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Arzachena, una bella 50enne, nozze d'oro con settimo posto
Stagione fantastica dopo il ripescaggio

Arzachena, una bella 50enne, nozze d'oro con settimo posto

Nozze d'oro con settimo posto. L'Arzachena di meglio non poteva chiedere alla sua stagione per festeggiare il 50esimo anno dalla sua fondazione e ora ha due mesi pieni per programmare il suo 13° campionato di fila in serie D. In appena un anno il club smeraldino è passato dal dolore di fine maggio 2014 pr la retrocessione sul campo dopo lo spareggio playout perso contro il Budoni, alla soddisfazione per il ripescaggio, passando giugno nel confezionare al meglio la domanda di ripescaggio e poi a luglio nell'osservato l'evolversi della situazione con un'altalena di emozioni: prima contando i club non iscritti tra gli aventi diritto (5), poi non leggendo che tra quelli iscritti nessuno era caduta nella rete della Covisod mentre i buchi che si creavano nella Lega Pro venivano coperti dai ripescaggi della serie D (3 tra cui la Torres) liberando così, di volta in volta, i posti per chi sperava - come l'Arzachena - di rientrare in gioco. Tutto ciò è poi avvenuto ma con i crismi dell'ufficialità arrivati solamente l'11 agosto, il tanto da non permettere al club di Menio Fiorini di avere il tempo per festeggiare.

 

Il ds Antonello ZucchiPer capire la consistenza dell'impresa fatta in campionato dagli smeraldini bisogna appunto ricordare quella data pre-ferragostana. La squadra era stata affidata da poco a Mauro Giorico, pronto anche ad affrontare un eventuale campionato a vincere in Eccellenza, lui che ha riportato in serie D sia la Torres che l'Olbia. Da lì in poi l'asso nella manica l'Arzachena l'ha calato facendo scatenare sul mercato il bravo direttore sportivo Antonello Zucchi che nel frattempo aveva riportato alla base il capitano Bonacquisti, dopo la sfortunata parentesi di Selargius, confermato solamente tra i "senior" Ruzittu, Rossi, Delrio e Milia e tra i "fuoriquota" Spina ('96), perché Spano ('94) sarebbe rientrato in seguito dopo aver constatato che non ci sarebbe stato grande spazio con L'Aquila. Il giovane diesse ha così assecondato i voleri del mister per quanto riguarda il centrocampista d'esperienza, Manzini, e i difensori fuoriquota, Masala e Dedola, ma poi senza grande fretta, nonostante il tempo fosse tiranno, e con grande sagacia e conoscenza del mercato ha inserito di volta in volta elementi di esperienza come Schioppa, Moro e Cicino e giovani di valore come Busatto e Pavic, più i fuoriquota Atzei e Giordano. Infine ha sfruttato il desiderio del gallurese Fideli di tornare a giocare in Sardegna. A dicembre, sempre usando il bilancino delle uscite economiche ha sganciato gli attaccanti Moro e Pavic per avere Branicki, il corazziere di Varsavia già contattato a luglio quando la categoria era ancora in bilico.

 

Portati gli ingredienti, la pietanza salvezza l'ha poi servita Mauro Giorico con una prima parte di stagione a ritmo playoff come dimostreranno i 29 punti di fine girone d'andata e il quarto posto provvisorio. La squadra da subito si è dimostrata compatta e difficilmente superabile in difesa, è stata imbattuta per 8 giornate (solo 5 gol subiti), pareggiando molto (6) e vincendo meno (2) ma con la corazzata Viterbese e nel derby col Selargius. Il primo ko è arrivato con l'Ostia in casa, pagando salatamente l'espulsione nell'intervallo di Manzini, e poi l'immediato bis con l'Astrea; dopodoché Bonacquisti e compagni hanno dato una violenta accelerazione con 5 vittorie - che non sono diventate 6 di fila nel derby a Olbia - e 2 pareggi. Il girone di ritorno non sarebbe potuto mai essere all'altezza dell'andata perché chi era in ritardo in classifica (Olbia e Fondi) voleva i playoff e perché una rosa ristretta mal regge le assenze per infortuni e squalifiche che inevitabilmente crescono col passare delle giornate. Ma gli smeraldini sono stati sempre sul pezzo, facendo risultati importanti in trasferta contro San Cesareo, Sora, Ostia e Palestrina, festeggiando una salvezza già a Pasqua e regalandosi un finale in lotta playoff dopo la vittoria in casa dell'Isola Liri bissata con l'Aprilia al Biagio Pirina. Il pareggio nel derby di Nuoro, che ha condizionato poi il successivo derby con l'Olbia, anche quello pareggiato, sono stati deleteri per agguantare gli spareggi, visto l'allungo finale del Budoni. Ma la ciliegina che non è arrivata sulla torta non ha impedito che l'Arzachena mangiasse il dolce, emblematica la sfida in famiglia giocata tra tifosi, dirigenti e staff tecnico contro la squadra che ha conquistato il 7° posto finale, il miglior risultato dopo 5 stagioni. E con questo risultato alla mano, alla fine mister Giorico va verso la riconferma, bravo a creare un gruppo mai stato in zona playout e a rapportarsi con la dirigenza. Il tecnico di Alghero dovrà incontrarsi con la società dopodiché si potrà ufficializzare il matrimonio-bis. E poi niente più toto-ripescaggi ma solo mercato, lì c'è il diesse Zucchi e l'Arzachena dorme tranquillamente.

In questo articolo
Campionato:
Stagione:
2014/2015