anno scorso è rimasto solo Silvio Fanni e, nonostante la sconfitta di domenica, state facendo un buon campionato. Cosa ci vuole per raggiungere la salvezza?
«Per me non dev’essere una scusante il fatto di essere una squadra tutta nuova, siamo un bel gruppo che lavora duro settimana dopo settimana per raggiungere il nostro primo obiettivo che è la salvezza»
Quanto ha influito il campo pesante nella sconfitta contro il Tavolara?
«Direi abbastanza per il nostro tipo gioco basato sugli scambi in velocità. Credo che il pareggio comunque sarebbe stato il risultato più giusto»
Avete fatto dei grandi risultati ma a volte perdete anche nettamente come è capitato con l’Astrea e l’Aprilia, la mancanza di continuità è dovuta alla presenza in squadra di diversi giovani?
«Sì è vero che abbiamo molti giocatori giovani ma non credo che la mancanza di continuità dipenda dalla loro presenza in campo. Per me non può che essere positivo il fatto che giochino, hanno la grinta giusta e la voglia di crescere. Del resto anche in serie A troviamo dei giovanissimi che fanno la differenza»
Domenica giocate a Genzano contro il Cynthia che è reduce da due vittorie contro Budoni e Selargius
«Mi aspetto una battaglia, loro sono in forma. Noi dovremo fare la stessa gara che abbiamo fatto a Viterbo»
Il tuo connazionale Mirabet, difensore, ha già segnato 4 gol. Quando farai il primo gol?
«A dire la verità per me il gol è un caso (e ride…). Sono più un lottatore che preferisce creare una azione da gol»
Fabio Salis