«Tornerò il più presto possibile, il gruppo è una famiglia»
Andromeda, Casti fermo ai box, ma con il sorriso: «È il mio esordio in ospedale, dispiace abbandonare la squadra proprio ora»
Claudio Casti risponde nel migliore dei modi, con la stessa determinazione che di solito mette sul campo da gioco, al brutto scherzo che la sorte gli ha tirato nel corso dell'ultima uscita in campionato, vinta per 1 a 0 contro la capolista San Marco, grazie proprio ad un suo gol: il finale di gara ha riservato al giovane e talentuoso pilastro dell'Andromeda un bruttissimo infortunio, rottura di tibia e perone, che lo costringerà ora ad un periodo di riposo forzato; il morale però è decisamente buono, così come è tanta la voglia di riprendersi presto, magari bruciando le tappe, per poter dare un'ulteriore mano d'aiuto ai suoi nella rincorsa alla tanto agognata salvezza.
«Sto abbastanza bene — dichiara Casti con tono tranquillo — l'intervento è riuscito alla perfezione, nonostante sia durato un po' più del previsto, ho le ossa dure (ride). Avrei preferito non farlo ovviamente, ma è andata così: per me si tratta dell'ennesima sfida». Il forte centrocampista classe 1985 si trova a vivere una situazione assolutamente inedita. «È il primo infortunio da quando gioco a pallone, non ho mai avuto problemi, neppure uno stiramento, o una contrattura. In sostanza, sono alle prese con la prima pausa forzata; di solito riuscivo a giocare anche in condizioni precarie, questa volta è un po' più difficile». Il ricordo ritorna ai momenti immediatamente successivi al fattaccio. «Mi sono subito reso conto che si trattava di un problema serissimo alla tibia e al perone; i miei compagni all'inizio non ci credevano, perché di solito mi rialzo subito, ma questa volta il piede mi è rimasto sotto, dopo aver subito un contrasto laterale; il parastinchi, per quanto piccolo, non è riuscito a contenere l'urto come invece succede normalmente». Oltre al dolore si è aggiunto un pizzico di spavento. «Manco a farlo apposta, l'ambulanza, che sino al giorno c'era sempre stata, non era presente al campo, così ho dovuto aspettare per circa mezz'ora».
Ma Casti non è rimasto sicuramente solo, anzi. «I miei compagni mi sono stati vicinissimi, così come diversi tifosi, scesi dalle tribune: diciamo pure che sono stato coccolato per bene. Poi finalmente mi hanno trasportato al Marino: si tratta del mio esordio in ospedale». Guai invece, a parlare di stagione conclusa. «Cercherò di recuperare il prima possibile: ora mi aspettano 30-40 giorni con le stampelle, poi la fisioterapia e la riabilitazione. Se devo essere sincero ho già incominciato a fare qualche esercizio qui a letto nonostante mi dicano di andarci piano, ma non sono abituato a stare fermo. Scherzi a parte, conto di riprendere nel giro di 2-3 mesi, poi si vedrà. Io sono fiducioso, mi conosco bene».
Tanti i messaggi di solidarietà arrivati in queste ore. «Sono stato contattato anche dal ragazzo che mi ha procurato l'infortunio, è stato molto gentile. Mi aiuta parecchio sentire i racconti degli altri, le loro esperienze: mi preparano per quello che dovrò affrontare. La sto vivendo comunque con molta tranquillità: ormai il danno è fatto, bisogna solo rimettersi in sesto».
Non c'è cura migliore di un pieno di affetto da parte di compagni e dirigenti. «Mi ha colpito il modo in cui si stanno comportando: in campo mi hanno fatto coraggio sino all'arrivo dei soccorsi, il giorno dopo del mio ricovero, invece, si sono presentati in massa qui in reparto, sono riusciti ad entrare tutti nonostante abbiano provato ad impedirglielo, ma alla fine ce l'hanno fatta; non avevo dubbi, fa parte del nostro modo di essere». Ovviamente mancheranno: «Negli anni siamo diventati una vera e propria famiglia, avrò nostalgia soprattutto dei terzi tempi infiniti e dell'ansia che ci trasmette mister Desogus prima delle gare (ride). Molti di loro comunque vengono a farmi visita mattina e sera. Appena mi rimetterò in piedi li seguirò al campo e per le trasferte principali».
Casti è costretto a stare lontano dai campi nel momento migliore della stagione per i gialloneri. «Proprio per questo mi dispiace tantissimo, è uno dei periodi più belli tra i cinque anni passati a Siurgus; in passato siamo sempre stati a ridosso della vetta, nei campionati di Prima Categoria, ed è bello riuscire a dire la nostra anche in Promozione. Sono sicuro che questo episodio contribuirà a farci stringere ancora di più i denti, per continuare a lottare se possibile con maggiore determinazione». I 21 punti ottenuti sino ad ora, anche grazie al suo contributo decisivo, sono un bottino di tutto rispetto. «Le possibilità di raggiungere la salvezza ci sono tutte, in più con l'arrivo di Simone Farci, una bellissima persona oltre che un calciatore espertissimo, abbiamo aumentato le nostre chance. Il mister ha tante frecce al suo arco, tanti ragazzi in gamba come Samuele Olla, Granitzio e il capitano Boi: daranno tutto per non far pesare la mia assenza».
L'ultimo pensiero è per alcuni compagni alle prese con vari acciacchi. «Oggi operano Daniel Anedda, Michel Medda e Daniel Musanti, entrambi ai legamenti crociati: ne approfitto per mandare loro i miei auguri, che estendo anche ad Addis, che si sta riprendendo da un infortunio, spero che possano tutti tornare in gioco il più in fretta possibile».