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Zizi: "Più campi e meno ragazzi in strada. Lo sport di strada insegna la vita di relazione, e aiuta ad uscire la crisi"
il tecnico barbaricino tecnico della rapp. allievi

Zizi: "Più campi e meno ragazzi in strada. Lo sport di strada insegna la vita di relazione, e aiuta ad uscire la crisi"

Giuseppe Zizi e Roberto Dore centrocampista (della rappresentativa allievi) e titolare fuoriquota del Latte Dolce approdato in EccellenzaOgni anno, alla fine del mese di maggio, la frase ricorrente negli ambienti sportivi è la stessa: “Vedrete quest’anno quante squadre di calcio non si iscriveranno al campionato, con l'incombente crisi economica non ci sono più presidenti disposti a spendere, gli sponsor non investono più”. Per fortuna ogni anno non è così, e, fino alla compilazione dei calendari, c’è sempre la squadra che spera in un ripescaggio che gli permetta di disputare il campionato superiore, o che ne annulli la retrocessione. E gli allenatori? Loro stanno sulle spine. Sempre. Con le orecchie tese, e gli occhi pronti a scovare la promessa. Magari un fuoriquota che faccia la differenza. L'inseriento dell'obbligatorietà di 4 giovani (dalla stagione prossima saranno 92,93,94 e 95 le annate vincolanti), fresca decisione ribadita dal comitato regionale questa settimana, continua a puntare su una politica di svecchiamento delle categorie. In Eccellenza e, dall'anno prossimo, in Promozione. E' questa la politica da seguire. Perché il calcio si alimenta della passione che ne scatena gli entusiasmi, e la linfa vitale non può che essere data dall'età dei suoi interpreti.

Abbiamo chiesto a Giuseppe Zizi, tecnico della rappresentativa, e grandissimo conoscitore del panorama calcistico giovanile sardo, di dare la sua spiegazione a tutto ciò?

"Tutto questo si realizza perché il calcio è una passione, e per uccidere questa non bastano le crisi economiche, basterebbe pensare all’Argentina, forse non tutti avevano il pane, ma tutti avevano il biglietto per lo stadio."

E no, adesso non ci dica che il calcio è la panacea di tutti i mali.

"In Grecia si gioca, come in Libia. Il calcio è una passione, e come tale a muoverlo è il cuore, il tifo, la voglia di prendere a calci un pallone da scagliare anche su una serranda, purché si possa urlare GOL. In Uruguay la leggenda dice che si scopre dalla nascita se un nato maschio diventerà un campione, perché il primo vagito è un solo urlo “GOL”. Il calcio non ha passaporto, serve solo un pallone, per la porta è sufficiente la fantasia, e fa scordare qualsiasi pensiero."

Si magari in giovane età, ma quando si deve arrivare a fine mese?

"Se a cinquant’anni nel continuare a fare la collezione dell’album Panini, a metà percorso sappiamo già tutte le figurine di cui siamo in possesso, abbiamo in mente il numero di quelle mancanti, e, sappiamo con esattezza quelle doppie, qualcosa vorrà dire?"

L'italiano medio è un eterno bambino?

"Non vorrei fare un’assoluta lode al calcio. Sono convinto che sia una passione che non può venir meno, in Italia si può cambiare religione, partito, coniuge, ma non la squadra per la quale si fa il tifo da bambini. L’ oppio dei popoli. Quando non si ha nulla da dire, l’argomento pallone lega le persone, un’idea ed un commento diventano discussione, elemento aggregante.

Certo il concetto è passato. Ma oggi diventa importante, investire nello sport in generale, perchè non smetta di essere quel veicolo di educazione.

"Certo, il mio pensiero và verso il calcio, vorrei vedere ogni campanile con il campo in erba sentitetica. Più campi, meno ragazzi in strada. Lo sport di squadra insegna la vita di relazione, a perseguire un fine comune, il rispetto delle persone e delle regole, ad accettare il risultato del campo."

Investire nei settori giovanili significa cercare oggi il futuro?

"Le scuole dello sport non possono che tracciare una linea che porti a maturare in tempi attuali esperienze che gratificheranno con i risultati nel medio periodo sotto il profilo dei risultati nelle competizioni. "

In Sardegna, il calcio nelle categorie giovanissimi, allievi e juniores è già in grado di esprimere individualità di rilievo e ammortizzare il contraccolpo dell'imposizione della regola fuoriquota?

"L’ultimo Torneo delle Regioni, svoltosi in Basilicata, ha mostrato giocatori che non hanno nulla da invidiare ai pari età di oltre tirreno. Parlo con cognizione di causa, della squadra allievi, del pareggio con l’Emilia Romagna, con le Puglie, ed alla bellissima vittoria contro il Molise. Il pallone al nostro portiere non è mai arrivato. Praticamente tutti i giocatori che ho portato a Matera sono obbiettivo di importanti società professionistiche"

Una gratificazione al suo lavoro, ma soprattutto un plauso alle società che li hanno protagonisti tutto l’anno? 

"Aggiungerei per i loro allenatori di club che in tutta la stagione li aiutano a crescere. La prossima stagione sarà più ricca ed interessante di quella che l’ha preceduta, una passione come il calcio ha solo futuro, il passato è alle spalle, ogni giorno c’è una nuova partita, un torneo, o un campionato che sta per iniziare. Antonello Lai

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Stagione:
2011/2012